La scrittrice armena Arslan cittadina onoraria di Torino (Repubblica/Torino 27.03.17)

La scrittrice e saggista Antonia Arslan ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Torino. La decisione era stata assunta dal consiglio comunale, con voto unanime, il 24 gennaio scorso. Di origine armena, classe 1938, Antonia Arslan è stata docente di Letteratura italiana presso l’ateneo di Padova. Con i suoi romanzi “La masseria delle allodole”, “La strada di Smirne” e “Il rumore delle perle di legno”, la scrittrice ha contribuito a diffondere la conoscenza della tragedia vissuta dal popolo armeno nel 1914-1915. Dopo il saluto iniziale del presidente del Consiglio comunale di Torino Fabio Versaci, che ha detto “questa cittadinanza onoraria conferisce lustro in primo luogo alla Città di Torino”, è stato letto un messaggio dell’Ambasciata d’Armenia in Italia, con il quale il Paese caucasico si è felicitato per l’iniziativa, salutando in Antonia Arslan “un’armena e un’italiana” che “ha raccontato l’incontro dell’Oriente con l’Occidente, la memoria ed il futuro”.

La sindaca Chiara Appendino ha ringraziato Antonia Arslan “per tutto ciò che ha saputo fare per la nostra comunità, una comunità allargata che non è solo quella torinese” ed ha sottolineato come i romanzi della nuova concittadina abbiano “dato voce ad una memoria dolorosa perchè è ancora viva, restituendo dignità a milioni di persone”. Appendino ha quindi ribadito che con il conferimento della cittadinanza onoraria ad Antonia Arslan, la Città riconferma la sua solidarietà con il popolo armeno e con gli altri popoli ancora oggi perseguitati Antonia Arslan, si è detta “commossa per il calore e l’amicizia. Sulle mie spalle – ha osservato citando una frase tratta dal prologo di uno dei suoi scritti – si posa, inflessibile, il popolo scomparso ed oggi sento di nuovo questo peso, il peso di bambini e donne abusati, di uomini che non hanno potuto difendere le loro famiglie. Oggi li sento

qui a ringraziare, per questo atto che contribuisce a rompere un silenzio iniziato nel 1923, con il Trattato di Losanna e la definitiva ascesa al potere in Turchia di Mustafà Kemal e durato decenni» Arslan ha ricordato, infine, quelli che ha definito “gli scheletri nell’armadio della Turchia odierna, non colpevole ma complice di quanto avvenne: il genocidio degli armeni, le persecuzioni e l’espulsione di altre minoranze etniche come i greci e gli assiri”.

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