Studenti in Armenia, c’è anche un irpino „C’è anche l’irpino Luigi Ammirati tra i ricercatori campani volati in Armenia“ (Avellinotoday 21.05.19)

Due studenti campani, dopo essere risultati vincitori ad un bando universitario, sono volati in Armenia per vivere un’esperienza di ricerca scientifica presso il CENS (Center for Ecological-Noosphere Studies National Academy of Sciences). Si tratta di Luigi Ammirati, 31enne di Atripalda (Av), studente magistrale di geologia e geologia applicata presso la Federico II di Napoli, e Antonio Aruta, 31enne di Napoli, studente di dottorato di ricerca in scienze della terra, dell’ambiente e delle risorse, gruppo di geochimica ambientale. L’esperienza armena, per il primo durerà un mese e mezzo, mentre per il secondo tre mesi.

L’università – spiegano i ragazzi ad AvellinoToday – grazie a fondi messi a disposizione dal MIUR, consente a studenti di varia carriera di poter accedere a borse di studio per la mobilità internazionale. In particolare abbiamo presentato la domanda per il bando DM 1047/2017, e siamo risultati vincitori, insieme ad altri studenti. La nostra partecipazione a questo progetto è stata incoraggiata e suggerita dal prof. Stefano Albanese, docente di geochimica presso il Distar (Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse), il quale ha rapporti con numerosi centri di ricerca e università internazionali, tra i quali il CENS in Armenia finalizzate alla ricerca scientifica“.

Tale soggiorno in Armenia consente uno “scambio di competenze tra il gruppo di ricerca federiciano, di cui facciamo parte, e il gruppo di geochimica locale, i cui responsabili sono i dottori Olga Belyaeva e Gevorg Tepanosyan“. “In particolare – dicono i due ricercatori – la nostra presenza a Yerevan ci vedrà impegnati nella realizzazione di lavori scientifici di geochimica ambientale: lo studio delle emissioni radiometriche di campioni di roccia utilizzati nella pavimentazione della città di Napoli (basolato, porfido ecc…), realizzata grazie alle analisi su campioni della città partenopea, che effettueremo presso il CENS con la strumentazione specifica disponibile; le relative analisi di rischio per la salute umana ottenute da questi dati e da dati radiometrici precedentemente collezionati dagli operatori del CENS della città di Yerevan; e, infine, uno studio relativo alla geochimica di alcuni elementi chimici potenzialmente tossici nei suoli della città di Yerevan con le tecniche studiate dal gruppo di ricerca italiano, che le ha già applicate in parte per studi nel territorio campano“.

Un lavoro delicato che, come ancora spiegano, potrà tornare utile per meglio studiare il territorio campano: “Queste ricerche ci consentiranno di acquisire nuove competenze che potremo sfruttare per conoscere sempre meglio il territorio campano dal punto di vista geochimico–ambientale e quindi di poter ottimizzare l’interpretazione dei dati ambientali, finalizzati a comprendere l’impatto delle sostanze chimiche presenti nelle matrici ambientali sulla salute umana. Inoltre, cercheremo di trasferire qualche nostra tecnica o metodologia al gruppo di ricerca che ci ospita, oltre a fare da apripista per numerosi altri lavori in cooperazione“.

Una grande soddisfazione (ma anche una grande responsabilità) per le due eccellenze campane che in Armenia stanno vivendo anche una significativa esperienza umana, a contatto con un “mondo” che sembra distante anni luce, ma che in realtà li sta colpendo in maniera estremamente favorevole. Ciò si evince, ad esempio, dalle parole dell’irpino Luigi che racconta: “Ho accolto con entusiasmo la proposta del professore Albanese relativa all’esperienza in Armenia. Dopo 20 giorni nel paese caucasico posso già affermare di aver acquisito nuove competenze relative al campo dei miei studi, grazie all’ambiente di lavoro favorevole, la competenza e la disponibilità dei professionisti armeni che ho incontrato al CENS. Oltre all’esperienza formativa, ho avuto la possibilità di fare rete, di conoscere una realtà nuova, oltre che professionale, anche culturale. Inoltre la vita nella bellissima Yerevan è a misura d’uomo e i locali sono persone molto accoglienti e disponibili”.

Per i due ragazzi, infine, tra i momenti più significativi di questa esperienza c’è l’incontro con l’Ambasciatore italiano in Armenia, S.E. Vincenzo del Monaco, con il quale hanno discusso dell’attivitá di ricerca e di scambio accademico che é stata attivata ed della possibilità di avviare studi ambientali in collaborazione nella capitale armena.

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Geochimica ambientale, ricercatori campani in Armenia

Antonio, insieme all’amico irpino Luigi, ci ha raccontato questa significativa esperienza che lo vede coinvolto

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Due studenti campani, dopo essere risultati vincitori ad un bando universitario, sono volati in Armenia per vivere un’esperienza di ricerca scientifica presso il CENS (Center for Ecological-Noosphere Studies National Academy of Sciences). Si tratta di Luigi Ammirati, 31enne di Atripalda (Av), studente magistrale di geologia e geologia applicata presso la Federico II di Napoli, e Antonio Aruta, 31enne di Napoli, studente con dottorato di ricerca in scienze della terra, dell’ambiente e delle risorse, gruppo di geochimica ambientale.

Borse di studio

L’esperienza armena, per il primo durerà un mese e mezzo, mentre per il secondo tre mesi. “L’università – spiegano i ragazzi a NapoliToday – grazie a fondi messi a disposizione dal MIUR, consente a studenti di varia carriera di poter accedere a borse di studio per la mobilità internazionale. In particolare abbiamo presentato la domanda per il bando DM 1047/2017, e siamo risultati vincitori, insieme ad altri studenti. La nostra partecipazione a questo progetto è stata incoraggiata e suggerita dal prof. Stefano Albanese, docente di geochimica presso il Distar (Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse), il quale ha rapporti con numerosi centri di ricerca e università internazionali, tra i quali il CENS in Armenia finalizzate alla ricerca scientifica”. Tale soggiorno in Armenia consente uno “scambio di competenze tra il gruppo di ricerca federiciano, di cui facciamo parte, e il gruppo di geochimica locale, i cui responsabili sono i dottori Olga Belyaeva e Gevorg Tepanosyan”. “In particolare – dicono i due ricercatori – la nostra presenza a Yerevan ci vedrà impegnati nella realizzazione di lavori scientifici di geochimica ambientale: lo studio delle emissioni radiometriche di campioni di roccia utilizzati nella pavimentazione della città di Napoli (basolato, porfido ecc…), realizzata grazie alle analisi su campioni della città partenopea, che effettueremo presso il CENS con la strumentazione specifica disponibile; le relative analisi di rischio per la salute umana ottenute da questi dati e da dati radiometrici precedentemente collezionati dagli operatori del CENS della città di Yerevan; e, infine, uno studio relativo alla geochimica di alcuni elementi chimici potenzialmente tossici nei suoli della città di Yerevan con le tecniche studiate dal gruppo di ricerca italiano, che le ha già applicate in parte per studi nel territorio campano”.

Armenia

Un lavoro delicato che, come ancora spiegano, potrà tornare utile per meglio studiare il territorio campano: “Queste ricerche ci consentiranno di acquisire nuove competenze che potremo sfruttare per conoscere sempre meglio il territorio campano dal punto di vista geochimico–ambientale e quindi di poter ottimizzare l’interpretazione dei dati ambientali, finalizzati a comprendere l’impatto delle sostanze chimiche presenti nelle matrici ambientali sulla salute umana. Inoltre, cercheremo di trasferire qualche nostra tecnica o metodologia al gruppo di ricerca che ci ospita, oltre a fare da apripista per numerosi altri lavori in cooperazione”. Una grande soddisfazione (ma anche una grande responsabilità) per le due eccellenze campane che in Armenia stanno vivendo anche una significativa esperienza umana, a contatto con un “mondo” che sembra distante anni luce, ma che in realtà li sta colpendo in maniera estremamente favorevole. Ciò si evince, ad esempio, dalle parole dell’irpino Luigi che racconta: “Sicuramente si tratta di un’esperienza formativa che mi consentirà di acquisire altre competenze, di crescita professionale e scientifica. La nazione mi ha sorpreso per la ricchezza culturale, il calore delle persone e l’ottimo cibo”. Per i due ragazzi, infine, tra i momenti più significativi di questa esperienza c’è l’incontro con l’Ambasciatore italiano in Armenia, S.E. Vincenzo del Monaco, con il quale hanno discusso dell’attivitá di ricerca e di scambio accademico che é stata attivata ed della possibilità di avviare studi ambientali in collaborazione nella capitale armena.

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