“La madre dell’Armenia” è tornata a Cavriglia (Arezzonotizie.it 01.06.18)

La mia bambina La madre del Armenia è tornata a casa, a Cavriglia e sono tranquillo perché nessuno la turberà. Grazie!”
Con questa frase, sul proprio profilo Facebook, l’artista Vighen Avetis ha annunciato il ritorno a Cavriglia dell’opera da lui realizzata nel 2015 in occasione del centesimo anniversario del genocidio del popolo armeno per mano dei “Giovani Turchi”. “La madre dell’Armenia”, giunta nel nostro territorio per la prima volta nel febbraio del 2015, da allora è stata esposta in alcune delle città d’arte più importanti d’Europa. Un lungo viaggio che si è concluso dove tutto era iniziato, nella nostra Cavriglia che adesso lo stesso Vighen Avetis definisce casa. In quella “Madre” la nostra gente ha rivisto quelle donne, quelle vedove, che dopo gli eccidi del luglio 1944 seppero tenere in vita la comunità cavrigliese così barbaramente colpita dalle truppe Nazifasciste. Ed è stato il forte legame con i tragici fatti del passato che accomuna il popolo armeno e Cavriglia a spingere Vighen a scegliere di nuovo il nostro territorio per l’esposizione di un’opera così significativa.
Questo legame nato all’insegna dell’arte e delle memoria si è ulteriormente consolidato anche nei giorni scorsi quando il Sindaco di Cavriglia ha avuto l’onore di partecipare, insieme alle più alte cariche dello stato e di fronte a migliaia di persone, alle celebrazioni del centesimo anniversario della battaglia di Arapan, dove gli armeni, nel 1918, inferiori in numero e con armamenti rudimentali, riuscirono con gesta eroiche a difendere la loro terra dall’invasione delle milizie turche.
Una vittoria determinante che permise la nascita della Repubblica di Armenia.

L’opera:
Di proprietà della Fondazione “DAR” l’opera (bronzo, 2,80 mt X 1,80 mt) è stata realizzata qualche mese fa in memoria del centenario del Genocidio degli Armeni. Vighen Avedis ha realizzato la scultura dal grande impatto emotivo partendo dall’allegoria dell’Armenia come madre di tanti 4 figli sparsi ai 4 punti cardinali, ai 4 continenti.
Sul retro della statua un particolare ne svela la provenienza e l’intensità storica e non solo allegorica della descrizione. Il vestito della donna è chiuso da una spilla sul retro. Essa come cammeo ha la Chiesa di Santa Croce, il monumento assoluto al Genocidio Armeno. L’antica chiesa armena della Santa Croce sorge sull’isola Aktamar posta al centro del lago di Van, nella Turchia dell’est a confine con l’Armenia, ed è oggi solo un museo. Questa suggestiva chiesa è uno dei più pregevoli esemplari di arte armena del Decimo secolo ma è soprattutto tristemente nota alle cronache per essere stata uno dei luoghi dove gli armeni furono massacrati durante il genocidio del 1915. E ancor oggi per qualsiasi armeno, dovunque si trovi, Aktamar è un luogo particolarmente caro da vedere e visitare prima di morire.

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La Madre dell’Armenia”, scultura di Vighen Avetis, di nuovo collocata di fronte al municipio di Cavriglia (Valdamo24 01.06.18)

“La Madre dell’Armenia”, la scultura realizzata da Vighen Avetis in occasione del centesimo anniversario del genocidio degli armeni per mano dei “Giovani Turchi”, è stata nuovamente collocata di fronte al Palazzo Comunale. Un “ritorno” che consolida ulteriormente il legame nato tra Cavriglia e l’Armenia proprio grazie alla scultura in bronzo che i cavrigliesi hanno conosciuto nel 2015
“La mia bambina La madre del Armenia è tornata a casa, a Cavriglia e sono tranquillo perché nessuno la turberà. Grazie!”, ha scritto sul Facebook Avetis. L’opera era giunta a Cavriglia per la prima volta nel febbraio del 2015, da allora è stata esposta in alcune delle città d’arte più importanti d’Europa. Un lungo viaggio che si è concluso dove tutto era iniziato.
In quella “Madre” la gente di Cavriglia ha rivisto quelle donne, quelle vedove, che dopo gli eccidi del luglio 1944 seppero tenere in vita la comunità cavrigliese così barbaramente colpita dalle truppe Nazifasciste. Ed è stato il forte legame con i tragici fatti del passato che accomuna il popolo armeno e Cavriglia a spingere Vighen a scegliere di nuovo questo angolo di Valdarno per l’esposizione di un’opera così significativa.
Questo legame nato all’insegna dell’arte e delle memoria si è ulteriormente consolidato anche nei giorni scorsi quando il Sindaco di Cavriglia ha avuto l’onore di partecipare, insieme alle più alte cariche dello stato e di fronte a migliaia di persone, alle celebrazioni del centesimo anniversario della battaglia di Arapan, dove gli armeni, nel 1918, inferiori in numero e con armamenti rudimentali, riuscirono con gesta eroiche a difendere la loro terra dall’invasione delle milizie turche.