Una panoramica su come in Armenia si sta rispondendo all’emergenza coronavirus: dalle voci di chi è stato messo in quarantena alle misure introdotte dal governo (Osservatorio Balcani e Caucaso 01.04.20)

Armenia-Italia-Portogallo-Grecia-Armenia. È stato l’itinerario di Arpi Bekaryan, un viaggio che ha organizzato con amici qualche settimana fa. Rientrata a Yerevan, Armenia, circa due settimane dopo, Arpi non ha avuto nemmeno la possibilità di tornare nel suo appartamento; è stata trasferita immediatamente in un edificio nella città di Tsakhkadzor, destinato alle quarantene. È stata quindi obbligata dalle autorità armene a rimanere in isolamento.

“Siamo atterrati presto al mattino all’aeroporto internazionale Zvartnots di Yerevan. Dall’oblò dell’aereo sembrava di guardare un film di fantascienza: due ambulanze e molto personale medico con le maschere ci attendevano di fronte all’aereo. Non siamo nemmeno entrati nell’aeroporto. Prima che le porte dell’aereo venissero aperte ci hanno chiamati per nome e ci hanno chiesto di sbarcare mentre tutti gli altri passeggeri hanno atteso sino a quando siamo usciti. Noi avevamo deciso già prima di arrivare in Armenia che ci saremmo auto-isolati, senza contatti neppure con la nostra famiglia”, racconta Arpi.

Ma le autorità armene avevano già pensato alla loro quarantena, cosa che Arpi ha scoperto solo atterrando a Yerevan. Lì ad aspettarla c’era personale dell’Ispettorato sulla salute e il lavoro, le è stata controllata la febbre, ha dovuto compilare un modulo e poi, augurandole buona salute, è stata mandata a Tsakhkadzor.

“Siamo stati fatti salire su due ambulanze: ci hanno fatto ricompilare dei moduli e poi portati in quarantena. Siamo stati trattati così bene che ci sentivamo quasi in imbarazzo. Bussavano alla nostra porta ogni quarto d’ora per chiedere se avessimo bisogno di qualche cosa. Ci hanno dato tutto: caffè, tè, frutta, asciugacapelli e pantofole”.

Arpi sottolinea che inizialmente la questione del vitto è stata un po’ complicata dato che lei è vegetariana. Ha dovuto rimandare indietro più volte cibo preparato con la carne sino a quando la questione si è risolta.

Arpi e i suoi amici non sono gli unici ad essere finiti in quarantena. Il governo armeno l’ha adottata per centinaia di cittadini. Tra loro Biayna Mahari, le cui vacanze in Italia sono terminate con l’isolamento. È rientrata in Italia con un volo speciale organizzato dal governo per trasportare cittadini armeni dall’Italia a casa, lo scorso 16 marzo. Le autorità armene avevano anche organizzato trasporti tramite bus speciali per permettere ai cittadini armeni sparsi sul territorio italiano di raggiungere Roma senza essere sottoposti a potenziali ulteriori rischi per la propria salute.

Dopo il suo ritorno in Armenia, Biayna ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Ritengo molto importante ringraziare calorosamente il ministero degli Affari esteri e l’ambasciata armena in Italia. È incredibile sentire che il tuo paese ti è vicino: ti chiamano costantemente per capire come possono aiutare, rispondono alle email in un’ora e preparano belle confezioni con mascherine, guanti e cibo che è la cosa più toccante di tutte. Al vuoto aeroporto di Roma, tutti i voli erano stati cancellati e solo davanti ‘Yerevan’ era orgogliosamente scritto il numero del gate. Non c’era nessuno in tutto l’aeroporto, ma comunque sono stata accolta gentilmente all’entrata, mi hanno spiegato ogni cosa insieme a tantissime altre piccole accortezze che mi hanno fatto pensare a qualcuno seduto al suo posto di lavoro intento a preparare questi bei piccoli dettagli per te, per tutto il tuo tragitto per farti sentire meno infastidita”.

Tutti i passeggeri sull’aereo sono stati messi in quarantena al loro arrivo in Armenia. L’Armenia ha anche rimpatriato i propri cittadini da vari altri paesi attraverso tratte e voli speciali.

Tutti coloro i quali sono stati messi in isolamento vivono in condizioni confortevoli, ricevono cibo di buona qualità e sono assistiti per qualsiasi bisogno. Dopo 14 giorni in quarantena devono sottoporsi al test per il coronavirus: se il risultato è negativo possono tornare a casa, se il risultato è positivo vengono trasferiti negli ospedali che sono stati velocemente riadattati e sono pronti ad accogliere i pazienti infetti.

Attualmente  sono stati confermati 532 casi di COVID-19 in Armenia, 30 dei quali sono già stati curati. 3 persone sono morte a causa del virus.

Il 16 marzo nel paese è stato dichiarato lo stato di emergenza per la durata di un mese.

È stato istituito un ufficio per coordinare le forze e le risorse per fronteggiare lo stato di emergenza ed il vice primo ministro Tigran Avinyan è stato nominato a capo di tale ufficio.

Durante questo periodo è vietato organizzare, tenere e partecipare a raduni e scioperi in tutta l’Armenia. È inoltre vietato organizzare e svolgere eventi pubblici e partecipare agli stessi. Gli eventi pubblici includono concerti, mostre e spettacoli teatrali a cui partecipino venti o più persone

Sono considerati eventi pubblici anche eventi sportivi, culturali o educativi, come, ma non solo, celebrazioni e commemorazioni, compleanni, matrimoni, fidanzamenti, funerali e altri eventi, secondo le istruzioni del vice primo ministro.

Nella fascia oraria tra le 10.00 e le 12.00 del mattino l’ingresso ai negozi alimentari è riservato gli anziani. L’istruzione viene portata avanti attraverso l’apprendimento a distanza che comprende lezioni online. Anche la gran parte dei lavoratori statali sono passati a lavorare in modalità smartworking. Il trasporto interregionale non è operativo e i veicoli per il trasporto urbano vengono disinfettati ogni giorno. Migliaia di imprese sono chiuse, ad eccezione di negozi di alimentari, farmacie e banche. A questo proposito, il governo ha assicurato che non c’è il rischio di un deficit alimentare.

Si sta lavorando inoltre per adottare misure che forniscano aiuti statali agli imprenditori. Durante la sessione del 26 marzo scorso, l’esecutivo ha approvato misure per mitigare l’impatto economico del coronavirus e a tal proposito, sono stati stanziati 150 miliardi di drams (circa 275 milioni di euro).

Stipendi, pensioni e contributi saranno pagati regolarmente. Sia lo stato che il settore privato hanno implemento vari programmi di assistenza sociale attraverso i quali viene fornito cibo gratuito a migliaia di famiglie. La maggior parte delle banche e delle organizzazioni di credito ha annunciato la temporanea sospensione dei mutui.

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