Les èternels: l’Armenia fantasma (Cineuropa.org 05.05.17)

Dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica e una guerra di trincea tra armeni e azeri, il territorio di Nagorno Karabakh si autoproclamò una repubblica indipendente nel 1994. Les éternels, l’ultimo documentario di Pierre-Yves Vandeweerd, presentato in concorso a Visions du Réel, immortala il quotidiano di chi vive, afflitto, in questa piccola regione che tuttoggi non è riconosciuta né dall’Armenia né dall’Azerbaigian. Nel suo meraviglioso saggio poetico, il regista di Territoire perdu  dimostra che esiste una similitudine emotiva tra il sentimento di sospensione, o non appartenenza ad alcuno stato, che soffrono i cittadini di Nagorno Karabakh (nel complesso, di radici armene) e la sindrome post-traumatica che caratterizza i sopravvissuti al genocidio armeno.

Come spiega Vandeweerd mediante una serie di cartelli che interrompono le belle e potenti immagini del gelido paesaggio di Nagorno Karabakh, questo stato di profondo dolore che accomuna i sopravvissuti armeni è conosciuto, nella loro lingua, con il nome di Tsnorq; una parola che significa letteralmente “provare malinconia per l’eternità”. I malati di Tsnorq sperimentano il tempo in modo diverso. Le ore, i giorni e gli anni si dilatano, e non c’è un solo minuto in cui le sue vittime smettono di pensare al momento in cui saranno liberi dal loro calvario terreno, ossia al momento in cui moriranno e passeranno all’eternità.

Les éternels non cerca la compassione dello spettatore, ma vuole mostrare l’anima in pena del popolo armeno, specialmente di coloro che sono scampati al genocidio o alla sanguinosa guerra del Nagorno Karabakh con i vicini azeri. Scomodo, desolante e fulminante, il film propone un approccio privo di sottigliezze o orpelli che facilitino la comprensione del desiderio di morte dei suoi protagonisti. Les éternels ci trasporta in un non-luogo abitato da fantasmi, dove il tempo si è fermato per accogliere il dolce avvento dell’eternità.

Il film è prodotto da Cobra Films y Zeugma Films, con l’appoggio di ARTE France – La Lucarne.

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