Rabbia della Turchia contro Usa per inserimento nella lista dei Paesi che sfruttano bambini-soldato (Sputniknews 02.07.21)

L’amministrazione Biden aveva cercato di trovare il modo di ricucire le relazioni con il suo alleato turco dopo la spaccatura su per la vicenda S-400/F-35. Le tensioni sono tuttavia cresciute per la decisione americana di riconoscere il genocidio armeno e per le divergenze sulla cooperazione degli Stati Uniti con le forze curde in Siria.
Ankara respinge categoricamente la mossa degli Stati Uniti di aggiungere la Turchia alla lista dei Paesi implicati nell’uso di bambini-soldato, ha fatto sapere oggi il ministero degli Esteri turco.
L’annuncio arriva dopo la decisione senza precedenti di Washington giovedì di aggiungere Ankara all’elenco di Paesi che avrebbero usato bambini-soldato nell’ultimo anno. Il rapporto 2021 sul traffico di persone del Dipartimento di Stato americano accusa la Turchia di dare “sostegno tangibile” ad una milizia jihadista di turkmeni siriani nota per reclutare e utilizzare bambini soldato.
Un funzionario del Dipartimento di Stato ha indicato che nell’elenco “per la prima volta compare un membro della Nato” e ha suggerito che lo status della Turchia “come rispettato leader regionale” le ha dato “l’opportunità di realizzare il reclutamento e l’impiego di bambini-soldato in Siria e Libia”.
Bandiera della Turchia - Sputnik Italia, 1920, 02.05.2021

Vicepresidente turco afferma che il termine genocidio “andrebbe utilizzato per Washington”
Il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price ha auspicato che la lista dei bambini-soldato non influisca “sulle discussioni costruttive che stiamo avviando con la Turchia, nel contesto dell’Afghanistan o di qualsiasi altra area di interesse comune”.
Insieme alla Turchia, anche gli alleati pakistani di Washington sono stati inclusi nell’elenco del Child Soldiers Prevention Act, che minaccia sanzioni nell’area della cooperazione militare a danno degli Stati inclusi. L’elenco comprende anche Afghanistan, Birmania, Repubblica Democratica del Congo, Iran, Iraq, Libia, Mali, Nigeria, Somalia, Sudan del Sud, Siria, Venezuela e Yemen. La lista definisce “bambini soldato” qualsiasi persona di età inferiore ai 18 anni che partecipa ad operazioni militari “come membro delle forze armate governative, della polizia o di altre forze di sicurezza”.