Nel “Giardino dei giusti” ad Agrigento l’alessandrino Gorrini, che svelò il massacro degli Armeni (Radiogold 12.12.23)

MOLINO DEI TORTI – Il prossimo 15 dicembre l’Accademia di Studi Mediterranei di Agrigento, Istituto di Alta Cultura, onorerà alcune figure distintesi per la loro testimonianza di altruismo e sacrificio per la verità e la giustiziadedicando loro apposite steli che saranno collocate nel “Giardino dei Giusti” realizzato otto anni fa nel cuore della Valle dei Templi ad Agrigento, in collaborazione con il Parco Archeologico dichiarato patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco.

Quest’anno, tra i “Giusti” che, con il loro esempio, andranno ad arricchire l’area del “Giardino”, ci sarà, oltre a Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI che tanto fece per aiutare perseguitati nella seconda guerra mondiale e ad altri personaggi, lo storico e diplomatico alessandrino Giacomo Gorrini. La stele in suo onore sarà collocata ha anticipato Assuntina Gallo Afflitto, fondatrice e anima dell’Accademia e del Giardino vicino a quella del diplomatico Luca Attanasio, ambasciatore d’Italia nella Repubblica Democratica del Congo vittima di un agguato nel 2021 vicino a Goma nel quale persero la vita il suo autista Mustapha Milambo e il Carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci.

Chi era Giacomo Gorrini

Nato a Molino dei Torti nel 1859, lauree in storia e in giurisprudenza, dal 1911 al 1915, data di inizio della soluzione finale della questione armena, l’alessandrino Giacomo Gorrini fu console di Trebisonda, e testimone della deportazione e dei massacri degli armeni, che, rientrato in patria per l’entrata in guerra dell’Italia contro la Turchia, denunciò sulla stampa con grande partecipazione. Suo il memoriale sul’Armenia, redatto alla fine della Grande Guerra, base di partenza per le discussioni di Sèvres, Ginevra, Losanna. Suo anche lo scritto sulla questione armena edito nel 1940 con il titolo “Testimonianze” , segno del suo ininterrotto colloquio con le vittime del genocidio. Gorrini morì novantunenne a Roma nel 1950: la sua terra tombale è stata tumulata a Yerevan nel “Muro della Memoria” di Dzidzernagapert il 25 maggio 2001.

Pima della cerimonia, durante la quale la stele per sarà posta fra il Tempio della Concordia e quello di Giunone, si svolgerà un convegno presieduto dal vescovo Dal Covolo nella Sala delle Conferenze di Casa Sanfilippo, ad Agrigento. L’incontro sarà aperto dai saluti del sindaco di Agrigento Franco Micciché, dall’arcivescovo metropolita Alessandro Damiano, dal Prefetto Filippo Romano. Sarà l’occasione per rievocare, con un intervento di Pietro Kuciukianconsole onorario della Repubblica d’Armenia in Italia, le tappe biografiche e l’impegno tenace di questo alessandrino da non dimenticare.

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