Un religioso al fianco del popolo armeno (Vaticannews 24.01.24)

Originario di Erzerum, in Turchia, Cirillo Giovanni Zohrabian, è una personalità poliedrica, caratterizzata da umorismo, umiltà, spirito di servizio e profondo senso di giustizia. Si ritiene sia nato il 25 giugno 1881 in una famiglia povera e profondamente cristiana, sterminata, poi, nel genocidio degli armeni. Fa il suo ingresso fra i cappuccini del convento di Istanbul nel 1894.

Ordinato sacerdote, dieci anni dopo è destinato alla missione di Trebisonda, a Erzerum, dove si dedica al ministero pastorale, alla direzione spirituale, all’insegnamento, agli ammalati. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, trovandosi a Istanbul, gli viene impedito di rientrare nella sua missione e si stabilisce nel convento di San Luigi. Finita la guerra, il religioso si occupa delle centinaia di ragazze armene rimaste orfane a causa del genocidio e, nel 1920, a Trebisonda, mette a disposizione dei greci della regione del Ponto espulsi dalla loro terra, la chiesa e il convento. Per questo motivo viene cacciato dalla città e arrestato, poi, ad Istanbul. Sottoposto per tre giorni a torture, è condannato a morte con una falsa accusa, ma, all’ultimo momento, viene liberato ed allontanato dalla Turchia. Giunge così in Grecia, dove si prende cura di migliaia di profughi armeni. Aggregato nella Provincia religiosa dei cappuccini di Palermo, il 21 novembre 1938 è nominato vicario patriarcale dell’Alta Gezira, in Siria e, l’8 giugno 1940, viene eletto vescovo titolare di Acilisene. La sua attività disturba, però, le autorità greche, che decide di sorvegliarlo e di impedirgli di svolgere il suo apostolato, sino a negargli il visto di ingresso e di permanenza in Grecia. Cirillo Giovanni raggiunge così la Siria, dove svolge una intensa azione pastorale e assistenziale, costruendo scuole, chiese e case per i sacerdoti e impartendo lezioni private a numerosi studenti. A causa di difficoltà di salute, presenta poi le sue dimissioni dalla sede vescovile dell’Alta Gezira e si stabilisce a Roma, continuando le sue attività caritative e apostoliche a favore degli armeni. Muore il 20 settembre 1972.

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