TERRA SANTA Rivenuto a Gerusalemme un khatchkar, una pietra-croce tipica dell’arte armena (Vatican News 17.04.21)

VNS – 17apr21 – Il Patriarcato armeno di Gerusalemme ha annunciato il ritrovamento di grande croce armena incisa su una stele, nota come khatchkar (da khatch «croce», kar «pietra»), nel corso della ristrutturazione del giardino armeno, dove si trova un parcheggio, nei pressi della Porta di Sion, all’interno delle mura della città vecchia. Sono venuti alla luce, riferisce terrasanta.net, anche mosaici e monete databili al periodo che va dall’età bizantina all’epoca mamelucca. Il khatchkar è una pietra-croce tipica dell’arte armena, di forma rettangolare; alto circa un metro, “potrebbe risalire al XII secolo o anche prima”, afferma padre Baret Yeretzian, responsabile degli immobili del Patriarcato armeno di Gerusalemme. “Queste sculture sono tipiche dell’arte armena e sono iscritte nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco dal 2010 – spiega padre Yeretzian -. Di solito un khatchkar svolge una funzione votiva per la salvezza delle anime, spesso quella del donatore e della sua famiglia. Sembra essere anche il caso di quello del giardino armeno a Gerusalemme – prosegue il sacerdote – poiché ha un’iscrizione nella sua parte inferiore, dove sono incise in armeno le parole ‘Signore Gesù, ricorda…’”. Più di rado il khatchkar può avere una funzione commemorativa o è ritenuto una protezione dalla sfortuna. La stele del giardino armeno ha una ricca lavorazione di merletti in pietra scolpita, con un intreccio di fregi geometrici curvi o a volute. Al centro vi è una croce armena sotto la quale si trovano due croci. Sopra la croce centrale sono finemente cesellati due grappoli d’uva. L’orientalista francese Jean-Pierre Mahé, specialista in studi armeni, precisa che “la croce rappresenta i favolosi alberi del paradiso, l’albero della vita e l’albero della scienza, i cui frutti Adamo desiderava assaggiare; ma anche il trono glorioso dove Cristo, nuovo Adamo, fu innalzato e sospeso come frutto della conoscenza del Padre”. “Le radici di quest’albero non sono nella terra, anzi salgono verso il cielo – specifica Mahé -, e si caricano di grappoli d’uva e melograni, frutti eucaristici e pegno d’immortalità».

Le monete rinvenute nel corso degli scavi sono di rame, del periodo bizantino e/o mamelucco (1261-1517, ndr). Per padre Yeretzian, la scoperta nel giardino armeno di Gerusalemme, nel suo insieme, è estremamente preziosa. Già lo studioso Vardapet Anestas, nel VII secolo, nelle sue opere, elencava numerose chiese, cappelle e monasteri armeni in Terra Santa, molti dei quali oggi sconosciuti. Si sa che tra il IV e l’VIII secolo d.C. in Terra Santa furono costruiti circa 70 monasteri dalla comunità armena che, intorno al VI secolo d.C., si installò presso il monte Sion, a Gerusalemme. Coordinati dall’Autorità israeliana delle antichità, i lavori hanno inoltre reso visibili pavimenti a mosaico con motivi geometrici e floreali, con tessere bianche, blu e rosse. Secondo padre Yeretzian, a giudicare dallo stile, i mosaici risalgono all’epoca bizantina, ma trovandosi tra le rovine di edifici la cui datazione non è ancora certa, non è possibile fornire ulteriori dettagli. Le immagini del khatchkar saranno ufficialmente rese note all’interno di una pubblicazione scientifica a cura del Patriarcato armeno di Gerusalemme.

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