NAPOLI – 23 aprile 2023 – Atto di commemorazione del genocidio armeno del 1915

NAPOLI. Domenica, 23 aprile, sarà ricordato Medz Yegern – il Grande Male – espressione con la quale gli Armeni nel mondo designano il massacro subito in Anatolia tra il 1915 e il 1916. In occasione del 108° anniversario del Genocidio armeno, la Comunità Armena di Napoli e il “Comitato per il riconoscimento del Genocidio armeno” dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv, organizzano: “ATTO DI COMMEMORAZIONE DEL GENOCIDIO ARMENO DEL 1915.

I responsabili del “Comitato per il riconoscimento del Genocidio armeno” e dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv, rispettivamente, Gevorg Tovmasyan,  e il Gr. Uff. Rodolfo Armenio, invitano i cittadini sensibili verso questa grande tragedia dimenticata a portare un fiore o un cero davanti al ‘Khatchkar’ (croce di pietra – stele commemorativa delle vittime del genocidio armeno, situata all’ingresso della Chiesa di San Gregorio Armeno in Via S. Gregorio Armeno n. 44 – Napoli).

Con il termine genocidio armeno, talvolta indicato anche come olocausto degli armeni, o massacro degli armeni, si indicano le deportazioni e le eliminazioni di armeni perpetrate dall’Impero ottomano tra il 1915 e il 1919, che causarono circa 1,5 milioni di morti. Tale genocidio viene commemorato dagli armeni il 24 aprile.

Il 12 aprile 2015 Papa Francesco riferendosi agli avvenimenti ha parlato esplicitamente di genocidio, citando una dichiarazione del 2001 di papa Giovanni Paolo II e del patriarca armeno, in occasione della messa di commemorazione del centenario in San Pietro, dichiarando che quello armeno «generalmente viene definito come il primo genocidio del XX secolo». Il papa ha denunciato il genocidio come una delle tante persecuzioni ai danni di cristiani che “vengono pubblicamente e atrocemente uccisi – decapitati, crocifissi, bruciati vivi -, oppure costretti ad abbandonare la loro terra”. In risposta, il governo turco ha immediatamente convocato il nunzio apostolico ad Ankara e ritirato l’ambasciatore presso la Santa Sede in segno di protesta. Per analoghi motivi, nello specifico una mozione del parlamento austriaco che riconosce il genocidio, è stato richiamato anche l’ambasciatore turco a Vienna. La dichiarazione ha anche suscitato una forte reazione del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan che il 14 aprile 2015 ha ammonito Papa Francesco affermando che «quando i politici e i religiosi si fanno carico del lavoro degli storici non dicono delle verità, ma delle stupidaggini». Nel giugno 2016 Bergoglio, durante il viaggio in Armenia, utilizza nuovamente il termine “genocidio” scatenando la dura reazione del vice primo ministro turco Nurettin Canikli[45]. Come emerso recentemente dalle carte adesso consultabili dell’archivio segreto vaticano, la Santa Sede non ha fatto altro che rendere più esplicita quella che è sempre stata la sua posizione sulla vicenda poiché ha fin dal principio tentato di opporsi a questo sterminio: ne abbiamo testimonianza grazie alle lettere del legato apostolico di Costantinopoli e dei vari nunzi apostolici, fra i quali il futuro Pio XII (Eugenio Pacelli) che rivelano un’opera incessante in favore del popolo armeno. Anche l’ex presidente statunitense Barack Obama «ha più volte riconosciuto come un fatto storico che 1,5 milioni di armeni furono massacrati negli ultimi giorni dell’Impero ottomano e che un pieno, franco e giusto riconoscimento dei fatti è nell’interesse di tutti». Il 22 aprile 2015 anche la cancelliera tedesca Angela Merkel ha usato per la prima volta il termine genocidio.

 

Sul piano internazionale, sono 30 gli Stati che hanno ufficialmente riconosciuto come genocidio gli eventi descritti.