Settantaduesimo giorno del #ArtsakhBlockade. L’Artsakh/Nagorno-Karabakh non c’entra con l’integrità territoriale dell’Azerbajgian (Korazym 21.02.23)

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 21.02.2023 – Vik van Brantegem] – Una risposta su Twitter – dimostrando la totale ignoranza, odio, menzogna e mancanza di integrità che sono i tratti distintivi dei troll azeri di troll azeri – a chi chiede sanzioni contro l’Azerbajgian: «Tu ignorante, se fossi un po’ intelligente, sapresti che ci sono già molti che giudicano l’occupazione dei territori azeri da parte dell’Armenia. Ma a causa di persone marce come te, nessuno ha mai sanzionato l’Armenia per questa occupazione!».

Invece, la verità storica è, che nessuno ha mai sanzionato Stalin per aver annesso all’Azerbajgian i territori storici degli Armeni nel Caucaso orientale. La popolazione armena del Nagorno-Karabakh è stata sotto l’oppressione criminale del governo dell’Azerbajgian, da quando Stalin ha portato questa regione armena sotto il dominio azero. Dal 1921 l’oppressione degli Armeni nei territori sotto controllo dell’Azerbajgian non si è mai fermata. Stalin e Aliyev, due dittatori assetati di sangue.

Come abbiamo ricordato ieri, il 20 febbraio 1988 la Regione Autonoma di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha votato a favore dell’unione alla Repubblica di Armenia. Quel voto fu seguito da un voto nel 1991 con il 99,9% a favore dell’indipendenza dell’Artsakh. Abbiamo seguito la guerra dei 44 giorni del 2020 dal primo giorno, il 27 settembre 2020 [QUI], stiamo seguendo giorno per giorno il blocco che da 72 giorni sta asfissiando i 120.000 abitanti dell’Artsakh [QUI]. Ma perché esiste questa situazione?

Alla fine della Prima Guerra Mondiale, Stalin assegnò questa regione all’Azerbajgian – una repubblica socialista sovietica di nuova creazione – come oblast autonoma. Pertanto, l’Artsakh non è una regione separatista poiché ha sempre avuto uno status autonomo. Durante il periodo dell’URSS, l’Artsakh rimase autonomo. Quando l’URSS crollò, l’Artsakh proclamò la sua indipendenza prima dell’Azerbajgian, che ha lanciato poi una guerra, vinta da Artsakh e Armenia, seguita da uno status quo sullo status di questa regione la cui popolazione è armena al 99% e che ha le proprie istituzioni statali. Nel 2020, la nuova guerra veloce e mortale, con tecnologie sproporzionate e proibite, ha lasciato l’Armenia e l’Artsakh schiacciati. Quasi 10.000 persero la vita. Dal 12 dicembre 2022 l’Azerbajgian tiene sotto blocco la popolazione dell’Artsakh, che fa sempre la stessa richiesta: il diritto inalienabile all’autodeterminazione, il diritto di vivere liberi nelle proprie terre.

È opinione comune che la questione del Nagorno-Karabakh sia un conflitto irrisolvibile, in quanto due principi del diritto internazionale si contraddicono: il diritto all’autodeterminazione e il diritto all’integrità territoriale. Ma qui il quadro è diverso, in quanto l’Artsakh – lo storico nome armeno del Nagorno-Karabakh – non ha niente a che fare con l’integrità territoriale dell’Azerbajgian.

In un articolo che riportiamo in chiusura, Anzhela Mnatsakanyan dimostra il perché. L’autrice rileva quanto abbiamo riassunto in breve, che l’Artsakh/Nagorno-Karabakh, non ha mai fatto parte dell’Azerbajgian indipendente, né nel 1918-1920 né dopo il 1991. Sottolinea che prima il Nagorno-Karabakh e poi l’Azerbajgian sono diventati indipendenti dall’URSS secondo la stessa legge sovietica interna, quindi le basi legali dell’indipendenza di queste due repubbliche sono equivalenti.

Per domani, giorno 73 dell’inumano #ArtsakhBlockade da parte del regime dittatoriale guerrafondaio e genocida di Aliyev, volto a espellere gli Armeni dalla loro patria, è attesa la decisione della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite sulle misure provvisorie, chieste dall’Armenia per obbligare l’Azerbajgian ad aprire immediatamente Corridoio di Lachin.

È iniziata ieri, 20 febbraio 2023, una nuova missione di osservazione dell’Unione Europea nella Repubblica di Armenia (EUMA) lungo la linea di contatto con la Repubblica di Azerbajgian. Oltre agli osservatori dell’Unione Europea, l’Armenia ha anche guardie di frontiera della Federazione Russa lungo diversi segmenti delle sue aree di confine, compreso il confine con Iran e Turchia. Nelle parti della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh non occupati dalle forze armate dell’Azerbajgian, è presente una forza di mantenimento della pace russa.

Mosca ha avuto la reazione più forte fino ad oggi alla missione dell’Unione Europea in Armenia, con il Ministero degli Esteri russo che ha accusato l’Unione Europea di tentare di “espellere la Russia dalla regione”, ha riferito l’agenzia di stampa TASS.

“Purtroppo, questa non è la prima volta che vediamo che l’Unione Europea non risparmia sforzi per conquistare un punto d’appoggio nella nostra alleata Armenia”, ha detto lunedì il Portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in una risposta scritta alla domanda di un giornalista. “Vediamo motivi esclusivamente politici, che sono lontani dagli interessi di una reale normalizzazione delle relazioni nel Caucaso meridionale”.

Zakharova ha affermato che l’Unione Europea “non sta risparmiando sforzi per spingere la Russia fuori dalla regione e indebolire il suo ruolo storico di garante chiave della sicurezza. Le opinioni apertamente negative di Baku su questa iniziativa vengono ignorate”.

Secondo Zakharova, “i risultati dell’Unione Europea nella risoluzione dei conflitti regionali sono piuttosto dubbio”. “Non credo che Brussel possa vantare risultati in questo campo. Basti ricordare gli sforzi di mediazione dell’Unione Europea e la sua missione in Kosovo”, ha aggiunto.

Zakharova ha sottolineato che un fattore chiave per la stabilità e la sicurezza nella regione nel prossimo futuro è il pacchetto di accordi tra i leader russo, azero e armeno. “La via più breve per migliorare la situazione nella regione passa attraverso l’attuazione globale di questi accordi, compreso lo sblocco delle comunicazioni di trasporto, la delimitazione del confine armeno-azerbajgiano, l’instaurazione di legami tra popoli, esperti, circoli religiosi, parlamentari del due Paesi, e attraverso colloqui sul trattato di pace. La Russia è pronta a continuare a promuoverlo”, ha affermato Zakharova.

Il 17 febbraio scorso, la Russia ha accusato l’Occidente di aver fatto deragliare il processo per normalizzare le relazioni tra Armenia e Azerbajgian, quando Zakharova ha reagito a una recente dichiarazione del Dipartimento di Stato statunitense, che accusava la Russia di interrompere gli sforzi del Gruppo di Minsk dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) nella mediazione di un accordo per il Conflitto Armenia-Azerbajgian. “Se qualcuno ha fatto deragliare gli sforzi di soluzione armeno-azerbaigiano, allora sono loro stessi, i Paesi occidentali, guidati dagli Stati Uniti”, ha detto Zakharova nella conferenza stampa del 17 febbraio scorso. “Il formato del gruppo di Minsk dell’OSCE è stato mandato nel mucchio di cenere della storia dopo che i copresidenti americano e francese hanno smesso di collaborare con la loro controparte russa nel febbraio del 2022 con un pretesto inventato”, ha detto Zakharova, aggiungendo che non è stata fornita alcuna spiegazione.

A causa del blocco da parte dell’Azerbajgian dell’unica strada che collega l’Artsakh con l’Armenia, 8 pazienti del Centro Medico Repubblicano della Repubblica di Artsakh a Stepanakert, con gravi malattie oncologiche e patologie che richiedono interventi chirurgici d’urgenza sono stati trasportati oggi, 21 febbraio 2023, presso un centro medico specializzato della Repubblica di Armenia con la mediazione e la scorta del Comitato Internazionale della Croce Rossa, ha affermato il Ministero della Salute dell’Artsakh in un comunicato stampa. 5 pazienti, che erano stati trasferiti in Armenia per cure mediche, sono tornati in Artsakh insieme ad un accompagnatore. Gli interventi chirurgici programmati continuano ad essere sospesi nei centri medici della Repubblica dell’Artsakh. 5 bambini rimangono nelle unità di terapia intensiva e neonatale del Centro Medico di Arevik. 7 pazienti rimangono nel reparto di terapia intensiva del Centro Medico Repubblicano, 3 dei quali in condizioni critiche. Un totale di 113 pazienti sono stati finora trasportati dall’Artsakh all’Armenia con la mediazione e il sostegno del Comitato Internazionale della Croce Rossa.

Video del contingente di mantenimento della pace russo in Artsakh.

I militari del contingente di mantenimento della pace russo insieme ai volontari del progetto multinazionale “We are United” hanno organizzato a Stepanakert un’azione umanitaria per le famiglie in una situazione sociale difficile, nonché per i bambini che vivono nell’orfanotrofio di Stepanakert.

Per il dittatore dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, i movimenti del Comitato Internazionale della Croce Rossa e del Contingente di mantenimento della pace russo significano che l’autostrada interstatale Goris-Berdzor (Lachin)-Stepanakert è libera per il transito e che il Corridoio di Berdzor (Lachin) non è bloccato. Questo come non esiste neanche una questione Karabakh, perché per Baku l’Artsakh è semplicemente una regione economica della Repubblica di Azerbajgian, con il nome di Karabakh.

«Gli “eco-attivisti” sorridono nei selfie che celebrano il governo azero che intrappola, affama e tormenta 120.000 persone. Oggi è il 72° giorno del blocco azero del Nagorno-Karabakh, e questi ragazzi sono “ghouls” [*]» (Lindsey Snell, giornalista e operatore video, vincitrice del premio Murrow, ex detenuta in Turchia).

[*] Demoni, spiriti malvagi, specialmente quelli che sono visti come creature che derubano le tombe e si nutrono di cadaveri.

I partecipanti a queste azioni provocatorie sotto una copertura “ambientalista”, vengono inviati nei territori occupati dell’Artsakh in modo organizzato, con autobus, fanno i turni e sono sistemati in albergo, dopo aver ricevuto l’autorizzazione appropriata dal Ministero degli Interni dell’Azerbajgian. Tutti i partecipanti sono accuratamente selezionati. Tutte le persone, e i mass media, che non sono controllati dal governo, categoricamente non sono ammessi lì. Anche tutte le azioni degli “attivisti” sono accuratamente coordinate dal Consiglio per il Sostegno Statale alle Organizzazioni Non Governative sottoposto al controllo del Presidente della Repubblica dell’Azerbajgian.

Gli “eco-attivisti” ritratti nelle foto sopra appartengono alla RIIB-“Regional İnkişaf” İctimai Birliyi (Unione pubblica “Sviluppo regionale”), sempre presenti ben riconoscibili sul posto di blocco. Si tratta di un’organizzazione (formalmente non) governativa azerbajgiana, che comunque non ha niente a che fare con la protezione dell’ambiente. Fu fondata su iniziativa e opera nell’ambito della Fondazione Heydar Aliyev, presieduta dalla moglie del Presidente dell’Azerbajgian e Primo Vice Presidente, Mehriban Aliyeva. Quindi, gli “eco-attivisti” della RIIB lavorano per il governo dell’Azerbajgian. Lo scopo principale dichiarato della RIIB è «partecipare attivamente alla vita socio-economica, pubblica e culturale del Paese, alla costruzione della società civile, sostenere le misure attuate dallo Stato per lo sviluppo delle regioni, è implementare il controllo pubblico, esaminare i ricorsi e le proposte dei cittadini e dialogare con le istituzioni competenti e lavorare nella direzione della risoluzione di progetti in vari campi in cooperazione».

«Villaggio di Khnatsakh in Artsakh. I bambini sono capaci di creare gioia con qualsiasi cosa, anche con la carta da lettere durante le lezioni» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance a Stepanakert).

«Oggi [20 febbraio 2023] segna uno dei momenti più importanti della storia armena poiché fu l’inizio del movimento di liberazione nazionale dell’Artsakh. 25 anni fa oggi, il 20 febbraio 1988, il popolo armeno si è riunito a Yerevan in solidarietà con i suoi compatrioti in Artsakh che avevano protestato per riunirsi con l’Armenia. Il Consiglio dei deputati del popolo del Karabakh ha approvato una risoluzione per diventare autonomi e separarsi dalla Repubblica Socialista Sovietica di Azerbaigian, in conformità con l’articolo sul diritto alla secessione della Costituzione dell’URSS. In onore di un giorno così storico, Stepanakert oggi è stato pieno di danze e musiche popolari tradizionali armene. La maggior parte dei ballerini erano i giovani dell’Artsakh ed è stata una bellissima dimostrazione della resilienza della gente date le circostanze dell’Artsakh di oggi [QUI].
Credo che la principale preoccupazione dell’Armenia dovrebbe essere quella di provvedere al popolo dell’Artsakh in questo momento attuale e in futuro. Credo che l’Azerbajgian alla fine aprirà la strada, ma solo dall’Artsakh all’Armenia e non viceversa. Spero di sbagliarmi, ma quando arriverà questo giorno, molte persone fuggiranno dalle difficili circostanze dell’Artsakh in cerca di una vita normale in Armenia o altrove. Con quella mossa l’Azerbajgian sarà un passo più vicino alla pulizia etnica della regione dagli Armeni. Quindi la domanda che ho è come mantenere la gente dell’Artsakh nell’Artsakh e sostenerla in ogni modo possibile? Dobbiamo iniziare le nostre azioni per aiutare l’Artsakh in questo momento e guardare al futuro per mantenere la gente dell’Artsakh nell’Artsakh con i mezzi e le capacità per avere una vita normale nell’Artsakh. Ciò significa che dobbiamo garantire l’autosostenibilità in tutti i settori, che si tratti di energia o agricoltura. Se in futuro l’Artsakh non sarà disturbato dall’attuale blocco dell’Azerbajgian e avrà i mezzi per sostenersi, l’Artsakh potrebbe rimanere armeno. In caso contrario, l’Azerbajgian riuscirà nella sua pulizia etnica degli Armeni in Artsakh» (Varak Ghazarian – Medium.com, 20 febbraio 2023 – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

Mappa della Repubblica Socialista Sovietica di Armenia e della Regione Autonoma di Nagorno-Karabakh, nella Grande Enciclopedia Sovietica del 1926.

L’integrità territoriale dell’Azerbajgian non ha niente a che fare con il Nagorno-Karabakh
di Anzhela Mnatsakanyan
Greek City Times, 26 novembre 2020

(Nostra traduzione italiana dall’inglese)

È opinione comune che il Nagorno-Karabakh sia un conflitto irrisolvibile in quanto i due principi del diritto internazionale si contraddicono: il diritto all’autodeterminazione e il diritto all’integrità territoriale.

Ma il quadro è diverso in quanto l’Artsakh – lo storico nome armeno del Nagorno-Karabakh – non ha niente a che fare con l’integrità territoriale dell’Azerbajgian, e vi mostrerò perché.

Periodo pre-sovietico

L’Artsakh è parte integrante dell’Armenia storica, è menzionato nelle opere di Strabone, Plinio il Vecchio, Claudio Tolomeo, Plutarco, Dione Cassio e altri autori antichi. Fonti greche antiche chiamavano l’area Orkhistene.

Al contrario, l’Azerbajgian è un paese relativamente giovane, apparso per la prima volta sulla mappa politica nel 1918 con il nome di Repubblica Democratica di Azerbaigian (1918-1920). Non è mai stato formalmente riconosciuto dalla comunità internazionale o dalla Società delle Nazioni. Durante il 1918-1920, il 95% della popolazione del Nagorno-Karabakh era armeno. Convocarono il loro primo congresso, che proclamò il Nagorno-Karabakh come unità politica indipendente. Il potere legislativo in Nagorno-Karabakh era esercitato dalle Assemblee degli Armeni del Karabakh.

Tra il maggio 1918 e l’aprile 1920, l’Azerbajgian, sostenuto dalle unità militari turche, commise atti di violenza e uccisioni di massa contro la popolazione armena del Nagorno-Karabakh.

Gli sforzi del governo dell’Azerbajgian per risolvere il problema del Karabakh con mezzi militari hanno provocato l’organizzazione dell’autodifesa del Karabakh. Subito dopo, unità militari della Repubblica di Armenia arrivarono per salvare la popolazione oppressa del Karabakh e liberare completamente il Karabakh. Il 23 aprile 1920, la Nona Assemblea degli Armeni del Karabakh dichiarò il Nagorno-Karabakh parte inalienabile della Repubblica di Armenia.

Periodo Sovietico

Il 30 novembre 1920, l’allora governo sovietico dell’Azerbajgian adottò una dichiarazione sul riconoscimento del Nagorno-Karabakh, dello Zangezur e del Nakhichevan come parte dell’Armenia sovietica. Il 4 luglio 1921, l’Ufficio caucasico del Partito comunista russo convocò una riunione plenaria nella capitale della Georgia, Tbilisi, durante la quale confermò nuovamente il fatto che il Nagorno-Karabakh apparteneva alla Repubblica Socialista Sovietica Armena.

Tuttavia, nella notte tra il 4 e il 5 luglio 1921, una nuova decisione fu dettata dal leader sovietico Joseph Stalin, che affermava: “Procedendo dalla necessità di stabilire la pace tra Musulmani e Armeni (…) includere il Nagorno-Karabakh nella RSS di Azerbajgian, concedendole un’ampia autonomia regionale con un centro amministrativo di Shushi, compreso nella regione autonoma.

Questi fatti dimostrano che il Nagorno-Karabakh non apparteneva alla RSS di Azerbajgian, né durante la sovietizzazione dell’Azerbajgian né dopo l’istituzione del potere sovietico in Armenia, quando Baku riconobbe tutti i territori contesi come armeni.

D’altra parte, con o senza violazioni procedurali, la legittimità di questo forum è seriamente messa in discussione.

La decisione dell’Ufficio caucasico del Comitato centrale del Partito comunista russo-bolscevico è un atto giuridico senza precedenti nella storia del diritto internazionale: il partito politico di un Paese terzo, privo di potere legale o giurisdizione, ha deciso lo status del territorio del Nagorno-Karabakh.

Nel 1988, in risposta alle rivendicazioni di autodeterminazione della popolazione armena del Nagorno-Karabakh, le autorità azere organizzarono massacri e la pulizia etnica degli Armeni sull’intero territorio dell’Azerbaigian, in particolare a Sumgait, Baku e Kirovabad.

Processo di indipendenza

Il 2 settembre 1991, sulla base della legge dell’URSS sulle “Procedure di risoluzione dei problemi sulla secessione di una Repubblica dell’Unione dall’URSS”, una sessione congiunta di deputati di tutti i livelli del Nagorno-Karabakh e della regione di Shahumyan ha proclamato il indipendenza della Repubblica del Nagorno Karabakh (RNK), che è stata rafforzata dal referendum sull’indipendenza del Nagorno-Karabakh, dove il 99,89% dei partecipanti ha votato “a favore” dell’indipendenza.

Il 18 ottobre 1991, la Repubblica di Azerbajgian ha proclamata la sua indipendenza con l’adozione di un “Atto costituzionale sull’indipendenza dello Stato”. La stessa legge costituzionale considerava l’instaurazione del potere sovietico in Azerbajgian come “annessione da parte della Russia sovietica” che “rovesciava il governo legale dell’Azerbajgian”. Pertanto, la Repubblica di Azerbajgian ha dichiarato illegale l’istituzione del potere sovietico a Baku e ha rifiutato l’intera eredità politica e legale sovietica. Quando la Repubblica di Azerbajgian rifiutò l’eredità legale sovietica nel 1991, il soggetto internazionale al quale i territori erano passati nel 1920 cessò di esistere. Rifiutando l’eredità legale della RSS di Azerbajgian del 1920-1991, la Repubblica di Azerbaigian ha perso tutte le rivendicazioni sui territori passati all’Azerbajgian sovietico nel luglio 1921, vale a dire il Nagorno-Karabakh.

È importante sottolineare che il Nagorno-Karabakh e l’Azerbajgian sono diventati indipendenti secondo la stessa legge sovietica interna, quindi le basi legali dell’indipendenza di queste due repubbliche sono equivalenti.

Fase attuale

Nel 1991, l’Azerbajgian ha lanciato una guerra contro il Nagorno-Karabakh, che è durata fino al maggio 1994, quando l’Azerbajgian, il Nagorno-Karabakh e l’Armenia, attraverso la mediazione della Russia, hanno firmato un accordo di cessate il fuoco. Il fatto che l’Azerbajgian abbia firmato un accordo di cessate il fuoco con il Nagorno-Karabakh è la prova che il Karabakh era considerato un’entità giuridica distinta.

Durante tutti questi anni, le autorità azere, disponendo di tutte le risorse necessarie e di un partner militare permanente (la Turchia), hanno continuato a violare l’accordo di cessate il fuoco. Gli scontri al confine si sono trasformati in guerre nell’estate 2014 e nell’aprile 2016, entrambe le volte le attività militari sono state interrotte dalla mediazione della Russia.

Il 27 settembre 2020 l’Azerbajgian, sostenuto dalla Turchia e con il coinvolgimento di combattenti terroristi stranieri, ha lanciato una nuova guerra contro l’Artsakh. Migliaia di soldati di entrambe le parti sono stati uccisi prima del cessate il fuoco.

Tuttavia, ora la Repubblica di Artsakh non ha uno status e non vi è alcuna garanzia reale che gli Armeni dell’Artsakh non affronteranno la nuova pulizia etnica.

Quindi, possiamo concludere che l’integrità territoriale della Repubblica di Azerbaigian non ha nulla a che fare con la Repubblica di Artsakh, in quanto l’Artsakh/Nagorno-Karabakh, non ha mai fatto parte dell’Azerbajgian indipendente, né nel 1918-1920 né dopo il 1991.

Articolo collegato: Le vicende statali nella Transcaucasia dall’inizio del XX secolo – 2 novembre 2022

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]