Sono decine di migliaia, a livello mondiale, le applicazioni delle moderne tecnologie antisismiche (Meteweb 30.04.22)

Di Alessandro Martelli, (esperto di sistemi antisismici, già direttore ENEA) – Sono ormai decine di migliaia, a livello mondiale, in decine di Paesi, le applicazioni delle moderne tecnologie antisismiche (isolamento sismico, dissipazione di energia, ecc.), ad edifici, ponti, viadotti ed impianti industriali, sia di nuova costruzione che esistenti. Già nel 2013 esse erano oltre 23.000.

Delle prime applicazioni in Italia e di quelle in Giappone, Cina ed USA ho già scritto in precedenti articoli pubblicati da Meteoweb (Un esempio da seguire: la prevenzione sismica in Giappone, grazie alle moderne tecnologie antisismichePrevenzione sismica grazie alle moderne tecnologie: d’esempio è ora anche la Cina | FOTOPrevenzione del rischio sismico: vasta applicazione delle moderne tecnologie anche negli USA | FOTO), così come ho recentemente scritto su quelle effettuate in alcuni altri Paesi con dispositivi prodotti in Italia (Anche in altri Paesi vi sono importanti costruzioni protette da dispositivi antisismici prodotti in Italia | FOTO). Però, vale la pena di completare questa rassegna menzionando ulteriori prime applicazioni, a varie tipologie di strutture (edifici, in particolare scuole e musei, ed impianti). In particolare, sono da citare quelle che sorgono nei Paesi sottoelencati.

Anzitutto è da ricordare l’Armenia, dove, sebbene si tratti di un Paese non annoverabile tra i più sviluppati, l’utilizzazione dell’isolamento sismico iniziò assai presto, grazie ad esperti come il Prof. Mikayel Melkumyan ed a strette collaborazioni fra l’Università di Yerevan (la capitale) e quella di Berkeley (California, USA). Infatti, gli edifici isolati sismicamente armeni erano già 32 nel 2011. Fra le prime applicazioni armene, è da menzionare l’adeguamento sismico della scuola N. 4 di Vanadzor (in muratura, costruita 55 anni prima), che fu effettuato nel 2002 mediante isolatori in neoprene a smorzamento medio (Medium Damping Neoprene Bearing o MDNB) di produzione nazionale, inserendo pilastri di cemento armato (c.a.) per sorreggere gli isolatori e la sovrastruttura ed un cordolo, pure in c.a., al di sopra degli isolatori per conferire alla sovrastruttura la necessaria rigidezza (Figure 1÷3).

In Armenia, inoltre, sono stati costruiti pure nuovi edifici isolati (pure con MDNB) di notevole altezza, come (nel 2006) il complesso multifunzionale “Our Yard”, di 10÷16 piani (Figura 4), e, successivamente, altri, di 17 e di 20 piani. Infine, molto particolare è stato il progetto per l’isolamento sismico della Chiesa di St. Katoghike di Yerevan, molto cara agli armeni: esso prevedeva il taglio delle fondazioni e l’inserimento di un sistema di isolamento su ruote, per poter spostare la chiesa davanti agli orrendi edifici costruiti ai tempi dell’URSS, che ne nascondevano la vista (Figure 5÷7).

Anche in Nuova Zelanda, Paese pure di non grandi dimensioni, non manca, da tempo, un numero significativo di applicazioni delle moderne tecnologie antisismiche: già nel 2011 erano circa 30 gli edifici neozelandesi protetti dall’isolamento sismico o da sistemi dissipativi e numerosi erano già i ponti ed i viadotti protetti grazie a tali tecnologie. Alcuni esempi importanti di primi edifici isolati neozelandesi sono:

Come ho ricordato sopra, delle applicazioni nella Federazione Russa (dove gli edifici isolati sismicamente erano già circa 600 nel 2011) ho già accennato, scrivendo dell’utilizzazione di dispositivi antisismici italiani all’estero e citando quella nel Sea Plaza Hotel di Sochi. Altri interessanti primi esempi di edifici russi isolati sismicamente sono:

  • la Banca Centrale di Irtusk, protetta di isolatori elastomerici ad alto smorzamento (High Damping Rubber Bearing o HDRB) di fabbricazione cinese (Figura 11);
  • il Teatro Nazionale Drammatico di Gorno-Altaisk, protetto da dispositivi HDRB e da dissipatori viscosi (Viscous Damper o VD, Figura 12);
  • la State Concert Hall di Grozny e la Chiesa Mihailo-Arkhangelskaya di Irtusk, ambedue protette da dispositivi HDRB (Figure 13 e 14);
  • il Centro Commerciale di Sochi, un edificio in cemento armato (c.a.) di 21 piani fuori terra e 2 interrati, alto circa 100 m, che è protetto da 200 dispositivi LRB (Figura 15).

Quanto ad importanti prime applicazioni (di vario tipo) delle moderne tecnologie antisismiche in altri Paesi, non sono da dimenticare quelle effettuate:

  • in Argentina, dove, in considerazione della forte componente verticale del terremoto di progetto (di cosiddetto “near fault”), un edificio residenziale per studenti universitari fu isolato a Mendoza con 4 isolatori tridirezionali (3D), prodotti dalla società tedesca GERB (Figure 16 e 17);
  • in Cile, dove la prima applicazione dell’isolamento sismico risale al 1992 e riguardò l’edificio residenziale della Comunidad Andalucia di Santiago (Figura 18), mentre il primo edificio strategico ad essere isolato (con 114 HDRB e 50 LRB) fu, nel 2005 (al costo di 112,8 milioni di dollari), il Nuevo Hospital Militar La Reina (di area pari ad 80.000 m2), anch’esso situato a Santiago (Figure 19 e 20);
  • in Corea del Sud, dove le prime applicazioni delle moderne tecnologie antisismiche hanno riguardato non solo i viadotti d’accesso del Seo-Hae Granel Bridge ed altri ponti e viadotti protetti da dissipatori viscosi prodotti in Italia (https://www.meteoweb.eu/2022/04/costruzioni-protette-dispositivi-antisismici-prodotti-italia/1787240/), ma anche edifici ed impianti a rischio di incidente rilevante, come, ad esempio, grandi serbatoi di gas naturale liquefatto (Liquefied Natural Gas o LNG), di cui 3 ad Inchon (ciascuno isolato da 392 HDRB, Figure 21 e 22) e 10 a Payeong-Taek (ciascuno con 150 HDRB);
  • in Grecia, dove l’isolamento sismico è già stato utilizzato anche in edifici di interesse storico-artistico, come, nel 2006, il Museo dell’Acropoli di Atene, protetto da 94 isolatori a pendolo scorrevole  di produzione tedesca (Seismic Isolation Pendulum o SIP), come già riportai su Meteoweb nel 2021 (https://www.meteoweb.eu/2021/06/isolamento-sismico-la-protezione-delle-opere-darte-dal-terremoto/1694680/, Figure 23 e 24), oltre che (negli anni 1990) in grandi serbatoi, come i 2 di Revithoussa mostrati nella Figura 25 (di 20 m diametro, interrati alla profondità di 70 m), isolati con 212 isolatori a pendolo scorrevole di produzione statunitense (Friction Pendulum System o FPS);
  • nell’isola de La Martinica, dove sono utilizzati isolatori in neoprene (Neoprene Bearing o NB), assieme a VD, e l’applicazione dell’isolamento sismico fu resa obbligatoria per le scuole ed altri edifici pubblici (nel 2007 erano quattro le scuole isolate ad esser state completate, Figure 26 e 27);
  • in Messico, dove la prima applicazione dell’isolamento sismico (con un sistema “a rotolamento” di concezione nazionale) risale addirittura al 1974 e riguardò la scuola media Legaria di Mexico City (Figura 28) e dove, nel 2007, vi erano altre 6 strutture isolate (oltre a 25 edifici protetti da dissipatori di energia);
  • in Romania, dove fu progettato, a Ploiesti, l’adeguamento sismico con l’isolamento dell’edificio storico (del 1905) Victor Slavescu (Figura 29).

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