Rassegna stampa articoli del 24 aprile 2018

Armenia ritrova l’unità nell’anniversario del genocidio (Diarioweb-it 24.04.18)

Erevan (Armenia), 24 apr. – L’Armenia divisa politicamente, all’indomani delle dimissioni di Serzh Sarkisian dà prova di unità nell’anniversario del massacro di 1,5 milioni di armeni sotto l’impero ottomano nel 1915.

Le commemorazioni del genocidio armeno sono ricorrenza sentitissima nel Paese caucasico e gli armeni sono confluiti da tutto il Paese verso il memoriale di Tsitsernakaberd, la collina delle rondini a Erevan, con fiori e foto, per onorare le vittime della mattanza dei tempi della Prima guerra mondiale.

L’evento cade quest’anno all’indomani delle dimissioni dalla carica di premier dell’ex presidente Sarkisian, gesto che ha spiazzato il Paese a soli 10 giorni dalla sua nomina, sulla scia di proteste promosse dall’opposizione capeggiata da Nikol Pashinyan.

Ma oggi, quella che doveva essere una nuova puntata delle manifestazioni di protesta, con Pashinyan a guidare un corteo sino al memoriale, è diventata un atto di unificazione: il leader dell’opposizione ha annunciato che avrebbe marciato assieme al neo-premier ad interim Karen Karapetyan. Entrambi hanno chiamato il Paese a restare unito.


Presidente armeno rende omaggio a vittime del genocidio del 1915 (Askanews 24.04.18)

Roma, (askanews) – Il presidente armeno Armen Sarkissian ha reso omaggio alle vittime del genocidio armeno, a Erevan, 103 anni dopo il massacro di 1,5 milioni di armeni da parte delle forze ottomane nel 1915. La giornata di omaggio segna una pausa nella crisi politica che ha visto le dimissioni del premier Serzh Sarkisian dopo giorni di protesta.

“Sono piena di speranza ora, vedo quanti giovani vengono qua e vedo il cambiamento di mentalità che sta avvenendo, e spero che il nostro futuro sia ricco di cose buone”.

“Oggi sono qui per commemorare il nostro passato di lotta, e come la nostra gente è stata capace di sopravvivere, ora abbiamo vinto e siamo qui per dimostrare a tutto il mondo che siamo forti”.

“E’ tardi, ma meglio tardi che mai. E’ buono che tutto avvenga in un’atmosfera pacifica, grazie al nostro popolo”.

 


Il genocidio degli armeni. “Come si fa a dimenticare?” (La Stampa 24.04.18)

Incontro con uno degli ultimi sopravvissuti allo sterminio a opera dei turchi: “Ma tra di loro ci sono brave persone”

«Avevo sei anni quando siamo scappati dalla nostra casa di Kars. Non siamo più tornati, da quel giorno la nostra è stata una vita violata». Andranik Matevosyan, 106 anni, parla con disarmante lucidità di cose vissute un secolo fa. È un sopravvissuto – uno dei pochissimi ancora in vita – del genocidio armeno, lo sterminio sistematico su base etnica condotto dall’Impero ottomano prima, e dalla Repubblica di Turchia dopo.

Roma, 24 apr. (askanews) – Su proposta della consigliera di Fdi Rachele Mussolini l’Assemblea capitolina ha osservato in apertura di seduta un minuto di silenzio in ricordo del genocidio armeno. “Oggi 24 aprile ricorre l’anniversario del genocidio armeno 1915-16, nonostante nessuno dei canali ufficiali del Comune lo abbia ricordato”, ha lamentato la consigliera Mussolini per motivare la sua richiesta.

Genocidio armeni, assessore lombardo Galli: vicini a loro comunità (Diarioweb.it 24.04.18)

Milano, 24 apr. – “Desidero esprimere tutta la mia vicinanza morale alla comunità armena di Milano e all’Unione armeni d’Italia e, naturalmente, a tutte le comunità armene nel mondo, in questo giorno in cui si celebra il ricordo dell’immane tragedia che ha colpito questo popolo nel XX secolo”. E’ quanto ha dichiarato l’assessore all’Autonomia e alla Cultura di Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, ricordando “un genocidio che ha causato oltre un milione e mezzo di vittime innocenti, iniziato con gli arresti di quella famigerata notte a Costantinopoli, tra il 24 e il 25 aprile del 1915, con centinaia di migliaia di persone giustiziate, deportate, morte di stenti: si trattò di una repressione (senza eguali) contro la libertà di un popolo, contro la sua sacrosanta aspirazione all’autodeterminazione, contro la sua antica Chiesa apostolica”.

“Una persecuzione che si configurò come il tragico preludio e come l’anticipazione di un secolo che sarebbe stato segnato in profondità dai genocidi” ha rimarcato l’assessore, aggiungendo “auspico che al più presto anche il governo turco di Ankara (per quanto abbia recentemente fatto dei piccoli passi in avanti in questa direzione) arrivi a riconoscere, nelle motivazioni e nelle dimensioni messe a fuoco dagli storici, il genocidio armeno”. “Negarlo significa voltare le spalle alla storia – ha concluso – negarlo significa far morire tutte quelle vittime una seconda volta, il 24 aprile di ogni anno”.


Ricordate le vittime del genocidio armeno: commemorazione a Palazzo Moroni (Padovaoggi.it 24.04.18)

Si è svolta di fronte a Palazzo Moroni la cerimonia di commemorazione del genocidio armeno. Presenti le più alte cariche cittadine, tra cui il prefetto Renato Franceschelli che ha deposto una corona di fiori sotta la targa presente nel cortile del Municipio.

Il ricordo

Sono intervenuti il vice sindaco Arturo Lorenzoni, il vice presidente della provincia Fabio Bui, la presidente associazione Italia Armenia Flavia Randi, Vartan Giacomelli della stessa associazione e padre Grigorian Zakevos che è rappresentante della Congregazione Mechitarista Isola Armeni Venezia.


Genocidio armeno: Aleppo in piazza contro la Turchia (Cagliaripad.it 24.04.18)

«Il cittadino armeno non ha mai perdonato che si sia sgozzato suo padre sulla montagna curda, ma lui ti ama perché neppure tu hai mai perdonato a coloro che hanno marchiato con questa nera macchia la fronte del popolo turco». Così scriveva il  poeta turco Nazim Hikmet in memoria del genocidio armeno.

Era il 24 aprile del 1915 quando, nelle vaste terre dell’Impero Ottomano, circa seicento notabili armeni venivano assassinati per ordine dell’allora governo dei Giovani Turchi. Da quel momento fu una tragedia immane per il popolo armeno.

Per ricordare questo genocidio la popolazione di Aleppo in Siria, nella giornata di ieri e oggi ha manifestato contro la Turchia e per non dimenticare quell’olocausto.

Le celebrazioni sono state organizzate dalla comunità siro armena di Aleppo e si sono svolte senza alcun incidente.


Roma, 24 apr 17:00 – (Agenzia Nova) – Turchia: Erdogan, il paese ha responsabilità di condividere “storico dolore” degli armeni per eventi della prima guerra mondiale – È responsabilità della Turchia condividere lo “storico dolore” del popolo armeno per le misure adottate dalle autorità ottomane contro i sudditi armeni durante la prima guerra mondiale. È quanto afferma il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in un messaggio alla Chiesa armena di Istanbul inviato oggi. Nella giornata odierna, gli armeni commemorano le vittime di quello che ritengono il genocidio condotto nei loro confronti dall’Impero ottomano tra il 1914 e il 1923. Nel suo messaggio, Erdogan offre le proprie condoglianze ai discendenti “degli armeni ottomani che hanno perso la vita” durante la prima guerra mondiale. “Per la Turchia, è responsabilità di coscienza e morale condividere lo storico dolore dei nostri cittadini armeni”, dichiara Erdogan nel suo messaggio. Il presidente della Turchia aggiunge: “Continueremo a condividere il vostro dolore e proveremo a risolvere i nostri problemi in futuro”. (segue) (Res)


La Turchia nega ancora il Genocidio degli Armeni. I Curdi a rischio? (secoloditalia 24.04.18)

Il 24 aprile del 1915, oltre un secolo fa, prendeva il via il Medz Yeghern, il “grande crimine” in lingua armena, ossia quello che oggi conosciamo come il genocidio degli Armeni. Nel 1915 e nel 1916 si consumava uno dei più grandi massacri etnici della storia: si calcola che l’Impero ottomano soppresse un milione e mezzo di Armeni e ne deportò un numero anche superiore. Ma a un secolo di distanza gli eredi dell’Inpero ottomano, impero espansionista e imperialista per definizione, ossia i Turchi, negano ancora che il genocidio sia mai avvenuto. Cosa in realtà oramai un po’ difficile da negare, poiché tutti gli storici concordano sulle modalità dello sterminio. Oltre a libri, film, documentari, dedicati alla tragica vicenda. Diversamente da altri stermini, questo degli Armeni fu oscurato per decenni, dapprima per ragioni di politica estera, non si voleva infastidire la Turchia, e poi perché anche l’Unione Sovietica negli anni successivi, attuò i medesimi metodi, non tanto con gli Armeni, quanto con gli Ucraini e gli altri popoli dell’Urss non russi, che subirono uccisioni di massa e deportazioni massicce. Fu solo dopo il crollo del comunismo e l’indipendenza dell’Armenia, proclamata nel 1990 e riconosciuta nel 1991, che l’olocausto armeno iniziò a essere conosciuto al di là delle comunità della diaspora armena.

Lo sterminio anticipato da una campagna d’odio

Lo sterminio fu anticipato da una campagna d’odio contro gli Armeni, che si concretizzò con la presa del potere dei cosiddetti Giovani Turchi, che già prima della Grande Guerra mostrarono ostilità verso gli Armeni temendo che potessero allearsi con i russi, tradizionali nemici degli Ottomani. Il genocidio degli Armeni fu anticipato da un massacro di 30mila Armeni nel 1909 in Cilicia, nel sud dell’attuale Turchia. Ma lo sterminio partì nel 1915, sia per la proclamazione della jihad da parte del sultano Maometto V sia per l’atteggiamento dei Giovani Turchi. In realtà, gli Armeni si trovarono contro tutta la Turchia sia per motivi religiosi, loro erano cristiani, sia per motivi nazionalisti, quindi laici. Per questo non c’è da sorprendersi se molti Armeni turchi disertassero durante la Prima Guerra Mondiale e altri addirittura si arruolassero con i battaglioni armeni dell’esercito imperiale zarista. Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 furono arrestati nella zona di Costantinopoli migliaia di intellettuali armeni, le menti pensanti, dapprima deportati verso l’interno e poi massacrati durante la strada. Quelle che in seguito furono chiamate “le marce della morte” furono organizzate da ufficiali tedeschi in collegamento con l’esercito turco e coi miliziani curdi, allora fedeli alleati degli Ottomani. L’alleanza tradizionale tra tedeschi e turchi è proseguita sino ad oggi, basti pensare in Germania vivono cinque milioni di turchi. Qualcuno parla di sterminio più che armeno, cristiano, perché l’intento degli ottomani era di colpire i cristiani più che una determinata etnia. Però gli Ottomani rimproveravano agli Armeni il fatto di non essere fedeli all’Impero di Costantinopoli, cosa che contrastava col progetto della Grande Turchia portato avanti dai Giovani Turchi. Va anche detto che quando la Turchia perse la guerra gli inglesi arrestarono alcune decine di ufficiali turchi per indagare a proposito del genocidio. Tuttavia gli inglesi non trovarono prove riguardo alla volontà di compiere il genocidio.

Sono i curdi il prossimo obiettivo di Ankara?

Ancora oggi la Turchia rifiuta di riconoscere il genocidio armeno, ed è prevista addirittura la prigione per chi lo menzioni. Il comportamento di Ankara è preoccupante, anche perché in questi anni si sta profilando un altro desiderio di genocidio, quello verso i curdi, sottoposti dalla Turchia a una autentica persecuzione, dentro e fuori  i confini nazionali, alla quale va riconosciuto che alcune frange estremiste curde rispondono col terrorismo e con la violenza. I curdi abitano in cinque nazioni diverse, tra cui la Turchia, della quale rappresentano ben il 20 per cento della popolazione. Probabilmente il progetto panturco di Kemal Ataturk vive ancora in Recepì Tayyp Erdogan e nel suo governo, e sta all’Occidente era impedire altri eccessi. Va anche ricordato che l’Unione europea, prima dei recenti atteggiamenti di Erdogan, era desiderosa che Ankara entrasse nella Ue e persino l’Italia, zerbino di Bruxelles, ne auspicava l’entrata. Fortunatamente l’aggressività di Erdogan hanno allontanato la Turchia dall’Europa, dando ragione a tutti coloro che ammonivano sull’ingresso della Turchia in Europa.


Armenia: marcia per commemorare massacro nella Grande Guerra (Euronews.com 24.04.18) Video


Asolo ricorda il 103esimo anniversario del genocidio Armeno (Trevisotoday.it 24.04.18)

ASOLO Nella ricorrenza dell’anniversario del genocidio armeno (24  aprile),  Asolo ricorda la presenza in essa di una piccola comunità che ebbe origine quando, verso la fine dell’Ottocento, l’Arcivescovo Iknadios Gurekian,  Abate della Congregazione dei Padri Mechitaristi di Venezia,  acquistò  Villa Contarini,  a Sant’Anna,  quale residenza estiva del Collegio Armeno Moorat Raphael di Venezia e vi costruì la chiesetta intitolata alla Santa Croce,  con foggia ricalcante la struttura classica della chiesa armena con pianta centrale. La residenza estiva era utilizzata per consentire agli studenti,  provenienti in maggior parte dal Medio Oriente e quindi impossibilitati a ritornare a casa,  di trascorrervi il periodo delle vacanze;  in seguito,  nell’occasione della Commemorazione della Santa Croce,  divenne un ritrovo estivo per le famiglie di ex allievi che in questo modo rinsaldavano vecchie amicizie ricordando il passato. La sua frequentazione si protrasse fino agli anni ’60. La presenza ad Asolo di intellettuali armeni generò una serie di opportunità di contatti con intellettuali italiani gravitanti nella zona. Tra questi va segnalato il Maestro Gian Francesco Malipiero che si è interessato in maniera approfondita alla musica armena.

Tra le personalità vissute ad Asolo piace ricordare l’architetto Leon Gurekian (Costantinopoli 1871 – Asolo 1950), figura di intellettuale e patriota armeno i cui  familiari  perirono  tutti  nel  genocidio.  Ad  Erevan,  odierna  capitale dell’Armenia, nel marzo 2015, è stata inaugurata una mostra a lui dedicata alla quale ha partecipato anche una rappresentanza  asolana che ha portato un messaggio del Sindaco in cui veniva sottolineato il suo impegno e il suo  coraggio  nel  perseguire  l’obiettivo  della  realizzazione  dell’indipendenza della Repubblica Armena.

Dal settembre del 2016, Asolo ha stretto un “Patto di Amicizia” con la città Armena di Jermuk. “Desidero esprimere tutta la mia vicinanza morale alla comunità armena di Jermuk e all’ Unione Armeni d’Italia e, naturalmente, a tutte le comunità armene nel mondo, in questo giorno in cui si celebra il ricordo dell’immane tragedia che ha colpito questo popolo nel XX secolo – dichiara il Sindaco di Asolo, Mauro Migliorini –  un genocidio che ha causato oltre un milione e mezzo di vittime innocenti, con centinaia di migliaia di persone giustiziate, deportate, morte di stenti: si trattò di una repressione (senza eguali) contro la libertà di un popolo, contro la sua sacrosanta aspirazione all’autodeterminazione, contro la sua antica Chiesa apostolica”.