Nagorno-Karabakh. IS, situazione insostenibile (Avantionline 28.08.23)

 

Il Nagorno-Karabakh, alta e florida regione montana del Caucaso rischia di trasformarsi da giardino rigoglioso in un deserto. La regione enclave a maggioranza etnica armena nel territorio Azero ha una storia peculiare. Ed è stata attraversata da vicende estremamente complesse che, intersecandosi, ne hanno plasmato una specificità geopolitica.
La storia che coinvolge il Nagorno è alquanto articolata. Dopo l’Età moderna, a seguito delle due rivoluzioni russe del 1917, il Karabakh divenne parte della Repubblica Federale Democratica Transcaucasica, dissoltasi in poco tempo in Armenia, Azerbaigian e Georgia. Nel corso dei due anni successivi (1918-1920), si susseguirono una serie di brevi conflitti tra Armenia e Azerbaigian in diverse regioni. Successivamente, le truppe turco-ottomane entrarono nel Karabakh, incontrando la resistenza degli armeni (si ricorda che dal 1915 al 1919 ebbe luogo un terribile genocidio degli Armeni nel territorio ottomano). Con la sconfitta dell’Impero Ottomano nella prima guerra mondiale, le truppe britanniche occuparono la regione in attesa di una decisione finale da parte della Conferenza di pace di Parigi.
Nel 1920 in Azerbaigian prevalse la fazione rivoluzionaria che portò ad un’occupazione militare russa e, nello stesso anno, si consumò un feroce conflitto tra il Movimento Nazionale Turco e la Repubblica di Armenia, che si concluse con il tracollo armeno, la perdita di territori occupati dalla Turchia, un’insurrezione popolare e l’occupazione dell’armata rossa dell’Armenia. Nel giro dei seguenti due anni gli stati caucasici si ritrovarono nuovamente riuniti in Unione sovietica, prima come un’unica Repubblica federativa sovietica transcaucasica e successivamente come repubbliche di Armenia, Azerbaigian e Georgia. Il Nagorno-Karabakh fu incorporato nell’Azerbaigian, ma data la peculiarità culturale fu istituito un Oblast Autonomo del Karabakh (che indica una regione a vasta autonomia) a maggioranza armena all’interno della repubblica azera.
Al crollo dell’Unione Sovietica nell’esacerbarsi delle identità religiose e nazionalistiche degli ex stati sovietici riemerse la questione del Nagorno-Karabakh che ha portato ad un primo sanguinoso conflitto tra Azeri e Armeni tra il 1992 e il 1994 conclusosi con un difficile percorso di pace; e a partire dal 2001 sia la Repubblica d’Armenia che la Repubblica dell’Azerbaigian sono entrate nel Consiglio d’Europa. Il conflitto si riaccende nuovamente tra settembre e novembre del 2020, creando una nuova emergenza umanitaria alla quale ha fatto fronte una forza di pace e la Croce Rossa internazionale che garantiva l’approvvigionamento di beni di primaria importanza attraverso il corridoio di Lachin, un piccolo lembo territoriale che consente agli aiuti umanitari di giungere al Nagorno-Karabakh.
L’accorato appello dell’Internazionale socialista si rivolge alle forze internazionali, ai leader progressisti e ai due partiti membri dell’Internazionale Socialista dei due paesi coinvolti, dunque la Federazione Rivoluzionaria Armena e il Partito social Democratico Azero. Di seguito la traduzione della dichiarazione dell’Internazionale sulla crisi umanitaria in corso.

 

Benedetto Ligorio

Ph.D.

 

 

Internazionale Socialista: Dichiarazione sulla crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh

 

L’Internazionale Socialista è profondamente preoccupata per la crescente crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh. Il continuo blocco del corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian ha causato per diversi mesi una situazione insostenibile e una crisi umanitaria. La privazione di cibo, medicine, gas ed elettricità fornite dall’Armenia sta rapidamente provocando fame e una catastrofe umanitaria nella regione.
La politica azera volta alla chiusura del corridoio Lachin dal 12 dicembre 2022, l’interruzione dell’unica linea elettrica ad alta tensione che alimenta il Nagorno-Karabakh l’Armenia dal 9 gennaio 2023, l’interruzione della fornitura di gas dal 21 marzo 2023 e inoltre la il blocco totale dal 15 giugno 2023 ha un impatto disastroso sulle condizioni di vita della popolazione armena autoctona del Nagorno-Karabakh.
Notiamo che dal 15 giugno 2023 le forniture di cibo, medicinali e altri beni essenziali, precedentemente effettuate dalle forze di mantenimento della pace russe e dal Comitato internazionale della Croce Rossa, sono state interrotte a causa del blocco del corridoio Lachin da parte dell’Azerbaigian. Il blocco continuo viola le decisioni giuridicamente vincolanti riguardanti il corridoio Lachin adottate dalla Corte internazionale di giustizia e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.
L’Internazionale Socialista è inoltre estremamente preoccupata per i rapporti e gli allarmi sull’imminente minaccia di genocidio della popolazione del Nagorno-Karabakh, sollevati da eminenti esperti internazionali e da istituzioni competenti, come il Lemkin Institute for Genocide Prevention e Luis Moreno Ocampo, il primo procuratore della Corte Penale Internazionale.
L’Internazionale Socialista esorta il governo della Repubblica dell’Azerbaigian ad aprire il corridoio Lachin per garantire il trasporto di persone e merci in entrambe le direzioni immediatamente in conformità con i suoi obblighi internazionali e le decisioni giuridicamente vincolanti adottate dai tribunali internazionali.
Esortiamo inoltre i nostri partiti membri dell’Armenia e dell’Azerbaigian a lavorare insieme per garantire una risoluzione sostenibile del conflitto del Nagorno-Karabakh.
Chiediamo inoltre alla comunità internazionale di accelerare i suoi sforzi per chiedere alle autorità azerbaigiane di porre fine al blocco del corridoio Lachin.