Vaticano, torna ambasciatore turco dopo nota su eventi del 1915 (Vatican Insider 03.02.16)

In seguito ad una nota del Vaticano che stamane ha espresso apprezzamento per «il rinnovato impegno della Turchia a rendere i propri archivi disponibili agli storici e ai ricercatori» relativamente al «dolore» e alle «sofferenze» sostenute, «indipendentemente dalla propria identità religiosa o etnica», «da tutte le parti coinvolte in guerre e conflitti, inclusi i tragici eventi del 1915», la Turchia, stasera, ha deciso il rientro in servizio del proprio ambasciatore presso la Santa Sede, Mehmet Pacaci, congelato dopo che, ad aprile scorso, il Papa aveva parlato apertamente del «genocidio» armeno.

Questa mattina, al termine dell’udienza generale, ha informato il Vaticano in una nota della sala stampa ripubblicata integralmente dall’Osservatore Romano, «il Signor Rinaldo Marmara ha presentato a Sua Santità Papa Francesco una copia del suo libro “La Squadra Pontificia ai Dardanelli 1657 / Ilk Canakkale Zaferi 1657”.

Questo volume è una traslitterazione italiana e turca di un manoscritto dal fondo Chigi della Biblioteca Apostolica Vaticana, ed è un resoconto della flotta pontificia che partecipò nella seconda battaglia dei Dardanelli nel 1657. Ieri sera, nel corso della presentazione del libro– prosegue la nota – l’Autore ha dichiarato che il suo obiettivo era di rendere accessibile agli storici e ai ricercatori turchi un’importante documentazione archivistica contenuta negli archivi vaticani e nella Biblioteca Vaticana. Il libro, nonostante le dolorose memorie della storia, illustra l’importanza delle ricerche erudite e dell’apertura degli archivi alle investigazioni storiche al servizio della verità e della costruzione di ponti di cooperazione e di mutua comprensione. Alla luce di ciò, è stato notato e apprezzato il rinnovato impegno della Turchia a rendere i propri archivi disponibili agli storici e ai ricercatori delle parti interessate, con l’intenzione di arrivare congiuntamente ad una migliore comprensione degli eventi storici, del dolore e delle sofferenze sostenute, indipendentemente dalla propria identità religiosa o etnica, da tutte le parti coinvolte in guerre e conflitti, inclusi – sottolinea la nota – i tragici eventi del 1915. I dolorosi fatti della storia non dovrebbero essere dimenticati; essi invece richiedono un attento esame e riflessione in modo da poter condurre alla guarigione e purificazione della memoria così necessaria per la riconciliazione e il perdono per gli individui e i popoli (Cfr. Giovanni Paolo II, Messaggio ai partecipanti al Convegno per commemorare il centenario della morte del Papa Leone XIII, 28 ottobre 2003).

La memoria della sofferenza e del dolore, sia del lontano passato che di quello più recente, come nel caso dell’assassinio di Taha Carim, Ambasciatore della Turchia presso la Santa Sede, nel giugno del 1977, per mano di un gruppo terroristico, ci esorta a riconoscere anche la sofferenza del presente e a condannare ogni atto di violenza e di terrorismo, che continua a causare vittime ancor oggi. Particolarmente odiosa e offensiva è la violenza e il terrorismo commesso in nome di Dio e della religione. Come Sua Santità ha affermato durante la sua visita nella Repubblica Centroafricana: “Tra cristiani e musulmani siamo fratelli… Insieme, diciamo no all’odio, no alla vendetta, no alla violenza, in particolare a quella che è perpetrata in nome di una religione o di Dio” (Papa Francesco, Discorso alla Comunità Musulmana nella Moschea centrale di Koudoukou, Bangui, Repubblica Centroafricana, 30 novembre 2015). Possano queste parole – conclude la nota vaticana – ispirare tutte le persone di buona volontà a ricordare e ad affermare la loro fratellanza, solidarietà, compassione e umanità condivisa e a reiterare la loro posizione comune contro ogni violenza». A quanto riferito dallo stesso Marmara alla stampa anatolica, il Papa ha tenuto a far arrivare al popolo turco il suo affetto e apprezzamento.

In serata il ministero degli Esteri turco, per bocca del portavoce Tanju Bilgic, ha dichiarato, in risposta alle domande dei cronisti, che la dichiarazione della sala stampa vaticana è stata accolta come uno sviluppo positivo ed ha annunciato che torna in servizio a Roma l’ambasciatore turco presso la Santa Sede Mehmet Pacaci.

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13/04/2015