Turchia: contro i curdi il governo rispolvera il sentimento anti-armeno (Globalist 10.03.16)

Ahmet Davutoglu, primo ministro turco ha accusato di “collaborazionismo” i sostenitori del filo-curdo Partito Democratico del Popolo, paragonandoli con le “bande di armeni che furono collaborazionisti dei russi”. Il riferimento è esplicito alle vicende storiche in cui maturarono gli stermini pianificati di armeni perpetrati nell’Anatolia del 1915. Lo ha detto nella città di Bingol lo scorso 27 febbraio durante una comparizione pubblica affermando che i curdi del PKK sono dei collaborazionisti, “come le bande di armeni che collaborarono con i russi”.

Qualche giorno dopo, il sindaco della cittadina di Askale, Enver Basharan, ha rincarato la dose, rilanciando le affermazioni del premier e rendendo pubblicamente grazie “ai nostri avi che hanno ripulito questa terra e buttato fuori gli armeni”.

Accusando il popolo armeno di collaborazionismo filorusso la Turchia si sforza di ridimensionare lo sterminio del gruppo etnico pianificato dai Giovani Turchi nel contesto della Prima Guerra mondiale.

Il sito turco www.demokrathaber.net ha scritto che alcuni gruppi di attivisti dei diritti umani hanno intentato una causa contro il Ministro Davutoglu, per le sue affermazioni anti-armene. Gli stessi gruppi di attivisti hanno rilasciato ai media locali una dichiarazione in cui riferiscono che le operazioni militari turche scatenate negli ultimi mesi nelle regioni curde del Paese vengono accompagnate da misure punitive anche nei confronti degli armeni, con veicoli dell’esercito che percorrono le strade delle città e dei villaggi sparando dagli altoparlanti slogan intimidatori contro quella che viene definita “la feccia armena”.

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