Novità in Libreria : “Sansur: censura, giornalismo in Turchia”

La Turchia ci viene presentata come un paese democratico, modello per l’intera area mediorientale, e da anni se ne discute l’ingresso nell’Unione Europea. Nessuno rac¬conta che è uno dei paesi al mondo col più alto numero di giornalisti in carcere, colpevoli di svelare verità scomode della storia e dell’attualità politica turche.
Un filo invisibile lega le vite raccontate in questo libro. Si tratta di giornalisti, uomini e donne appassionati del proprio mestiere, impegnati a raccontare con professionalità la verità dei fatti e per tal motivo indagati e imprigionati, alcuni addirittura uccisi, in passato. Tutto questo accade in Turchia, paese del Mediterraneo, paese democratico, paese di cui da anni si discute il possibile ingresso nell’Unione Europea.
Marco Cesario ha vissuto a Istanbul, ne ha subito il fascino, i mercati di spezie, i gabbiani in volo sul Bosforo, e ne ha conosciuto le difficoltà e i timori di svolgervi un’inchiesta. Ha incontrato quei giornalisti, i loro colleghi, i loro familiari e attraverso quelle conversazioni, a volte a forti tinte intimiste, riavvolge quel filo narrandoci le loro vite distrutte dalle censure e dagli abusi di potere subiti. Così quel filo diviene testimone del passato e del presente della Turchia, ne svela le atmosfere e le contraddizioni, la cultura e le zone d’ombra. La volontà di svelarle per contribuire alla coscienza civile del proprio paese può condurre un giornalista in carcere, all’esilio o alla morte?
Questo è accaduto ad Ahmet Şık, in carcere per oltre un anno per aver scritto un libro confiscato ancor prima di esser stampato (e di cui qui pubblichiamo alcuni stralci inediti), a Dogan Özgüden, costretto alla fuga clandestina quarant’anni fa e tuttora oggetto di minacce ed intimidazioni nel suo esilio a Bruxelles, a Zeynep Kuray, imprigionata per aver raccontato la guerra di cui è vittima la minoranza curda, a Hrant Dink, ucciso per aver affrontato il tema del genocidio degli armeni, e a molti altri ancora.  Continua