Le relazioni Georgia – Armenia: terreno instabile (Ilcaffegeopolitico.it 15.06.16)

In 3 sorsi I rapporti fra Georgia e Armenia sono sempre stati cordiali nonostante i motivi di tensione fra i due Paesi non siano certo mancati. Oggi le politiche estere delle due nazioni puntano su poli opposti, e sta quindi a Tiblisi e Yerevan riuscire a mantenere un difficile equilibrio tra le loro diverse aspirazioni

1. DOPO LA CADUTA DELL’URSS – Le relazioni tra la Georgia e l’Armenia dopo il 1991 sono sempre state buone: unite da affinità di tipo religioso ma anche culturale, i rapporti di buon vicinato tra i due Paesi sono sempre stati onorati. Quando, con l’acuirsi del conflitto del Nagorno-Karabakh, Yerevan ha subìto l’embargo da parte della Turchia e dell’Azerbaijan, per la piccola Armenia l’unico corridoio con l’Europa ed il Mar Nero rimase la Georgia, che divenne fondamentale per il commercio armeno.
Ciononostante, le condizioni per la creazione di attriti o sfiducia nei rapporti bilaterali non mancano di certo. Tenendo conto dei propri interessi nazionali, negli ultimi anni la Georgia ha rafforzato la cooperazione con Azerbaijan e Turchia. I motivi sono in primo luogo energetici: il bisogno energetico georgiano non ha modo di essere soddisfatto internamente, mentre le relazioni con la Russia sono ogni giorno più instabili. Ciò ha spinto Tiblisi a cercare un modo per non dipendere dal suo scomodo vicino settentrionale; inoltre, il flusso economico verso Turchia e Azerbaijan è senza dubbio superiore rispetto a quello con la piccola Armenia. Infine, la Georgia è alla costante ricerca di alleati per proteggersi da Mosca, in ragione delle tensioni crescenti nel Caucaso.

2. ETNIE IN GUERRA – Entrambi i Paesi hanno dovuto e devono affrontare spinose questioni etniche. Il Caucaso è da sempre fonte di conflittualità e instabilità per la Georgia; l’Armenia affronta invece da tempo immemore lo scontro con l’Azerbaijan per poter annettere il territorio del Nagorno-Karabakh. Il principio alla base del modus operandi di entrambi i Governi è lo stesso, ma applicato in modo diametralmente opposto: il principio di sovranità. Da una parte, la Georgia si batte per l’inviolabilità dei propri confini territoriali, soprattutto da parte della Russia (si pensi alla guerra lampo dell’estate del 2008), e rivendica il proprio diritto ad agire come Stato sovrano, anche ricorrendo all’uso della forza per risolvere i conflitti etnici sorti nella regione del Caucaso del sud. Dall’altra, l’Armenia decide invece di applicare il principio di sovranità riguardo a una regione a maggioranza armena ingiustamente attribuita illo tempore dai bolscevichi all’Azerbaijan senza che questi potessero vantare un qualche reale diritto. La Georgia, dunque, lotta per sedare le spinte indipendentiste in Abkhazia e Ossezia del Sud e riaffermare la sovranità nazionale; l’Armenia invece appoggia quelle in seno al Nagorno Karabakh con l’obiettivo di lungo termine di riannettere la regione.
Benché entrambi i Paesi siano grossomodo rimasti estranei nei conflitti interni di ciascun Stato, recentemente la Georgia ha espresso la volontà di agire da mediatore fra Baku e Yerevan al fine di creare un clima favorevole per la risoluzione pacifica del conflitto in Nagorno-Karabakh.

3. IN DIREZIONI OPPOSTE – Con la fine degli anni Novanta, tutte le repubbliche indipendenti dell’ex Unione Sovietica hanno dovuto riposizionarsi nello scacchiere internazionale. L’imperativo è sempre stato quello di decidere se rimanere ancorati alla Russia o se volgersi altrove. In questo, Georgia e Armenia hanno scelto due strade diametralmente differenti. Tiblisi ha provato a guardare a ovest, alla NATO e all’Unione Europea. Ha subìto un processo interno volto a dare una svolta politica democratica, la cosiddetta Rivoluzione delle Rose del 2003, e ha firmato moltissimi accordi, tra cui l’accordo di partenariato orientale, con Bruxelles. Insieme all’Ucraina, l’obiettivo primario delle relazioni estere della Georgia per anni è stato quello di avvicinarsi il più possibile all’Occidente come ombrello nei confronti di una Russia avvertita come minacciosa ed aggressiva.
L’Armenia, invece, ha mantenuto solidi rapporti con la Russia principalmente per due motivi, ossia per l’appoggio militare di Mosca per la questione del Nagorno-Karabakh, centrale per l’identità culturale del Paese, e per l’importante flusso economico commerciale con Mosca.

Recentemente, nuovi accordi hanno sancito le differenti politiche estere. La Georgia ha firmato l’Accordo di Libero Scambio con l’Unione Europea, mentre l’Armenia si è unita all’Unione Economica Euroasiatica (di cui fanno parte Russia, Bielorussia, Kazakhstan e Kirghizistan). Anche Yerevan per alcuni anni ha beneficiato degli accordi di partenariato con l’Unione Europea, ma ha deciso di optare per l’entrata nell’Unione Economica Eurasiatica perché più interessante per lo sviluppo del Paese, nonostante questa decisione fosse apertamente in conflitto con gli accordi europei ai quali ha dunque dovuto rinunciare.
La Georgia e l’Armenia necessitano l’una dell’altra. Dagli anni Novanta fino a oggi i due Paesi hanno saputo, grazie alla lungimiranza dei propri leader, mantenere una pace fondamentale. I numerosi punti di frizione che entrambi gli Stati possiedono con alcuni dei Paesi vicini conferiscono ulteriore valore alle loro relazioni bilaterali. Bisognerà vedere se le recenti membership influiranno negativamente sul futuro dell’intesa georgiano-armena o se le due nazioni riusciranno a mantenere buoni rapporti.

Ilenia Maria Calafiore

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