“L’Armenia si impegna per raggiungere la pace e la stabilità nella regione del Caucaso”. L’ambasciatore armeno replica all’omologo azero (Faro di Roma 28.04.23)

Con riferimento all’articolo “L’Azerbaigian non potrebbe avere sentimenti di odio verso il Karabakh” pubblicato sul vostro sito il 17 aprile 2023, FarodiRoma pubblica la lettera di risposta dell’ambasciatore armeno presso la Santa Sede, Garen Nazarian

Sono innanzitutto grato per avere, come già in passato, l’opportunità di presentare il punto di vista dell’Armenia in merito alla soluzione di questioni esistenti e che rivestono un’importanza vitale, tra cui i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh per raggiungere una pace globale e sostenibile nella regione. Purtroppo, il neo ambasciatore dell’Azerbaijan presso la Santa Sede Mukhtarov continua a diffondere sulla
stampa locale narrazioni prive di fondamento, esponendo chiaramente quanto il suo Paese sia lontano dalla pace e quali, invece, siano le reali intenzioni dei suoi leader.

Più di una volta l’Armenia ha ribadito il suo impegno nel processo di pace, sottolineando l’importanza che l’Azerbaijan abbandoni le sue aspirazioni massimaliste, la sua politica aggressiva e la sua retorica bellicosa nei
confronti della popolazione del Nagorno-Karabakh e dell’integrità territoriale della Repubblica d’Armenia.

Nel contesto del blocco illegale del corridoio di Lachin da parte dell’Azerbaijan in corso ormai da quattro mesi, l’Armenia si aspetta iniziative concrete da parte dell’Azerbaijan verso l’attuazione degli impegni assunti e, in particolare, il rispetto della decisione della Corte internazionale di giustizia del 22 febbraio 2023 di ripristinare la libera circolazione lungo il corridoio di Lachin, rigorosamente in linea con le disposizioni della Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 firmata dai leader di Azerbaijan, Russia e Armenia.

A oggi le continue aggressioni militari dell’Azerbaijan, come la recente provocazione dell’11 aprile scorso nel territorio della Repubblica d’Armenia, nell’area del villaggio di Tegh nella regione di Syunik, compromettono i nostri sforzi e quelli dei partner internazionali per raggiungere una pace sostenibile.

E le violazioni di altre disposizioni della citata Dichiarazione trilaterale non finiscono qui. Vorrei ricordare a Ilgar Mukhtarov che, in barba ai numerosi appelli della comunità internazionale e di rinomate organizzazioni
per i diritti umani che hanno presentato casi di trattamenti inumani, l’Azerbaijan continua a detenere illegalmente in ostaggio prigionieri di guerra e civili armeni contro cui vengono orchestrati processi farsa.

Nonostante tutte le difficoltà, la parte armena si impegna ed è pronta a compiere ogni tentativo necessario per raggiungere la pace e la stabilità nella nostra regione.

Garen Nazarian, Ambasciatore d`Armenia presso la Santa Sede
Nella foto: “Cattedrale del Santissimo Salvatore Ghazanchetsots a Shushi, 1847”

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