San Biagio spiegato ai bambini (Nostrofiglio.it 31.01.23)

San Biagio spiegato ai bambini

San Biagio è conosciuto e venerato sia in Occidente che in Oriente, il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa. Legate a San Biagio ci sono leggende e curiosità ma poche informazioni legate alla sua vita.

Ciò che sappiamo è che nacque a Sebaste, in Armenia, sul finire del III secolo dopo Cristo. Studiò medicina e intraprese la professione di medico ma lo fecero vescovo, lui però non dimenticò mai la sua vera natura. Infatti a Sebaste dove operò come vescovo fece tanti miracoli. Il più noto fu quello della guarigione di un bambino a cui si era conficcata una lisca in gola. Per questo fu definito il Santo protettore della gola.

San Biagio fa parte dei santi invocati per la guarigione di mali particolari. E’ venerato in moltissime città e ne è anche il santo patrono di alcune di esse.

Dopo la sua morte il corpo è stato deposto nella cattedrale di Sebaste, ma una parte dei resti si trovano in provincia di Potenza, a Maratea, dove giunsero in seguito ad una tempesta con un carico che da Sebaste doveva giungere a Roma. Oggi, sono conservati nell’attuale basilica, sull’altura detta ora Monte San Biagio.

San Biagio quando si festeggia

Il nome Biagio deriva dal latino Blasius e significa balbuziente.  San Biagio si festeggia il 3 Febbraio (si ritiene sia il giorno della sua decapitazione) in tutta Italia.

Secondo la tradizione cattolica, durante la celebrazione liturgica viene impartita dal parroco una speciale benedizione alle gole dei fedeli incrociando due candele oppure dell’olio benedetto (come si faceva in passato), chiedendo la sua intercessione. Diverse sono le tradizioni che si sono tramandate nel tempo in occasione di questa ricorrenza.

San Biagio è protettore della gola edei laringoiatri ma anche di pastori, agricoltori, cardatori, fiatisti, materassai.

 

San Biagio protettore della gola: la leggenda

A “San Bias se benedis la gola e él nas” Questo è il detto popolare che deriva dal miracolo della gola ad opera di San Biagio.

La leggenda narra di un bambino che stava soffocando a causa di una lisca di pesce conficcata in gola. La sua mamma disperata si rivolse al Santo che prese un pezzo di pane, lo benedisse facendo un segno di croce e lo fece ingoiare al ragazzo. La lisca venne assorbita dal pane e il ragazzo riuscì a ingoiare la lisca tornando a respirare. Un miracolo che salvò la vita del bambino.

Agricola, prefetto di Diocleziano per l’Armenia decise che era meglio eliminarlo per evitare che il popolo ne facesse un santo. Detto, fatto, lo fece scorticare con pettini da cardatori e poi decapitare, ecco perchè divenne un martire e poi un santo, il Santo protettore dei cardatori e dei materassai. In più, in ricordo dell’episodio del bambino e della lisca di pesce, il 3 febbraio, giorno della festa di San Biagio, si usa mangiare del pane benedetto e farsi benedire la gola toccandola con due candele incrociate.

San Biagio: le tradizioni popolari

Ecco delle tradizioni popolari di alcune città italiane in occasione della festa del San Biagio.

Milano è tradizione festeggiare in famiglia consumando i resti dei panettoni avanzati a Natale, infatti per i milanesi segna la fine del periodo natalizio.

Lanzara, in provincia di Salerno,  è tradizione preparare e mangiare la  “polpetta di San Biagio”.

In Abruzzo è tradizione preparare i taralli dolci che il 3 febbraio si regalano ai fedeli dopo la benedizione della gola e anche i panini di San Biagio, panini morbidi all’olio.

In Sicilia, nella città di Salemi, si racconta che nel 1542 un’invasione di cavallette distrusse i raccolti nelle campagne.

La popolazione invocò il suo aiuto e il Santo intercesse ed esaudì le loro preghiere. Così da quel giorno ogni anno si festeggia San Biagio il 3 febbraio preparando i “cavadduzzi”, letteralmente “cavallette”, per ricordare il miracolo, e i “caddureddi” (la cui forma rappresenta la “gola”), che sono dei piccoli pani preparati con acqua e farina, benedetti dal parroco e distribuiti poi ai fedeli.  Dal 2008 inoltre viene organizzata una spettacolare rappresentazione del “miracolo delle cavallette” che si conclude con l’arrivo alla chiesa del Santo per deporre i doni e farsi benedire le “gole”.

Perché si mangia il panettone

Secondo la tradizione lombarda il giorno di San Biagio segna la fine del periodo legato al Natale e qual è il motivo per cui si  mangia il panettone il 3 febbraio?

La leggenda racconta che poco prima di Natale una donna si recò da un frate, tale frate Desiderio per far benedire un panettone che aveva preparato per la sua famiglia. Impegnato nelle sue faccende, il frate chiese alla donna di lasciarlo lì e di passare dopo qualche giorno perché lo avrebbe benedetto appena possibile. Ma il frate se ne dimenticò e il Natale passò e la donna non si fece viva. Così il frate penso di consumare quel panettone ormai secco pensando che la donna se ne fosse dimenticata. Ma il 3 Febbraio, il giorno di San Biagio, la donna tornò dal frate per riprendersi il suo panettone benedetto. Il frate, dispiaciuto e pieno di sensi di colpa, tristemente andò a recuperare il recipiente che credeva fosse vuoto…invece MIRACOLO! San Biagio aveva restituito il panettone alla donna, un panettone grosso il doppio rispetto a quello che la donna aveva lasciato al frateDa qui dunque la tradizione di consumare il panettone, il panettone di San Biagio, il 3 Febbraio, in occasione della sua festa.

Desiderio consigliò caldamente ai milanesi di avanzarne una parte da consumare il 3 febbraio, in sostituzione del pane benedetto. Negli anni l’usanza si radicò e anche se oggi non si usa più farli benedire, in ogni casa di Milano, la mattina del 3 febbraio, a colazione, per proteggere la gola dai malanni stagionali, si scarta un bel panettone

Tra le curiosità legate al Santo e alla città di Milano, su una guglia del Duomo della città meneghina vi è anche una statua in suo onore.

Frasi e filastrocche su San Biagio

Nella tradizione popolare, recitare tutto d’un fiato e senza errori la seguente filastrocca era considerato un rimedio sicuro contro il mal di gola:

“San Biaso dale nove sorèle, dale nove ale oto, dale oto ale sete, dale sete ale siè, dale siè ale sìnque, dale sìnque ale quatro, dale quatro ale tre, dale tre ale do, dale do ale una, San Biaso dale nove sorèle l’è restà sensa gniancuna”.

Proverbi e detti su San Biagio

  •  Per San Biagio, il freddo è andato.
  •  Co’ riva San Biasio ti ga el giasso sul naso (Il giorno della festa di S. Biagio – 3 febbraio – hai il ghiaccio sul naso, cioè c’è il gelo).
  •  Lu jornu di San Blasi cu avi ligna fora si li trasi (Il giorno della festa di S. Biagio chi ha legna fuori la tira dentro).
  •  Santu Velase, da ogni pertuse ‘o sule trase (Il giorno della festa di S. Biagio da ogni pertugio entra il sole)
  •  A san Blâs il frêt al scussìe il nâs. (Il giorno della festa di S. Biagio il freddo solletica il naso).
  •  A san Blâs la gjate si leche il nâs. (Il giorno della festa di S. Biagio la gatta si lecca il naso).
  •  Pal dì di san Blâs, ogni polece e fâs. (Il giorno della festa di S. Biagio ogni pollastra fa l’uovo).
  •  San Blâs, s’al cjate glace la disfâs, s’a non cjate an fâs. (Il giorno della festa di S. Biagio se c’è ghiaccio si scioglie, se non c’è si forma).

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