Nagorno, Putin loda premier armeno: l’accordo una scelta coraggiosa (askanews 02.12.20)

oma, 2 dic. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso apprezzamento oggi per il “coraggio” del primo ministro armeno Nikol Pachinian, criticato nel suo paese per aver accettato un cessate il fuoco che consacra la vittoria dell’Azerbaigian dopo sei settimane di guerra in Nagorno Karabakh.

L’accordo, firmato tra Baku e Yerevan sotto il patrocinio russo il 9 novembre, ha sancito importanti successi territoriali all’Azerbaigian ed è considerato catastrofico da molti armeni, che da allora hanno chiesto le dimissioni di Pashinian.

“Il governo armeno è stato costretto a prendere una decisione molto difficile ma necessaria”, ha detto mercoledì il presidente russo durante una riunione in videoconferenza dell’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva (CTSC), di cui la Russia e l’Armenia fanno parte. “Queste decisioni sono state dolorose e hanno richiesto coraggio personale da parte del primo ministro armeno”, ha continuato Putin, assicurando che il compito della Russia “è ora quello di sostenere il primo ministro e la sua squadra per organizzare una vita pacifica” in Nagorno Karabakh.

In base all’accordo del 9 novembre, l’Armenia si è impegnata a cedere tre distretti – Lachin, Kalbajar e Aghdam – che erano sfuggiti al controllo azero nel 1994. Questi distretti facevano parte di una zona cuscinetto attorno al Nagorno Karabakh, una regione montuosa popolata principalmente da armeni che si sono separati dall’Azerbaigian dopo una guerra negli anni ’90.

La firma dell’accordo è stata accolta male in Armenia ed ha scatenato diverse proteste nelle ultime settimane. Una parte dell’opposizione considera Nikol Pachinian un “traditore” e chiede le sue dimissioni. L’accordo ha tuttavia consentito la sopravvivenza del Nagorno Karabakh ed ha visto il dispiegamento di 2.000 peacekeepers russi responsabili in particolare di garantire la sicurezza del corridoio Lachin, che è diventato l’unica via di collegamento del Nagorno Karabakh con l’Armenia.

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