Papa in Armenia a giugno: la gioia della comunità armena (Radio Vaticana 14.05.2016)

Grande gioia nella comunità armena per la visita del Papa in Armenia dal 24 al 26 giugno prossimi. Ieri il programma è stato reso noto dalla Sala Stampa Vaticana: le tre dense giornate prevedono la visita al memoriale dell’eccidio del 1915-16,  momenti di ecumenismo come la preghiera per la pace e la dichiarazione congiunta con la Chiesa armeno apostolica e l’incontro con la comunità cattolica. Al microfono di Paolo Ondarza l’arcivescovo degli armeni cattolici di Aleppo in Siria, mons. Boutros Marayati

R. – Per noi armeni si tratta di una notizia che ci fa onore e che ci dà una grande, grande gioia. E questo anzitutto perché il Santo Padre, che conosce bene la storia degli armeni, viene come pellegrino per ricordare la memoria dei martiri armeni. L’anno scorso – il 12 aprile – ha celebrato la Messa in occasione del centenario dei martiri armeni, del genocidio perpetrato dagli ottomani nel 1915. E quest’anno, a coronazione di questa celebrazione, verrà personalmente a visitare questa terra cristiana, in cui c’è il sangue dei martiri, e a pregare. Avrà anche un incontro ecumenico con la Chiesa armeno-ortodossa: così questa visita avrà anche un valore ecumenico. Ma viene anche per incoraggiare la presenza della Chiesa armeno-cattolica: noi siamo presenti in Armenia, con il nostro arcivescovo, con i sacerdoti, le suore e tanti fedeli che stanno qui, che hanno vissuto qui durante il regime sovietico e che adesso sono liberi ed hanno incominciato a riaprire le loro chiese. La visita del Santo Padre e la sua Santa Messa nel centro di Gymuri è per noi un grande incoraggiamento. Cominciando dal Presidente fino ad arrivare all’ultimo cittadino saremo lì ad accogliere il Santo Padre. Speriamo che possa darci anche speranza per una vita di pace con tutti i Paesi che confinano con questo piccolo Paese, che è l’Armenia; ma anche per una collaborazione fra gli armeni della Repubblica Armena e tutti gli armeni che stanno nella diaspora.

D. – Guardando agli avvenimenti che scandiranno questa visita, lei ricordava la visita al memoriale del martirio degli armeni; ci sarà poi la firma di una dichiarazione congiunta con la Chiesa armena apostolica; il Papa pregherà poi presso il Monastero di Khor Virap, che è il luogo della prigionia di Gregorio Illuminatore… Quindi sarà un viaggio con contenuti molto forti per l’Armenia, ma anche – potremmo dire – per la situazione internazionale…

R. – Senz’altro, anche perché l’Armenia pensa e vorrebbe entrare nella Comunità Europea. L’Armenia ha anche problemi di guerra e di pace con gli altri Paesi vicini… Sarà occasione di pensare a una pace, a una intesa. Credo che la cosa più bella e più poetica sarà proprio quando andrà a visitare il Convento di Khor Virap: da lì si vede il Monte Ararat, il monte biblico, il monte armeno, che oggi si trova in territorio turco… Noi lo vediamo da questa parte e ci dice che l’Arca di Noè è arrivata lì e che un giorno tutto il popolo armeno sarà vicino a Dio grazie ai martiri che ha dato per Cristo.

D. – Una visita che si pone in continuità con quella di San Giovanni Paolo II: cosa è rimasto di quel viaggio apostolico?

R. – Quel viaggio apostolico – al quale ho partecipato – ha avuto un carattere molto privato; questo viaggio avrà, invece, un’apertura più forte, perché il Santo Padre andrà a Gymuri, nel nord dell’Armenia, dove c’è una presenza molto forte di armeni cattolici. E questo anche con la benedizione del Catholicos apostolico armeno di Etchmiadzin, che lo accompagnerà. Presiederà una Messa lì, nella piazza di questa città di Gymuri, dove c’è una presenza cattolica. Quindi c’è davvero questa grande apertura.

Vai al sito