250° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Aliyev può far morire di fame i bambini dell’Artsakh, ma non può impedirli di cantare (Korazym 18.08.23)

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 18.08.2023 – Vik van Brantegem] – «Possono farci morire di fame ma non possono impedirci di cantare» (Anna Oganesyan). Foto di copertina: i nipoti in Artsakh del diplomatico del Ministero degli Esteri dell’Armenia, Anna A. Naghdalyan.

«Video a sorpresa mattutino dalla mia famiglia in Artsakh/Nagorno-Karabakh: esibizione di canzoni dei mei nipoti. A causa del #ArtsakhBlockade, non posso visitarli da 249 giorni» (Anna A. Naghdalyan).

Pro memoria
1. L’Artsakh non è mai stato parte dell’Azerbajgian indipendente.
2. Gli Armeni dell’Artsakh si sono sempre autogovernati.

3. Aliyev voglio impadronirsi dell’Artsakh, senza gli Armeni.

Chiamano la Repubblica di Artsakh-Nagorno-Karabakh “la regione separatista di Karabakh dell’Azerbajgian”. Questo è una fake, una disinformazione, un falso storico. L’Arsakh è sì una “regione separatista” se volete, ma non dell’Azerbajgian. L’Artsakh si è separato dall’Unione Sovietica prima ancora dell’Azerbajgian e si è dichiarato indipendente, prima ancora dell’Azerbajgian. Poi l’Artsakh è stata sempre un’entità autogovernata da quando è stata istituita come Oblast autonoma di Nagorno-Karabakh negli anni ’20.

Nelle ultime ore frenetica attività azera a favore della pace come intende Ilham Aliyev:

  1. Tagliata la fibra ottica di Internet all’Artsakh.
  2. Spari contro trattori dei contadini a Marushen.
  3. Colpi contro aeroporto di Kapan in Armenia dove poche ore prima dell’arrivo del Primo Ministro, Nikol Pashinyan.
  4. Spari contro postazioni di difesa delle forze armate armene a Yeraskh in Armenia.

E l’elenco continua ora dopo ora, giorno dopo giorno, come stiamo riferendo dal 27 settembre 2020. Un lungo elenco di esempio come Ilham Aliyev intende la pace.

Tutto questo avviene mentre attraverso il gasdotto azero è ancora gas russo che raggiunge l’Unione Europea, che permette all’Azerbajgian di commettere un genocidio nell’Artsakh/Nagorno-Karabakh e invia armi e aiuti all’Ucraina per combattere la Russia che sostiene il blocco totale degli Armeni dell’Artsakh da parte dell’Azerbajgian che continua a vendere il gas russo all’Unione Europea, ecc. ecc.

L’Azerbajgian spara all’aeroporto di Kapan

«Ieri il Primo Ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, ha volato da Yerevan a Kapan (Syunik) per il viaggio inaugurale della tratta aerea che collegherà da lunedì la capitale con la parte meridionale del Paese. La pista dell’aeroporto di Kapan corre lungo la linea di contatto con l’Azerbajgian. Oltre la recinzione, dalla parte opposta della aerostazione, ci sono i soldati azeri. Pensate cosa sarebbe successo se uno degli uomini di Aliyev, magari solo per gioco, avesse avuto la bella idea di sparare colpi contro l’aereo del premier. Qualche imbecille azero, allevato a odio contro gli Armeni, si trova sempre. Non è successo niente. Anzi sì. Nella notte, un veicolo proveniente dall’area sotto controllo dell’Azerbajgian si è avvicinato alla recinzione dello scalo e sono stati sparato diversi colpi verso la struttura (rotte alcune vetrate). L’avvertimento mafioso del regime di Aliyev. Vi teniamo sotto controllo…» (Iniziativa italiana per l’Artsakh).

L’Azerbajgian ha interrotto l’accesso a Internet in Artsakh

Artak Beglaryan, Consigliere del Presidente e già Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha comunicato che ieri alle ore 17.55 le forze armate dell’Azerbajgian hanno tagliato il cavo di fibra ottica nei pressi del checkpoint illegale installato nel Corridoio di Berdzor (Lachin) presso il ponte Hakari, interrompendo la connessione fissa di Internet dell’Artsakh.

Ieri sera, i tecnici dell’Artsakh hanno cercato di avvicinarsi alla sezione insieme alle forze di mantenimento della pace russe e riparare il cavo, ma le forze armate azere non l’hanno consentito (si ripete lo scenario della linea di alta tensione e il gasdotto).

Da questa mattina sono in corso i negoziati tra le forze di mantenimento della pace russe e la parte azera affinché i tecnici dell’Artsakh possano ripristinare il cavo danneggiato.

Attualmente, l’accesso a Internet in Artsakh è molto limitato, solo attraverso delle comunicazioni radio instabili, che sono sotto pressione dai sistemi di disturbo azeri. La Russia è un alleato così fantastico, parla e niente azione. Garantisce solo una presenza militare in Artsakh, ha dichiarato un alto ufficiale del contingente di mantenimento della pace (di Aliyev) di Artsakh. Con un tale “amico” l’Armenia e l’Artsakh non hanno bisogno di nemici.

Oltre al blocco totale del Corridoio di Berdzor (Lachin) e al metodo crudele di provocare la carestia, l’Azerbajgian isola anche la connessione degli Armeni dell’Artsakh con il mondo esterno attraverso Internet. Questo è un classico tipo di genocidio.

Così niente foto di gente che ballano ai matrimoni, mangiano kebab e bambini che mostrano biscotti, secondo l’Ambasciatore dell’Azerbajgian che mostra al Consiglio di Sicurezza delle Nazione Unite delle foto presi dai social dei troll azeri). Nel mondo reale: niente foto di gente che muore di fame (per colpo loro, secondo la narrazione della propaganda azera).

Hitler avrebbe invidiato Aliyev.

La Francia prevede di destinare maggiori aiuti alla popolazione dell’Artsakh

La Francia prevede di destinare maggiori aiuti alla popolazione dell’Artsakh. Le 20 tonnellate di aiuti già inviate dalla Francia giorni fa sono solo la prima, piccola parte di un più ampio convoglio di camion finanziato da diverse regioni e città francesi. Su iniziativa del sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, diverse regioni della Francia, tra cui la città di Parigi, Ile-de-France, Auvergne-Rhône-Alpes, Hauts-de-France, Occitania, Pays de la Loire e Provence -Alpes-Côte d’Azur, si sono uniti per fornire urgenti aiuti umanitari all’Artsakh assediato dall’Azerbajgian. Pertanto, dimostrano la loro unità nel sostenere il popolo dell’Artsakh, Lo riferisce l’Ambasciata dell’Armenia in Francia.

Il primo camion, con 20 tonnellate e organizzato dalle autorità territoriali francesi, ha viaggiato da Yerevan al confine di Kornidzor, dove si è unito agli altri ventuno camion che trasportano carichi essenziali inviati dal governo armeno al popolo dell’Artsakh.

Dal 15 giugno 2023, le forze armate dell’Azerbajgian non permettono al convoglio di camion che trasportano aiuti alimentari, medicinali o forniture mediche di passare attraverso il checkpoint illegale installato presso il ponte Hakari.

Il rappresentante ufficiale dei governi locali francesi ha affermato: «Siamo preoccupati per il blocco del Corridoio di Lachin in corso da parte delle forze armate dell’Azerbajgian, che ostacola in particolare il trasferimento degli aiuti umanitari. Chiediamo alle autorità dell’Azerbajgian di adempiere ai loro obblighi internazionali, in particolare alla decisione dalla Corte Internazionale di Giustizia di garantire la libera circolazione attraverso il Corridoio di Lachin”.

Il prossimo convoglio con aiuti umanitari dalla Francia, che partirà alla fine di agosto, sarà guidata dai parlamentari francesi e dai leader dei governi locali che sostengono questa iniziativa umanitaria per la popolazione dell’Artsakh.

Una sequenza di foto emblematica

Un gruppo di attivisti dell’Artsakh bloccano l’ingresso al quartier generale delle forze di mantenimento della pace russe presso l’aeroporto di Stepanakert, in protesta per la responsabilità dei russi nel #ArtsakhBlockade.

Uno di loro cerca di fermare a mani nude un blindato russo intenzionato a muovere con la forza la macchina che blocca l’ingresso. Immagini già visto durante le rivolte a Praga e Budapest contro l’occupazione dell’Unione Sovietica.

Fatto è che i Russi usano la forza contro un gruppo di cittadini dell’Artsakh che bloccano la strada, mentre per 8 mesi non hanno mosso un dito per impedire o togliere il blocco del Corridoi di Berdzor (Lachin), anzi hanno assistito alle varie fasi del blocco e presiedono i posti di blocco a fianco degli Azeri.

Gli attivisti del Movimento di Liberazione Nazionale dell’Artsakh che protestano davanti la base militare del contingente di mantenimento della pace presso l’aeroporto di Stepanakert, chiedono alla Federazione Russa di adempiere ai doveri assunti e di aprire e controllare il Corridoio di Lachin. Accusano i le forze di mantenimento della pace russe di aver consentito l’ingresso illegale degli Azeri (prima i sedicenti “eco-attivisti” e poi le forze armate azere) nel Corridoio di Berdzor (Lachin), violando così la dichiarazione del 9 novembre 2020. Un alto ufficiale del contingente russo si è scusato, affermando che gli era stato ordinato di recarsi nel Nagorno-Karabakh, cosa che ha fatto. Ha accusato di provocazione i partecipanti all’azione di protesta.

L’alto ufficiale russo ha affermato che i diplomatici sono responsabili dell’accordo su tali questioni e che l’esercito russo è unicamente responsabile di garantire la presenza militare. Artur Osipyan, il coordinatore dell’azione di protesta del Movimento di Liberazione Nazionale, ha avvertito le forze di mantenimento della pace russe che avevano portato un camion davanti alla base militare e avrebbero chiuso gli ingressi.

Osipyan, che cura una pagina Facebook in russo, ha dichiarato che il blocco della strada che porta alla base militare russa, mira ad attirare l’attenzione di Vladimir Putin, il quale, secondo le disposizioni della Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, si è impegnato a garantire la sicurezza del Nagorno-Karabakh ma non l’ha rispettato fino in fondo . A seguito della non adempienza della Russia, l’Azerbajgian ha chiuso il Corridoio di Berdzor (Lachin), portando 120.000 Armeni dell’Artsakh alla fame.

Osipyan in un post sulla pagina Facebook ha affermato che i media azeri non fermano i loro attacchi con di lui, togliendo dal contesto le sue dichiarazioni e distorcendo il significato: «I media azeri dicono che mi sono rivolto alle forze di mantenimento della pace russe e che mi sono lamentato della fame, e poi io stesso mi sarei contraddetto. È una bugia totale, le mie parole rivolte al colonnello generale Aleksandr Lentsov [il comandante del contingente di mantenimento della pace russo] è stato registrato su un video. Non mi sono lamentato della fame, ma gli ho detto che la situazione era critica e peggiora giorno dopo giorno. E confermo che è così. Nel senso che se è possibile nutrire i bambini con difficoltà e problemi, è comunque insignificante per mancanza di molti tipi di cibo, ma almeno in qualche modo si riesce a farlo. In una situazione di mancanza di carburante e interruzione delle infrastrutture di trasporto, le donne incinte sono in una situazione molto più difficile. Sono svenute per strada e c’è stato un caso di aborto spontaneo perché non hanno avuto la possibilità di portare la donna incinta all’ospedale in tempo. Questo è un genocidio bianco da cui Aliyev non laverà via le sue colpe. Ma ne parleremo ancora e non lasciamo pensare l’assassino di bambini e terrorista Aliyev che diffondere menzogne nei suoi media e oscurare la vista alla comunità mondiale possa passare liscio, perché diremo la verità e la verità prevarrà».

Aggiornamento sul rapimento del cittadino dell’Artsakh al posto di blocco illegale dell’Azerbajgian presso il ponte Hakari

L’Ufficio del Difensore dei Diritti Umani dell’Armenia continua la raccolta di informazioni riguardo al rapimento avvenuto a fine luglio del cittadino della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Vagif Khachatryan. Al riguardo il Difensore ha rilasciata la seguente dichiarazione (traduzione italiana a cura di Iniziativa italiana per l’Artsakh:

«(…) È interessante notare che Khachatryan è entrato nel servizio militare il 1° settembre 1992, solo dopo di che ha partecipato alle operazioni di combattimento. Prima di allora, il Khachatryan lavorava come normale autista a Stepanakert.
Pertanto, la dichiarazione dell’Ufficio del Procuratore Generale dell’Azerbajgian secondo cui Khachatryan avrebbe “commesso un crimine nel villaggio di Meshali come parte di un gruppo di formazioni armate armene” il 22 dicembre 1991, non corrisponde alla realtà. Tali informazioni sono suffragate da documenti d’archivio, ordini impartiti dai comandanti, riferimenti che documentano il suo servizio militare e le testimonianze dei membri della sua famiglia.
Inoltre, le informazioni ottenute e analizzate dall’Ufficio del Difensore dei Diritti umani hanno confermato il fatto che non ci sono dati nelle liste internazionali dei ricercati riguardanti Khachatryan, che era stato trasferito in Armenia per cure mediche e rapito dall’Azerbajgian.
Il Difensore dei Diritti Umani ribadisce che Vagif Khachatryan era stato trasportato in Armenia sotto gli auspici del Comitato Internazionale della Croce Rossa per ricevere l’assistenza medica appropriata e necessaria, ed era una persona protetta ai sensi del diritto umanitario internazionale. Pertanto, la privazione della libertà di quest’ultimo è una grave violazione del diritto internazionale umanitario.
Subito dopo il rapimento di Vagif Khachatryan, appelli alla violenza contro gli Armeni, propaganda di odio e inimicizia, diretti anche contro Vagif Khachatryan e i suoi parenti, hanno preso slancio nei media azeri.
Questo fenomeno è l’ennesima manifestazione della politica di armenofobia e dell’odio etnico propagata dalle autorità azere. Inoltre, la società azerbajgiana, inclusi personaggi pubblici, funzionari statali, nonché i mass media e i social media, hanno etichettato Khachatryan come un criminale.
Il Difensore dei Diritti Umani sottolinea che, quando l’odio etnico viene propagato e la presunzione di innocenza viene violata, i diritti umani fondamentali di Khachatryan non possono essere garantiti e il corretto esame del caso in conformità con i requisiti del giusto processo può essere garantito solo da parte di un tribunale imparziale ed equo.
Quanto sopra fornisce ragioni per concludere che l’interferenza illecita con i diritti umani fondamentali di Vagif Khachatryan da parte dell’Azerbajgian è stata/è in corso di realizzazione in una grave violazione del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani, considerando che le garanzie e gli standard legali internazionali universalmente riconosciuti non sono assicurati.
Le informazioni complete ottenute e analizzate dall’Ufficio del Difensore sono state inviate alle autorità competenti e ai partner internazionali».

Le forze armate dell’Azerbajgian hanno ancora presi di mira gli agricoltori dell’Artsakh

Nei campi intorno al villaggio di Sarushen nella regione di Askeran della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabkah le forze armate azere ieri hanno sparti ad una mietitrebbia. Le violazioni sono state registrate sia al mattino che nel pomeriggio. Altri macchinari agricoli erano stati oggetto di bersaglio nei giorni scorsi. È chiara l’intenzione degli Azeri di ostacolare il lavoro nei campi agricoli, impedire il raccolto del grano e affamare ancora di più la popolazione.
In mattinata di ieri sono state segnalate violazioni del cessate il fuoco da parte delle forze armate azere anche nella regione di Martakert.

Ora che cambia dopo la sessione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 16 agosto 2023?

«Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è stato registrato che stiamo morendo di fame. Ne siamo grati, ma cosa cambierà dopo questo?», ha domandato Davide Babayan, il Consigliere del Presidente ed ex Ministro degli Esteri della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe adottare una risoluzione chiara, perché semplici dichiarazioni non cambieranno nulla. «Altrimenti, questa sarà una vera vittoria per l’Azerbajgian. Secondo le valutazioni, i problemi della popolazione dell’Artsakh non vengono risolti, la sicurezza non viene garantita, il pericolo di genocidio non scompare. Bisogna aspettare per vedere quale risoluzione adotteranno o decideranno, o se tutto finirà così, diventando un altro incontro inefficace. Bisogna lavorare perché ci sia un risultato concreto, alcune persone sono condizionate, altrimenti questa delegazione ha parlato bene, l’altra no, poi cosa è cambiato? Se continua così, l’Artsakh dovrà ricorrere a misure drastiche, moriremo di fame? O dobbiamo restare, combattere o sputare e andarcene. Hanno registrato che stiamo morendo di fame, siamo grati, ma cosa cambia?”, ha detto Babayan.

L’ONU deve agire come organizzazione per la prevenzione del genocidio, non come organizzazione per la commemorazione del genocidio
L’intervento del Ministro degli Esteri dell’Armenia, Ararat Mirzoyan, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 16 agosto 2023

(Traduzione italiana a cura dell’Iniziativa italiana per l’Artsakh

Desidero ringraziare il Consiglio di Sicurezza per aver convocato questa riunione di emergenza per discutere della situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh, che è stata creata dal blocco di 8 mesi del Corridoio di Lachin, l’unica strada che collega il Nagorno-Karabakh all’Armenia e al mondo esterno.

Oggi sono qui per cercare il sostegno di questo prestigioso organismo nel mantenere la prospettiva di raggiungere una pace e una stabilità giuste e complete nella nostra regione, che è seriamente minata dall’istigazione dell’Azerbajgian di un disastro umanitario nel Nagorno-Karabakh.

Durante gli ultimi due anni, l’Armenia, con il sostegno della comunità internazionale, non ha risparmiato sforzi per stabilire la pace e la stabilità nella nostra regione. E penso che oggi abbiamo ancora la possibilità di raggiungere questo obiettivo. Tuttavia, l’attuale situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh può peggiorare notevolmente le prospettive di pace nell’intera regione del Caucaso meridionale e oltre.

Oggi vorrei approfondire suggerendovi di giudicare non sulla base di asserzioni che potreste considerare vere o false, ma su valori e fatti.

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo inizia con il riconoscimento della dignità inalienabile e dei diritti uguali e inalienabili di tutti i membri dell’umanità come fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo. Indipendentemente da dove vivono, tutte le persone sono dotate degli stessi diritti e dignità e dovrebbero essere trattate con il massimo rispetto e cura, anche in tempo di guerra. Sfortunatamente, la gente del Nagorno-Karabakh è privata di tale trattamento, trovandosi in un blocco totale.

Permettetemi ora di presentare gli eventi, i fatti e le cifre che mostrano la realtà del Nagorno-Karabakh assediato.

  • 9 novembre: 2020: una dichiarazione tripartita firmata dai leader di Armenia, Russia e Azerbajgian, secondo il punto 6, “Il Corridoio di Lachin (largo 5 km), che fornirà un collegamento tra il Nagorno-Karabakh e l’Armenia…, rimarrà sotto il controllo delle forze di mantenimento della pace della Federazione Russa”.
  • 12 dicembre 2022: l’Azerbajgian ha bloccato il Corridoio di Lachin con il falso pretesto di preoccupazioni ambientali. Da allora, il graduale utilizzo di scorte domestiche limitate ha portato a gravi carenze alimentari e alla chiusura dei negozi. Prima del blocco, circa il 90% del cibo consumato veniva importato dall’Armenia, e oggi la popolazione del Nagorno-Karabakh non riceve 400 tonnellate di beni di prima necessità al giorno. Attualmente c’è una grave carenza di cibo, compresi alimenti per bambini, farina, zucchero, oltre a medicine, carburante, ecc. Inoltre, a causa della mancanza di carburante e degli attacchi ai lavoratori da parte dell’Azerbajgian, quasi tutti i lavori agricoli sono stati interrotti. Di conseguenza, circa 10.000 ettari di terreno vicino alla linea di contatto rimangono incolti.
  • 20 dicembre 2022: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso la questione per la prima volta e la stragrande maggioranza dei membri del Consiglio ha invitato l’Azerbajgian a revocare il blocco.
  • Periodicamente da dicembre 2022 e completamente da marzo 2023 (circa 180 giorni in totale) l’Azerbajgian ha interrotto l’unica fornitura di gas naturale al Nagorno-Karabakh. La cessazione della fornitura di gas ha già portato a una serie di conseguenze umanitarie negative, come: 1. interruzione degli ospedali; 2. interruzione dei processi educativi nelle scuole e negli asili; 3. interruzione delle istituzioni vitali e dei servizi sociali; 4. incapacità di riscaldare le case delle persone con il gas; 5. perdita di accesso all’acqua calda in molte case; 6. per i veicoli mancanza di carburante, ecc.
  • dal 9 gennaio 2023 (più di 210 giorni) l’Azerbajgian ha interrotto la fornitura di energia elettrica sull’unica linea ad alta tensione tra l’Armenia e il Nagorno-Karabakh. Da allora, potendo contare solo su risorse elettriche locali limitate, il Nagorno-Karabakh è stato costretto ad attuare blackout intermittenti di poche ore.
  • 22 febbraio 2023: la Corte Internazionale di Giustizia ha applicato una misura urgente nell’ambito della Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (Armenia c. Azerbajgian), secondo la quale l’Azerbajgian deve “prendere tutte le misure necessarie per garantire un movimento ininterrotto in entrambe le direzioni di persone, veicoli e merci attraverso il Corridoio di Lachin”.
  • 23 aprile 2023: Azerbajgian, violando la decisione della Corte Internazionale di Giustizia e la Dichiarazione tripartito del 9 novembre 2020, ha installato un posto di blocco nel Corridoio di Lachin.
  • 15 giugno 2023: l’Azerbajgian è andato oltre, chiudendo completamente il Corridoio di Lachin, impedendo qualsiasi accesso, anche umanitario, al Nagorno-Karabakh, compreso il Comitato Internazionale della Croce Rossa.
  • 6 luglio 2023: la Corte Internazionale di Giustizia ha ribadito la sua decisione del 22 febbraio 2023.
  • 25 luglio 2023: annuncio del CICR, l’unica organizzazione umanitaria internazionale che opera in Nagorno-Karabakh da più di 30 anni: “Nonostante i continui sforzi, il CICR non è attualmente in grado di fornire aiuti umanitari alla popolazione civile attraverso il Corridoio di Lachin o altre vie”.
  • 26 luglio 2023: la Repubblica di Armenia ha inviato un convoglio umanitario, che rimane all’ingresso del corridoio di Lachin, poiché la parte azera rifiuta l’ingresso.
  • 2 agosto 2023: Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha ribadito la sua profonda preoccupazione per le sfide alla libera circolazione attraverso il Corridoio di Lachin, ricordando la precedente dichiarazione sulla necessità di attuare le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia, “comprese la sentenza  adottata il 22 febbraio 2023 e le decisioni riaffermate il 6 luglio 2023 relative al movimento ininterrotto di persone, veicoli e merci in entrambe le direzioni attraverso il Corridoio di Lachin”. Il Segretario Generale inoltre ha espresso particolare preoccupazione per il deterioramento della situazione umanitaria sul campo e ha chiesto “misure urgenti per facilitare l’accesso agli aiuti umanitari per le persone bisognose”.
  • 7 agosto 2023: un gruppo di esperti in diritti umani delle Nazioni Unite –  il Relatore Speciale sul Diritto all’Alimentazione, il Relatore Speciale sul Diritto all’Istruzione, l’Esperto Indipendente sul godimento di tutti i diritti umani da parte delle persone anziane e il Relatore Speciale sui diritti delle persone con disabilità – hanno lanciato l’allarme sul blocco in atto del Corridoio di Lachin e la terribile crisi umanitaria che ha “messo la popolazione di fronte a gravi difficoltà” e “messo in grave pericolo la vita dei residenti, soprattutto bambini, persone con disabilità, anziani, donne incinte e pazienti”.

Qualche dato in più:

  • 120.000 – il numero di persone che vivono in Nagorno-Karabakh che sono private della possibilità di esercitare i propri diritti fondamentali.
  • 20.000 – il numero di anziani che non hanno nemmeno la possibilità di muoversi per mancanza di mezzi pubblici.
  • 30.000 – il numero di bambini che vivono nel Nagorno-Karabakh che soffrono di malnutrizione e mancanza di cibo.
  • 270 – il numero di bambini che non possono tornare in Nagorno-Karabakh e ricongiungersi con le loro famiglie.
  • 2.000 – il numero delle donne incinte che vivono in Nagorno-Karabakh e che non hanno nemmeno un minimo accesso ai servizi sanitari.
  • 9.000 – il numero di persone con disabilità che sono private di cure mediche adeguate.
  • 4.700 e 8.450 – rispettivamente il numero di persone affette da diabete e malattie della circolazione sanguigna, che esauriscono i farmaci essenziali.

Tutti questi eventi hanno raddoppiato il numero di decessi in Nagorno Karabakh negli ultimi 8 mesi. Inoltre, la mancanza di medicinali, disinfettanti e altri articoli per l’igiene crea un rischio di epidemie.

  • 710 – il numero totale di pazienti accompagnati dal CICR e dei loro accompagnatori che sono stati sottoposti a una procedura umiliante per dimostrare il loro stato di salute e ricevere un “permesso” di evacuazione durante l’intero blocco.
  • 1 – una persona con un nome specifico, Vagif Khachatryan, che è stata rapita vicino al posto di blocco mentre si recava in Armenia per essere operata sotto scorta del CICR. È stato rapito mentre era sotto protezione umanitaria internazionale. Questo non è l’unico incidente in cui l’Azerbajgian ha deliberatamente ostacolato il lavoro del CICR.
  • 1 – un’altra persona dal nome chiaro, Karo Hovhannisyan, morta ieri. Secondo il rapporto dell’autopsia, è morto a causa della fame e della malnutrizione prolungata.
  • 2 – Leo di 3 anni e Gita di 6 anni, morti a Martakert perché la loro madre ha dovuto lasciare soli i bambini e raggiungere a piedi la città più vicina nella speranza di trovare loro del cibo.

Nei mesi scorsi molti di voi hanno cercato di affrontare il problema dell’apertura del Corridoio di Lachin. Tuttavia, nonostante tutti gli appelli, nel 2020 la situazione non è migliorata in conformità con gli obblighi assunti dalla Dichiarazione tripartita del 9 novembre, le decisioni giuridicamente vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia. Al contrario, l’Azerbajgian ha gradualmente ma costantemente intensificato il blocco, fino al completo assedio del Nagorno-Karabakh. L’Armenia ha espresso la sua preoccupazione per l’aggravarsi della crisi umanitaria a causa della chiusura del Corridoio di Lachin in tutti i negoziati con l’Azerbajgian, che sono stati assistiti e mediati separatamente da USA, Unione Europea e Russia. Eppure invano.

L’impegno mostrato dall’Azerbajgian durante questo periodo può essere caratterizzato in qualsiasi modo ma non in buona fede. Durante la prima discussione del Consiglio di Sicurezza su questo tema, l’Azerbajgian ha rifiutato di assumersi qualsiasi responsabilità per le sue azioni e ha persino affermato di non controllare il Corridoio di Lachin. Durante gli ultimi otto mesi, l’Azerbajgian ha addotto una serie di scuse per giustificare le sue azioni. Prima c’erano i cosiddetti eco-attivisti, preoccupati per la protezione dell’ambiente, poi accuse infondate di trasporto di armi attraverso il Corridoio di Lachin, poi provocazioni militari, ecc.

Il Corridoio di Lachin è stato concordato come collegamento tra l’Armenia e il Nagorno-Karabakh e non ha alternative. Il Corridoio di Lachin dovrebbe essere aperto e, come per altre possibili comunicazioni, dovrebbe essere risolto nell’ambito del meccanismo internazionale del dialogo Baku-Stepanakert.

Quindi oggi sono qui per chiedere il vostro sostegno per risolvere i problemi di natura umanitaria, e ci aspettiamo da questo Consiglio:

  • condannare l’uso della fame come metodo di guerra contro i civili, che è proibito dal diritto umanitario internazionale;
  • condannare l’illegale negazione dell’aiuto umanitario e la privazione dei beni di prima necessità alla popolazione civile del Nagorno-Karabakh, compresa la deliberata ostruzione dell’accesso alla consegna degli aiuti e per rispondere all’insicurezza alimentare indotta dal conflitto;
  • esigere il pieno rispetto degli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale, compresa la protezione dei civili, in particolare donne e bambini, nonché delle infrastrutture civili critiche;
  • chiedere l’immediato ripristino della libertà e della sicurezza di circolazione di persone, veicoli e merci attraverso il Corridoio di Lachin, conformemente agli accordi precedentemente concordati;
  • garantire la piena cooperazione con il Comitato Internazionale della Croce Rossa e la consegna sicura e senza ostacoli degli aiuti umanitari;
  • inviare una missione interagenzia indipendente per la valutazione dei bisogni nel Nagorno-Karabakh e fornire aiuti umanitari alla popolazione colpita.

Queste questioni umanitarie dovrebbero ovviamente essere risolte con l’intervento decisivo della comunità internazionale prima che le conseguenze negative portino alla pulizia etnica della popolazione del Nagorno-Karabakh. Secondo i rappresentanti eletti del Nagorno-Karabakh, “si tratta di un crimine premeditato dovuto all’evidente intenzione di commettere un genocidio. Le autorità dell’Azerbajgian hanno deliberatamente provocato il blocco del Corridoio di Lachin, sapendo che avrebbe portato alla graduale distruzione dell’intera popolazione del Nagorno-Karabakh, ma hanno scelto di continuare tale linea d’azione.

Allo stesso tempo, il rapporto dell’ex procuratore della Corte Penale Internazionale, Luis Moreno Ocampo, afferma che quanto sta accadendo in Nagorno-Karabakh è già un genocidio. Secondo Ocampo, “il blocco delle forze di sicurezza azere del Corridoio di Lachin, che impedisce l’accesso a qualsiasi cibo, forniture mediche e altri beni di prima necessità, dovrebbe essere considerato un genocidio ai sensi dell’articolo II, paragrafo (c) della Convenzione sul genocidio; “creare deliberatamente cattive condizioni per la vita equivale alla distruzione fisica”. La fame è l’arma invisibile del genocidio. Senza cambiamenti drastici immediati, questo gruppo di Armeni sarà distrutto in poche settimane”.

Prevenire un tale disastro è la responsabilità primaria delle Nazioni Unite e di questo Consiglio. Credo davvero che questa struttura storica, nonostante le differenze geopolitiche, possa agire come struttura di prevenzione del genocidio, non come struttura di commemorazione del genocidio, quando sarà troppo tardi.

In conclusione, vorrei tornare proprio all’inizio del mio intervento. Uno dei principi più importanti delle Nazioni Unite è non trascurare nessuno, e Edwin di 4 anni, Anastasia di 6 anni, Maria di 7 anni, Davit di 5 anni, Karine, Vahe di 7 anni, Tatev di 5 anni, Samvel di 8 anni e molti altri sperano ancora di non essere ignorati.

La patetica reazione del’Ambasciatore azero, in completa assenza di argomentazione

Nel suo intervento, l’Ambasciatore azero non ha aggiunto nulla di nuovo alla consueta narrazione dell’Azerbajgian: tutta colpa degli Armeni. Magari ci si sarebbe aspettato qualche argomentazione di sostanza nel difficile tentativo di sostenere che non c’è alcun blocco dell’Artsakh. E cosa ha fatto invece l’inviato di Ilham Aliyev? Tira fuori delle stampe A4 con immagini prese dai social (non si sa da chi pubblicate) dove compaiono dolcetti e scene di vita normale. Ci ha fatto quasi pena…

Vedere per credere. Il diplomatico azero mostra al mondo foto di biscotti preso dai social media come argomento per negare la realtà del blocco dell’Artsakh da parte del suo Paese. Ha informato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che un bambino dell’Artsakh è stato trovato a mangiare un biscotto. O forse, si è solo messo in posa con uno. O, forse, nemmeno un biscotto… Ha mostrato che gli Armeni dell’Artsakh si ostinano di sposarsi ancora, nonostante l’assedio dell’Azerbajgian.

Le stesse immagini abbiamo già mostrato in passato, denunciando questa cosa che solo il regime autocratico guerrafondaio genocida azero è in grado di fare. Nessuna di quelle immagini mostra la realtà e lui lo sa.

Quanto e patetico questo diplomatico che presenta la foto di un bambino con un biscotto come prova che gli Armeni mentono sulla fame e sul blocco dell’Artsakh. Poi, quanto è meschino questo diplomatico che mostra immagini fabbricate o datate prima del #ArtsakhBlockade. Nessuna meraviglia, però, perché i diplomatici azeri non ci hanno mai delusi. E gli abbiamo sempre ringraziato per loro sforzi, perché con questi metodi di fake news dimostrano di non avere argomenti e confermano a situazione drammatica in Artsakh e la documentazione fornita dai governi dell’Armenia e dell’Artsakh, e dagli esperti, organizzazioni e organismi internazionali.

Patetico come i troll azeri abboccano  e scrivono frasi senza alcun nesso logico: «All’ONU il mondo intero ha visto che gli Armeni del Karabakh si stanno godendo la vita con feste in piscina, feste di kebab e condividendo i loro video su Instagram. Menzogne armene. Il #ArtsakhBlockade che hanno fabbricato è diventato un mal di testa per tutti gli Armeni».

Una “vita con feste” mentre l’Azerbajgian tiene l’Artsakh isolato dal mondo, come il Ministro degli Esteri armeno ha ricordato nel suo discorso. E mentre l’Azerbajgian impedisce l’ingresso al Corridoio di Berdzor (Lachin) e all’Arsakh agli osservatori e media internazonali per andare a vedere con lo occhi queste “feste in piscina, feste di kebab”.

Segnaliamo

– “È come un campo di concentramento”: la crisi dimenticata alle porte dell’Europa. Un blocco è stato imposto alla regione separatista del Nagorno-Karabakh, limitando il flusso di rifornimenti vitali e minacciando 120.000 vite di Jessie Williams – The Telegraph, 16 agosto 2023 [QUI]: «Dal dicembre 2022, la strada che collega il Karabakh all’Armenia e al mondo esterno – il Corridoio di Lachin – è stata bloccata dall’Azerbajgian. Il blocco si sta rivelando fatale e sta alimentando una crisi umanitaria sempre più grave e in gran parte inosservata».

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]