Report, la puntata del 21 novembre: il cibo per bambini e Azerbaijan (Agoravox Italia 22.11.16)

Cos’è la “democrazia al caviale”, dove un politico è accusato di corruzione e riciclaggio?

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Cos’è la democrazia? Non è un diritto acquisito immobile nei secoli, ma se non stai attento, rischiamo che cambi pelle. Si parte dal Consiglio d’Europa, un ente nato nel 1949 per difendere le democrazie, i diritti e abbraccia tanti paesi anche nell’est. Chi entra nel Consiglio deve firmare un accordo e rispettare i principi, inderogabili.
I principi non si comprano, si rispettano.
Questa storia parte dall’Azerbaijan, arriva a Panama, fino alla Puglia.
Toccano il deputato Volontè, con l’accusa di corruzione: in Europa avrebbe retto la lobby azera, in Europa, che usava i soldi per comprare il consenso nel Consiglio europeo: 2 milioni di euro, un’inezia per questo paese che vive di idrocarburi e che ha bisogno di comprarsi una buona immagine.
Come si vive in Azerbaijan? Da 23 anni il paese è governato dalla dinastia Aliyev, che detiene i settori produttivi, banche e petrolio, controlla l’informazione. 48 miliardi di dollari sono stati spostati nei paradisi fiscali, a Panama per esempio: in società anonime costituite ad hoc ed emerse dall’inchiesta Panama papers.
A Panama l’evasione fiscale non è reato, dice il presidente degli avvocati: impediscono ai magistrati di conoscere i proprietari di una società su cui stanno indagando, con le loro leggi.
Le tasse arrivano al massimo al 30%: portare i soldi fuori dall’Italia e arrivare qui e nascondere i beni è in fondo semplice.
Il cambio di residenza e la costituzione di una società anonima costa circa 3000 euro: se poi l’ordine di costituzione della società passa attraverso più avvocati, si rende ancora più difficile l’azione dei magistrati, che devono allungare la catena delle rogatorie.
A Panama si trovano i soldi dei narcos, i signori della droga, che trattano i loro affari nei più importanti grattacieli della città. Lo studio Fonseca, il più grande a Panama, ha curato anche gli interessi della famiglia Aliyev.
Le figlie del presidente fanno beneficenza negli Stati Uniti, mentre le società di telefonia mobile sono intestate a due società panamensi, che dietro hanno loro.
Mentre esplodeva lo scandalo dei Panama Papers, in Azerbaijan è partita la guerra, nella zona del Nagorno Karabach: il sospetto è che Aliyev abbia voluto nascondere lo scandalo con la guerra di aprile, che ha prodotto quasi 300 morti.
Secondo la procura di Milano il deputato Volontè avrebbe preso 2 milioni di euro, per orientare la votazione del gruppo popolare contro la relazione del deputato tedesco Strasser, dove si parlava dei detenuti politici in Azerbaijan. All’eurodeputato Strasser è stato negato l’ingresso nel paese: ci sono centinaia di giornalisti in carcere, eppure l’aula nel Parlamento votò contro la relazione.
Un’aula piena di deputati russi e turchi, che mai erano entrati in aula, che votarono mettendo in dubbio l’esistenza di prigionieri politici.
La lobby azera è stata raccontata da un documento che si chiama “caviar democracy”: racconta il potere della lobby, con favori e ricatti per ingraziarsi i politici europei.
Con prostitute mandate in camera e poi usate come arma di ricatto.
Con doni ai politici come il famoso caviale.
Il Consiglio d’Europa monitora i 47 paesi su giustizia e diritti civili: una condanna del Consiglio pregiudicherebbe gli affari del paese, anche quelli con l’Italia.
Nell’aula è ancora oggi vietato parlare di tangenti e del deputato Volontè e del voto del PPE.
E ancora oggi di aprire una commissione d’inchiesta sul caso non se ne parla proprio.
I soldi all’eurodeputato italiano sono arrivati tramite 4 società anonime, soldi arrivati alla sua fondazione a Saronno dalle Seychelles. Tutto normale per le persone della fondazione in Italia …
Si riparte da Saronno, sede della fondazione di Volonté: i soldi erano legati ad una consulenza, per 1 milione l’anno, frutto di una donazione, dice il deputato Volonté.
2 milione di donazione, e i 300 mila euro sono il frutto di una consulenza: tutte donazioni non tassabili, che si sommavano ai soldi da deputato. Che fine hanno fatto? Petizioni, iniziative, li abbiamo messi in banca.
I bilanci della fondazione non sono stati mostrati al giornalista ma il deputato li ha mandati alla Prefettura: ma i bilanci sono pubblici così si scopre che tra il 2013 e il 2014 l’attivo cresce per milioni di euro, tutto merito degli azeri.
L’indagine è partita dalla banca di Barlassina, a cui sono arrivati i soldi: tutto colpa di un qui pro qui, si è difeso Volonté.
Lui si fidava, dice a Mondani, ma la banca no e dalla sua denuncia è partita l’inchiesta: così si scopre l’esistenza di soldi movimentati dalle banche azere, che finiscono in società anonime passando per la comunità europea.
Il codice di comportamento dell’assemblea vieta regali, soldi, qualsiasi situazioni da conflitto di interesse: Volonté ha preso una donazione da 1 ml l’anno, da un paese su cui doveva poi prendere una decisione importante.
Quanto è credibile ora il Consiglio Europeo?
In quei mesi, quando si è votato sui diritti civili in Azerbaijan, si è deciso anche l’accordo commerciale sul TAP in Puglia: nel 2013 il rapporto Strasser è stato bocciato, e pochi mesi dopo Letta è andato in Azerbaijan a firmare un accordo. Non è un caso.
Il gasdotto costa 45miliardi di dollari, parte di questi ricadono sull’Italia e non sono noti: obiettivo del gasdotto è renderci indipendenti dal gas russo. Gas che dovrebbe sbucare sulle spiagge pugliesi, fino a Melendugno, dove ci sarà una centrale.
Dalla centrale si arriverà fino a Brindisi: la spiaggia è difesa dal presidente della regione, che ha bisogno del gas per riconvertire le centrali al nord della regione ancora a carbone.
Ha proposto di spostare il percorso a nord, verso Brindisi, ma inascoltato: non avendo ancora ricevuto la VIA, ha bocciato l’opera.
Il country manager del TAP sostiene che non sono riusciti a controllare i documenti della regione.
Di chi è la colpa?
I 55 km del percorso del TAP, a carico della Snam, dovremmo tagliare degli ulivi: se invece il TAP attraccasse a Brindisi si risparmierebbero ulivi e soldi.
La logica dello Sblocca Italia ha portato regione e Stato a non parlarsi: non si è tenuto conto della sismicità dell’area, dicono quelli del comitato contro il TAP.
Non solo: l’Oxford institute dice che non ci sono giacimenti sufficienti per la richiesta, di quelli promessi all’Italia. E se nel gasdotto dovesse arrivare del gas russo?
L’importante è che il gas arrivi. Ma l’Eni dice che siamo in over supply col gas, allora chi ha ragione?
E come mai la società del gas ha sede a Zug, dove ci si va a nascondere?
La società TAP è andata a Zug per pagare meno tasse ma ha chiesto 2 miliardi di finanziamenti alla Banca di investimenti europei: alla fine il TAP lo pagheremo noi con le bollette?
Qualche scatoletta di caviale è arrivata anche al deputato pugliese di FI Vitali.
Il presidente Aliyev è generoso: finanzia i musei capitolini e altri lavori a Roma. E firma con Renzi un accordo strategico per dare all’Italia più gas, ma nel frattempo la repressione contro le opposizioni aumentano.
Se insisti a scrivere rischi il carcere o anche la morte – raccontano alcuni giornalisti: Jafarov è uno di questi, che è uscito dal carcere su pressioni dell’Europa.
Tana de Zulueta era una degli osservatori dell’OCSE alle ultime elezioni: c’erano seggi infarciti, ovvero dove prima che iniziassero le votazioni c’erano già le schede.
Nel 2015 il Parlamento europeo non ha inviato i suoi emissari alle elezioni politiche e gli uffici dell’Ocse sono stati chiusi dal governo. Quando non vuoi far vedere quello che succede a casa tua, cacci via l’osservatore.
Volontè vorrebbe diventare commissario per i diritti umani, nel Consiglio Europeo: come è possibile da uno che ha preso soldi da un paese che calpesta i diritti umani.
“E’ una buona domanda” – ha risposto.
Tra i politici amici dell’Azerbaigian ci sono Gasparri e la Lanzillotta, perfettamente bipartisan.
Oppure come quel (il senatore Divina) che ammetteva, tranquillamente, che per qualche giornalista qualche mese di carcere non farebbe male …
Che credibilità ha il Consiglio d’Europa che non ha alzato un dito contro la Turchia, contro l’Azerbaijan?
L’organismo che è stato fondato per presidiare i nostri diritti, sta avallando questi regimi.