Terra di storia, religione e cultura: una guida alla scoperta della mitologica Armenia (tgtourism 20.06.17)

La sua storia è un racconto dell’antico, del mitologico, dell’orgoglio, di una cultura forte e fiera che ha saputo sopravvivere a sconvolgimenti e a una persecuzione tra le più cruente, che ha portato al terribile genocidio del 1915. La cultura armena è riuscita a compiere quel miracolo che si chiama vita, a vedersi riconosciuta nella sua storia, nelle sue tradizioni, nella sua esistenza. Ha saputo trarre ispirazione dalle culture dominatrici che l’hanno attraversata pur restando fermamente ancorata alle proprie radici, che si sono ampiamente disseminate sul suo terreno tramite la lingua e la religione. Benvenuti in Armenia, terra indipendente dal 1991 e paese aperto al turismo e a chiunque possa e voglia definirsi viaggiatore attento, curioso e appassionato.

Antichissimo e affascinante paese, culla del cristianesimo, a metà tra Europa e Asia, con le sue montagne che placano le influenze dei mari Mediterraneo e Nero, con i suoi monasteri fortificati, le sue fabbriche di brandy, il suo monte Ararat all’orizzonte. Un’Armenia che si è finalmente aperta al mondo, pronta a esprimere tutta se stessa, raccontata dallo scrittore ed editore Mauro Morellini nella guida turistica “Armenia e Nagorno Karabakh”.

In 224 pagine, luoghi da visitare, collegamenti, consigli utili e indirizzi, gastronomia, oltre a cenni di storia e cultura di questa mitologica terra, tutto descritto in dettaglio, per restituire al lettore un’idea omogenea di un paese che è pronto per fare innamorare turisti e viaggiatori.

Da Yerevan, la capitale del paese, quella che da piccolo capoluogo satellite dell’impero russo è diventata oggi una bella e vibrante città cosmopolita, che cerca di stare al passo con le altre capitali del mondo, con una vivace vita notturna e stile di vita occidentale, con belle piazza novecentesche e all’orizzonte la maestosità del mitologico monte Ararat.

Il suo centro converge verso le due principali piazze cittadine: Republic Square, fulcro della burocrazia e del potere economico e Opera Square, nocciolo della vita culturale armena. E circondate ci sono le strade dello shopping, del passeggio, come Abovyan, Tumanyan e Puskin street, dove Yerevan manifesta tutta la sua voglia d’Europa con bei viali, negozi e la parole d’ordine: moda.

Tra le bellezze da non perdere a Yerevan, consigliate dalla guida:

Il Matenadaram, un museo unico, dove testi in armeno, greco e persiano sono qui conservati, “dove l’alfabeto armeno e la parola scritta trovano, tramandata ai giorni nostri grazie all’infaticabile lavoro dei molti monasteri, trovano qui la loro celebrazioni con inestimabili capolavori”. Tra questi, miniature e carte, protetti in una biblioteca immensa, un inno al valore della scrittura e della cultura.

Il Museo nazionale di storia armena, il museo statale fondato nel 1921 in cui è racchiusa tutta l’antica storia della civiltà e della cultura armene. Un tesoro di centinaia di migliaia di reperti, dalla società primitiva fino ai giorni nostri: scavi archeologici, reperti, sculture, gioielli, prodotti artigianali delle regioni storiche dell’Armenia.

La fabbrica di Brandy Ararat. Il brandy è una vera e propria eccellenza armena e il suo stabilimento storico a Yerevan è situato nei pressi del Victory bridge, il ponte che delimita il centro storico. La fabbrica oggi è di proprietà di una multinazionale francese e visitarla significa assistere a tutte le fasi della lavorazione delle uve, ovviamente, con degustazione finale assicurata.

Cascade, concepita in epoca sovietica e trasformatasi con il mutare della società, è un vero e proprio museo a cielo aperto, punto d’incontro cittadino. Una gigantesca gradinata di più di 500 scalini realizzata per regalare alla città un maestoso panorama sui giardini, sull’Opera e sul centro cittadino. Una capolavoro che defluisce su Tamanyan street, viale alberato e decorato da fontane e sculture (molte delle opere sono figlie di Botero).

Da Yereman in due ore si possono visitare le maggiori attrazioni armene. La capitale può quindi essere un ottimo punto di appoggio nel corso di un viaggio.

“Per parte nostra, riteniamo tuttavia che un viaggio itinerante con ritmi lenti, vi consentirebbe di assaporare meglio i vari aspetti di questa terra, e di calarvi nelle atmosfere rarefatte della ‘vera’ Armenia, ben diversa dai ritmi e dai look della capitale”, sottolinea Morellini.

E da vedere ce n’è. Di posti in cui perdersi, in cui sentirsi inebriati dalla storia e dalla mitologia, in cui assaporare le atmosfere antiche, la fierezza culturale di questo popolo.

I Monasteri fortificati

Circondati da Iran, Turchia e Azerbaijan, gli armeni hanno difeso il loro credo, quello cristiano, con le unghie e con i denti e la chiesa armena fu collante e motore dello sviluppo culturale di questo popolo, con la fondazione di monasteri fortificati, scuole e università, dove venivano tramandati lingua e alfabeto armeno. Fu il primo paese in assoluto a proclamare la propria conversione al cristianesimo, e dovette resistere ai vari tentativi di occupazione. E chiese e monasteri sono i resti di quelle sentinelle sempre sull’attenti.

Nell’Armenia del Nord, ad esempio, spiccano il monastero di Sahahin, complesso costruito nel X secolo con la chiesa principale del Santo Redentore, collegata alla piccola chiesa della santa madre di Dio da una galleria con volta a botte. E il vicino monastero di Haghpat (entrambi inserito nella lista dei Patrimoni dell’umanità Unesco) con la chiesa Surp Nshan. Chiese riccamente decorate e immerse in un verde paesaggio mistico.

Caratteristico è poi il monastero Goshavank, nel parco nazionale di Dilijan, perché a differenze degli altri, non ha mura difensive a proteggerlo. Ma di monasteri ce ne sono moltissimi altri, tutti a guardia della cultura armena e della propria fede cristiana.

Il monte Ararat

Maestoso e mitologico, domina il paese da fuori i confini con la sua imponente sagoma che svetta a 5.137 metri, in un lembo di terra che trasuda storia. Ha la tipica forma di un vulcano (tutt’ora in attività) ed è a tutti gli effetti la montagna sacra degli armeni: la montagna del mito dove, come ricordato nella Genesi e dalla storiografia armena, dopo 40 giorni nelle acque, l’Arca di Noè finalmente toccò terra. E da qui si dipartirono i progenitori delle stirpi umane. Non a caso gli armeni si definiscono con il nome di Hayastan, che indica la discendenza da Haik, pronipote di Noè.

Lago Sevan e Savanank

Situato nella parte più visitata, l’Armenia del Nord, è a tutti gli effetti il mare degli armeni, circondato da montagne, che accompagna via via verso le parti più aride del centro e del nord del paese. La sua immensa distesa d’acqua che accompagna il flusso per 75 kilometri, regala un paesaggio mozzafiato a quasi duemila metri di altitudine. Un mare interno utilizzato dalla popolazione come risorsa di approvvigionamento ittico, idrico e balneare.

“Una natura possente e selvaggia, con questo enorme specchio d’acqua che riflette le cime delle montagne circostanti, innevate in inverno”.

A circa 3 kilometri da Sevan, si raggiunge il monastero di Savanank, suggestivo, in cima a una collinetta, con un panorama sul lago mozzafiato. Una chiesa costruita su volontà della regina Miriam nell’’874, periodo della rinascita armena dopo la dominazione araba.

Dilijan e il Parco Nazionale

Nella zona nord, conosciuta come la ‘svizzera armena’ ci troviamo davanti a un tesoro naturalistico: montagne ricoperte da fiumi, pinete, torrenti che scavano canyon e si adagiano su diversi monasteri.

Canyon di Hunot

Chi si addentra nella regione di Nagorno Karabakh, contesa tra Armenia e Azerbaijan, si imbatte in alcune tra le più belle testimonianze che madre Natura ha concesso: a breve distanza da Shushi, dal villaggio di Jdrdyuz il fiume Karkar ha scavato una gola profonda 250 metri, un ambiente naturale immerso nella vegetazione più rigogliosa, resti di storia e preistoria. Di particolare bellezza è la distesa di Katarot, uno scorcio che offre un particolare punto di vista sulle pareti rocciose del Canyon e su tutta la vallata. E tutt’attorno al Canyon è stata creata una riserva naturale protetta di oltre 400 ettari con itinerari tracciati per escursioni e trekking.

Un viaggio affascinante e mitico si prospetta agli occhi di chi sceglie di visitare l’Armenia, con i suoi quasi 30 mila kilometri quadrati di superficie e la sua popolazione di poco più di 3 milioni di abitanti, che affondano le proprie radici nella mitologia e nell’antico. Con il monte Ararat, presente nella Genesi, il lembo di terra dove approdò Noè con la sua Arca, lo stesso lembo da cui ebbero origine le stirpi umane, le diverse spedizioni partire dal Settecento alla ricerca dei resti dell’Arca, tra queste quella capitanata dal marchigiano Angelo Palego, che dice di aver individuato mediante una foto satellitare, il luogo in cui si trova, salvo l’impossibilità di una spedizione accurata a causa della situazione di instabilità politica.