La Russia si è ritirata dall’Artsakh, sconfitta nel Caucaso meridionale (Korazym 17.04.24)

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 17.04.2024 – Vik van Brantegem] – Il contingente di mantenimento della pace russo ha lasciato l’Artsakh (Nagorno-Karabakh). Il filmato della partenza del personale e delle attrezzature del contingente è stato pubblicato oggi dall’agenzia di stampa Svezda del Ministero della Difesa della Federazione Russa. L’informazione sul ritiro delle forze di mantenimento della pace russe dall’Artsakh è stata confermata dal portavoce del Presidente russo, Dmitry Peskov.

Secondo quanto riportato dai media russi, il primo gruppo di personale con loro equipaggiamento militare del contingente di mantenimento della pace russo è partito pochi giorni fa dal monastero armeno di Dadivank nella regione di Karvachar. Attualmente, questo monastero è sotto la supervisione dei dipendenti del Ministero degli Interni dell’Azerbajgian.

Copertina video

 

Il contingente di mantenimento della pace russo era di stanza in Artsakh dal novembre 2020, sulla base della dichiarazione tripartita di cessate il fuoco nella guerra dei 44 giorni del 9 novembre 2020 da parte dei leader di Russia, Armenia e Azerbajgian. Il contingente russo era schierato lungo la linea di contatto tra la parte non ancora occupata della Repubblica di Artsakh e l’Azerbajgian e lungo il Corridoio di Lachin, che collegava l’Artsakh con l’Armenia, fino all’occupazione illegale da parte dell’Azerbajgian, con il benestare della Russia.

In precedenza, il Capo di Stato Maggiore delle forze armate russe, Valery Gerasimov, aveva affermato con una faccia di bronzo, che le forze di mantenimento della pace russe “hanno garantito il viaggio sicuro in Armenia a quasi tutta la popolazione del Nagorno-Karabakh”. Tradotto: hanno garantito la deportazione forzata in Armenia di tutta la popolazione della Repubblica di Artsakh, etnicamente pulito e occupato dall’Azerbajgian con la complicità della Russia.

Vale la pena notare che – secondo le disposizioni dell’accordo del 9 novembre 2020 – manca ancora un anno e mezzo alla fine della missione di mantenimento della pace russa in Artsakh.

Comunque, missione compiuta: dopo aver consegnato la Repubblica di Artsakh all’Azerbaigian, le forze di mantenimento della pace russe sono tornati a casa. Nel novembre 2020, Putin aveva promesso sicurezza agli Armeni dell’Artsakh. Tuttavia, con il monitoraggio delle forze russe, gli Armeni dell’Artsakh sperimentarono solo sofferenza. Poi, dopo l’attacco terroristico del 19-20 settembre 2023 dell’Azerbajgian, i militari Russi hanno partecipato alla deportazione forzata degli Armeni dell’Artsakh. Inoltre, non hanno impedito l’arresto illegale di alcuni leader della Repubblica di Artsakh, di cui alcuni si erano rifugiati nella base Russa a Stepanakert.

In realtà, questo ritiro è la conferma della vergognosa sconfitta della Russia nel Caucaso meridionale. Non solo la Russia ha perso l’Armenia, ma viene espulso anche dall’Azerbajgian. Quando qualcuno loda Putin come un grande stratega, mostragli il video di questo ritiro. Putin ha consentito la guerra di 44 giorni nel 2020, sperando che le truppe russe restassero nell’Artsakh per decenni. Tuttavia, oggi assistiamo alla ritirata dei militari russi dal Caucaso meridionale.

Foto di copertina dall’agenzia 301: in quanto media indipendente, il team 301 riconosce e utilizza solo una mappa quando riporta notizie armene e questa è la mappa dell’Armenia e dell’Artsakh indipendentemente dallo stato di occupazione.

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