Papa Francesco: “Credo che la Siria non fosse in grado di costruire armi chimiche”. Repubblica.it

Le parole di Bergoglio sull’aereo durante il viaggio di ritorno dalla Turchia

Papa Francesco (lapresse) ROMA – L’occasione è il colloquio con i giornalisti durante il viaggio di ritorno dalla Turchia. Prima una stigmatizzazione del traffico di armi, “è terribile, è uno degli affari più forti in questo momento”. Poi Papa Francesco si sofferma sulle motivazioni delle guerre, in particolare dell’attacco alla Siria che si voleva sferrare qualche mese fa. E dice: “L’anno scorso a settembre si diceva che la Siria aveva le armi chimiche: io credo che la Siria non fosse in grado di farsi le armi chimiche. Chi gliele ha vendute? Forse alcuni di quelli che poi l’accusavano di averle?”.


Secondo il Papa, “su questo affare delle armi c’è tanto mistero”. Sullo sfondo, un’umanità che continua a non imparare dai propri errori: “Sull’atomica – ha scandito Bergoglio – l’umanità non ha imparato. Dio ci ha dato la creazione perchè di questa incultura facessimo una cultura. L’uomo l’ha fatto ed è arrivato all’energia nucleare che può servire a tante cose buone, ma l’ha utilizzata anche per distruggere l’umanità”. Il Pontefice ha poi aggiunto: “”Sono convinto che stiamo vivendo una terza mondiale a pezzi, a capitoli, dappertutto. Dietro di questo ci sono inimicizie, problemi politici, problemi economici, per salvare questo sistema dove il dio denaro e non la persona umana è al centro. E dietro ci sono anche interessi commerciali”.

L’avvicinamento con Mosca. E Papa Francesco non crede che il legame tra Roma e Costantinopoli, sancito dalla sua visita in Turchia, possa dar fastidio al patriarca di Mosca Kirill, il terzo protagonista del dialogo tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse. “Il mese scorso in occasione del Sindo è venuto come delegato il metropolita Ilarion e lui ha voluto parlarmi non come delegato al Sinodo ma come presidente della commissione del dialogo ortodosso cattolico. Abbiamo parlato un pò. Io credo che con l’ortodossia siamo in cammino, hanno sacramenti e successione apostolica, siamo in cammino”.

Poi l’annuncio: “Voglio incontrare il patriarca di Mosca”, ha confermato ai giornalisti. “Ma in questo momento con la guerra in Ucraina ha tanti problemi. Tutti e due vogliamo incontraci e andare avanti. Ilarione ha proposto per una riunione di studio della commissione il tema del primato. Si deve continuare la domanda di Giovanni Paolo II: aiutatemi a trovare una formula di primato accettabile anche alle Chiese ortodosse”.

L’Armenia. “Una cosa che a me sta molto a cuore è la frontiera turco-armena: se si potesse aprire quella frontiera!”. Il Papa affront il tema rispondendo a una domanda sul centenario del genocidio armeno, sempre negato dai turchi, che ricorrerà l’anno prossimo. “So che ci sono problemi geopolitici che non facilitano l’apertura – ha proseguito – ma dobbiamo pregare e aiutare che questo si faccia. L’anno prossimo si faranno tante cose per celebrare il centenario, ma è importante che si vada avanti anche con piccoli gesti”.

L’Iraq. “Io in Iraq io ci voglio andare”, continua Francesco. E confida di aver “parlato col patriarca Sako: per il momento non è possibile. Se in questo momento andassi si creerebbe un problema per le autorità, per la sicurezza”. E il Papa parla anche di una eventuale visita “in un campo profughi: ci voleva un giorno in più e non era possibile per tante ragioni, non solo personali. Allora ho chiesto di stare con i ragazzi rifugiati ospitati dai salesiani”.
Papa Francesco, appello ai potenti dell’Islam: “Condannate il terrorismo”

 

ROMA, 30 novembre 2014 – Di ritorno dal suo viaggio in Turchia Papa Francesco, sull’aereo, approfitta per fare un bilancio dell’esperienza appena vissuta ai confini di quella che lui stesso aveva definito la terza guerra mondiale.
E nel percorso da Fiumicino verso il Vaticano, ha fatto una sosta alla basilica romana di Santa Maria Maggiore: ha voluto la deviazione per ringraziare la Madonna, com’è ormai sua consuetudine al ritorno da ogni suo viaggio, per l’esito della visita.

IL TERRORISMO – “Ho detto al presidente Erdogan: sarebbe bello che tutti i leader islamici, i leader politici, religiosi, accademici, condannino chiaramente il terrorismo e dicano che quello non è Islam – racconta il Pontefice – Abbiamo bisogno di una condanna mondiale, che gli islamici dicano chiaramente, noi non siamo quello, questo non è il Corano”.

LA FRONTIERA ARMENA – “Una cosa che a me sta molto a cuore è la frontiera turco-armena: se si potesse aprire quella frontiera!”, ha esclamato Papa Francesco rispondendo a una domanda sul centenario del genocidio armeno, sempre negato dai turchi, che ricorrerà l’anno prossimo. “So che ci sono problemi geopolitici che non facilitano l’apertura – ha proseguito – ma dobbiamo pregare e aiutare che questo si faccia. L’anno prossimo si faranno tante cose per celebrare il centenario, ma è importante che si vada avanti anche con piccoli gesti”.

IL RAPPORTO CON MOSCA – “Al patriarca di Mosca Kirill io ho fatto sapere, e lui era d’accordo, la voglia di trovarci. Tu mi chiami e io vado, gli ho detto. E lui anche ha la stessa voglia. Ma in questi ultimi tempi col problema della guerra e con tanti problemi che ci sono, l’incontro col Papa è passato in secondo piano. Ma tutti e due vogliamo incontrarci, vogliamo andare avanti”, spiega Francesco rispondendo a una domanda sulle prospettive dei rapporti col Patriarcato di Mosca, dopo gli incontri avuti con quello di Costantinopoli.

I RIFUGIATI – Sulla visita mancata a un campo di rifugiati, il Papa si è detto molto dispiaciuto: “Io volevo andare in un campo di rifugiati: ho fatto tutti i calcoli, ho fatto di tutto e ci voleva un giorno in più, ma non era possibile. Non era possibile per ragioni non solo personali”.
In ogni caso, aggiunge, “ho chiesto ai Salesiani che lavorano con i ragazzi e i rifugiati. Ho avuto un dialogo con loro. E qui approfitto per ringraziare il governo turco – ha aggiunto -. Ma è generoso! Io ho dimenticato i numero dei rifugiati che ospita la Turchia, un milione? Tu sai cosa significa un milione di persone che ti vengono lì, e tu devi pensare alla loro salute, all’alimentazione, a dare un letto, una casa. È stato generoso e voglio pubblicamente ringraziarlo”.

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