Olanda. La preghiera non stop salva la famiglia armena. Non sarà espulsa (Avvenire 30.01.19)

Ce l’hanno fatta: la famiglia Tamrazyan, di origine armena, non sarà espulsa dall’Olanda. La preghiera non stop della comunità è stata ascoltata. È così finita la maratona religiosa della chiesa protestante di Bethel, all’Aia, per evitare il rimpatrio di una famiglia di profughi armeni, che si era vista rifiutare la richiesta di asilo, nonostante viva in Olanda da nove anni.

Nella serata di martedì la coalizione al governo all’Aja ha raggiunto un accordo che ha concesso il «perdono» ai tre figli, in virtù del fatto che vanno a scuola e all’università. E dunque i Tamrazyan, genitori e 3 ragazzi, nel Paese dal 2010, non saranno espatriati Il caso aveva commosso il mondo.

In Olanda la polizia non ha il diritto di entrare in un luogo di culto e interrompere una funzione religiosa. La famiglia, cristiana credente, ma con il permesso di soggiorno scaduto e che si era vista rifiutare la richiesta d’asilo, ha avuto l’idea di chiedere «asilo» in chiesa. La cerimonia è durata oltre tre mesi, con quasi 650 pastori e fedeli, provenienti da tutto il Paese, ma anche da Francia, Germania e Belgio, che si sono dati il cambio per proteggere i cinque armeni, organizzando una messa a oltranza.

Un momento della preghiera non stop nella chiesa di Bethel a The Hague

Un momento della preghiera non stop nella chiesa di Bethel a The Hague

Ma alla fine il governo olandese ha ceduto e ha garantito alla coppia, con i suoi tre figli, di restare nel Paese.

La famiglia Tamrazyan si era rifugiata il 26 ottobre scorso nella piccola chiesa protestante di Bethel. L’iniziativa ha permesso di strappare al governo anche la promessa di rivedere circa 700 richieste di asilo di minori che erano state rifiutate.

Per la famiglia armena Tamrazyan, dopo la straordinaria testimonianza di solidarietà, ora si apre anche «una prospettiva di futuro in Olanda», come ha fatto notare Theo Hettema, presidente del Consiglio generale della Chiesa protestante dell’Aia. «Abbiamo mantenuto la speranza per mesi e ora questa speranza si sta avverando», ha aggiunto. Hayarpi Tamrazyan, la figlia maggiore di 21 anni, ha espresso il suo sollievo in una conferenza stampa, preceduta da una cerimonia in chiesa.

Vai al sito


Repubblica 30.01.19

 


La messa è finita: la preghiera non stop salva la famiglia armena. Non sarà espulsa dall’Olanda

(TPI 31.01.19) La maratona religiosa della chiesa protestante di Bethel, all’Aia, è finita. Era stata una strategia per evitare il rimpatrio di una famiglia di profughi armeni, che si era vista rifiutare la richiesta di asilo, nonostante viva in Olanda da nove anni.

Il governo dell’Aia si  è espresso positivamente nei confronti della famiglia: i due genitori e i tre figli potranno restare, sopratutto perché i ragazzi vanno ancora a scuola e all’università.

In Olanda la polizia non ha il diritto di entrare in un luogo di culto e interrompere una funzione religiosa. È proprio così che il parroco della chiesa è riuscito ad evitare il rimpatrio.

La famiglia Tamrazyan, cristiana credente, ma con il permesso di soggiorno scaduto, si era vista rifiutare la richiesta d’asilo, e ha avuto l’idea di chiedere “asilo” in chiesa.

Giorno e notte. La cerimonia è durata oltre tre mesi, con quasi 650 pastori e fedeli, provenienti da tutto il Paese, ma anche da Francia, Germania e Belgio, che si sono dati il cambio per proteggere i cinque armeni, organizzando una messa a oltranza.

La costanza è servita: il governo olandese si è arreso e ha garantito alla coppia, con i suoi tre figli, di restare nel Paese.

Questa battaglia non è stata utile solo per il nucleo famigliare in questione: il governo dei Paesi Bassi ha promesso di rivedere altre 700 richieste di asilo di minori che erano state rifiutate finora.