279° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Gli USA non tollereranno alcuna azione volta alla pulizia etnica della popolazione armena (Korazym 16.09.23)

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 16.09.2023 – Vik van Brantegem] – «Voglio essere chiaro su una questione cruciale: gli Stati Uniti non tollereranno alcuna azione o sforzo, né a breve né a lungo termine, per la pulizia etnica o per commettere altre atrocità contro la popolazione armena del Nagorno-Karabakh. L’attuale situazione umanitaria non è accettabile», ha dichiarato Yuri Kim, Vice Segretario ad interim per gli Affari Europei ed Eurasiatici del Dipartimento di Stato americano, durante l’audizione sull’Artsakh/Nagorno-Karabakh della Commissione per le Relazioni Estere del Senato degli Stati Uniti.

«Nel contesto di qualsiasi discussione di pace, abbiamo chiarito che i diritti e la sicurezza degli Armeni del Nagorno-Karabakh devono essere protetti. Questo è un elemento essenziale di qualsiasi accordo di pace duraturo e dignitoso. L’Azerbajgian deve fornire garanzie verificabili a livello internazionale sul rispetto dei loro diritti e sulla capacità di rimanere nelle proprie case e vivere senza paura», ha affermato Yuri Kim.

Yuri Kim ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno lavorato intensamente negli ultimi mesi per affrontare il deterioramento della situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh: «Abbiamo costantemente affermato che il Corridoio [di Berdzor (Lachin)] deve essere aperto al traffico commerciale, umanitario e privato. Abbiamo trasmesso questo messaggio sia pubblicamente che privatamente a tutti i livelli del governo dell’Azerbajgian in numerose occasioni».

Di seguito riportiamo nella nostra traduzione italiana dall’inglese la trascrizione completa della testimonianza di Kim durante l’audizione alla Commissione del Senato:

«Grazie per il vostro invito a parlare con voi oggi degli sforzi del governo nel Caucaso meridionale, in particolare rispetto alla situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh. Apprezzo l’opportunità di aggiornarvi sul nostro lavoro e di ascoltare il vostro punto di vista su queste questioni urgenti. Abbiamo lavorato intensamente negli ultimi mesi per affrontare il deterioramento della situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh. Siamo profondamente preoccupati per la continua chiusura del Corridoio di Lachin e per l’impatto che questa chiusura sta avendo sui residenti del Nagorno-Karabakh. Voglio chiarire che consideriamo lo status quo del tutto inaccettabile. Non smetteremo di lavorare finché non avremo una soluzione. Abbiamo costantemente affermato che il corridoio deve essere aperto al traffico commerciale, umanitario e privato. Abbiamo trasmesso questo messaggio sia pubblicamente che privatamente a tutti i livelli del governo dell’Azerbajgian in numerose occasioni. L’accesso al cibo, alle medicine, al latte artificiale e all’energia non dovrebbe mai essere tenuto in ostaggio. Il Segretario Blinken, il Consigliere senior per i negoziati sul Caucaso, Louis Bono, i colleghi dell’USAID e molti altri, me compreso, sono stati intensamente impegnati su questo tema con un’ampia gamma di contatti a tutti i livelli per premere per l’apertura immediata e simultanea del Corridoio di Lachin così come altre rotte verso il traffico umanitario, commerciale e privato per consentire il passaggio delle forniture umanitarie urgentemente necessarie. Abbiamo accolto con favore la notizia che il 12 settembre una spedizione che trasportava circa 20 tonnellate di forniture umanitarie è passata attraverso la rotta di Aghdam nel Nagorno-Karabakh. Ulteriori aiuti umanitari da parte del Comitato Internazionale della Croce Rossa sono posizionati da settimane appena fuori dai checkpoint di Lachin e Aghdam. Il Consigliere senior Bono è ancora una volta nella regione per fare pressione affinché queste forniture siano autorizzate immediatamente e simultaneamente nel Nagorno-Karabakh. Il Presidente Aliyev e i rappresentanti del Nagorno-Karabakh hanno dichiarato pubblicamente di aver accettato questo accordo. Non dovrebbero esserci ulteriori ritardi nell’attuazione di questo accordo. È essenziale che queste forniture – pronte a partire da settimane – vengano consegnate subito alla popolazione del Nagorno-Karabakh. È inoltre essenziale raggiungere un accordo più sostenibile per gli uomini, le donne e i bambini del Nagorno-Karabakh. In questo contesto, esortiamo il governo dell’Azerbajgian a ripristinare il libero transito delle merci commerciali, umanitario e persone sia in entrata che in uscita dal Corridoio di Lachin in tempi rapidi, pur riconoscendo l’importanza di rotte aggiuntive. Una delle tante sfide per trovare una soluzione è la profonda sfiducia nella regione dopo decenni di conflitto e instabilità. Dobbiamo continuare a incoraggiare tutte le parti a lavorare in modo costruttivo e a incoraggiare coloro che vivono nel Nagorno-Karabakh ad accettare assistenza umanitaria da fonti internazionali affidabili come il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Qualunque sia il compromesso che alla fine verrà raggiunto, l’unica strada da percorrere è attraverso il dialogo e il compromesso per costruire la fiducia. Occorre affrontare le cause profonde dell’instabilità e dei conflitti che affliggono questa regione da così tanto tempo. Il governo continua a credere che la pace nel Caucaso meridionale abbia il potenziale per trasformare la regione e promuovere gli interessi degli Stati Uniti. Ora abbiamo un’opportunità strategica per combattere l’influenza maligna nella regione da parte di attori come Russia, Cina e Iran, raggiungendo una pace duratura che espanderà la nostra cooperazione economica e di sicurezza bilaterale e fornirà una maggiore sicurezza energetica ai partner e agli alleati europei. Il Segretario Blinken ha ospitato tre cicli di negoziati di pace con i Ministri degli Esteri di Armenia e Azerbajgian dallo scorso novembre, e la sua leadership ha dato risultati. Le parti hanno fatto progressi verso un accordo di pace che potrebbe stabilizzare la regione. Le commissioni di confine dell’Armenia e dell’Azerbajgian hanno avviato le discussioni sulla complicata questione della delimitazione del confine. Continueremo a sostenere i progressi verso un accordo di pace tra le parti. Il progresso non avverrà né facilmente né rapidamente, ma siamo determinati a fare tutto il possibile per sostenere una pace dignitosa e duratura – un obiettivo che è imperativo nel più ampio contesto regionale. Abbiamo investito in questo sforzo perché crediamo che la pace tra Armenia e Azerbajgian porterebbe benefici a cascata per la regione, nell’interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Una pace dignitosa e duratura potrebbe facilitare la sicurezza energetica regionale e potenziare i collegamenti di trasporto regionali, migliorando a sua volta le prospettive economiche di tutti i Paesi della regione e migliorando la vita di milioni di persone. Gli Stati Uniti potrebbero aumentare la cooperazione in materia di sicurezza nella regione e rafforzare la fiducia e la capacità di ciascun Paese di preservare e proteggere la propria sovranità e indipendenza. Nel contesto di qualsiasi discussione di pace, abbiamo chiarito che i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh devono essere tutelati. Questo è un elemento essenziale di qualsiasi accordo di pace duraturo e dignitoso. L’Azerbajgian deve fornire garanzie verificabili a livello internazionale sul rispetto dei loro diritti e sulla capacità di rimanere nelle proprie case e vivere senza paura. In conclusione, voglio essere chiaro su una questione cruciale: gli Stati Uniti non tollereranno alcuna azione o sforzo – a breve o lungo termine – per la pulizia etnica o per commettere altre atrocità contro la popolazione armena del Nagorno-Karabakh. L’attuale situazione umanitaria non è accettabile. L’accesso umanitario attraverso il Corridoio di Lachin e altre rotte deve essere reso disponibile ora. Abbiamo anche ampiamente chiarito che l’uso della forza non è accettabile. Diamo a questa Commissione la nostra garanzia che questi principi continueranno a guidare i nostri sforzi in questa regione. Grazie ancora per l’opportunità di discutere le nostre priorità e i nostri sforzi per contribuire a costruire una pace giusta e duratura nel Caucaso meridionale».

«Gli USA hanno annunciato la linea rossa che l’Azerbajgian non deve oltrepassare. Gli USA hanno inviato un messaggio restrittivo all’Azerbajgian, che sta pianificando una guerra contro l’Armenia e il Nagorno-Karabakh e sottoponendo gli Armeni alla pulizia etnica. È estremamente importante che gli Stati Uniti facciano pubblicamente tale dichiarazione. Ciò impedisce, almeno nel breve termine, una nuova guerra su vasta scala pianificata da Aliyev. Ciò significa che l’Azerbajgian potrebbe essere sottoposto a gravi pressioni e sanzioni se iniziasse una guerra contro il Nagorno-Karabakh.
A differenza della Russia, gli Stati Uniti non hanno una presenza militare nel Nagorno-Karabakh, ma sono in grado di imporre sanzioni schiaccianti contro Aliyev se iniziasse una guerra. Gli Stati Uniti hanno precedentemente imposto una serie di sanzioni contro dittatori sanguinari che hanno compiuto massacri, genocidi e pulizia etnica contro i membri delle minoranze etniche nel loro Paese. Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro il Presidente del Sudan, Omar al-Bashir, incriminato dalla Corte Penale Internazionale per genocidio e crimini di guerra contro la popolazione del Darfur. Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro il Presidente della Siria, Bashar al-Assad, accusato di usare armi chimiche contro il suo stesso popolo e di reprimere brutalmente il dissenso. Gli Stati Uniti hanno anche imposto sanzioni contro il leader supremo della Corea del Nord, Kim Jong Un, accusato di violare i diritti umani e di creare armi nucleari.
Tuttavia, a differenza dei leader della Corea del Nord o della Siria, il Presidente dell’Azerbajgian è più vulnerabile e non dispone di protezioni per resistere alle sanzioni americane. Una parte significativa delle proprietà del clan Aliyev si trova in Occidente e l’Azerbajgian ha un’ampia cooperazione energetica con i Paesi europei, che è di importanza strategica per Baku. C’è anche il fattore della tesa situazione politica interna in Azerbajgian, dove i dissidenti politici sono soggetti a violenza e incarcerazione. Questo è un altro strumento contro Aliyev che può essere utilizzato per punirlo severamente. Pertanto, il Presidente dell’Azerbajgian correrà un rischio enorme se ignorerà l’avvertimento degli Stati Uniti e iniziasse una guerra contro il Nagorno-Karabakh.
L’Azerbajgian chiede che il Nagorno-Karabakh sciolga le sue istituzioni statali e accetti l’agenda di integrazione dell’Azerbajgian senza introdurre un sistema di garanzie internazionali per la sicurezza e la protezione dei diritti. Ciò significa che l’Azerbajgian non vuole assumere alcun obbligo internazionale che escluda i suoi programmi di pulizia etnica e genocidio.
L’Azerbajgian vuole fornire agli Armeni del Nagorno-Karabakh tali garanzie di diritti e sicurezza (“garantite” dalla Costituzione dell’Azerbajgian) che consentiranno al regime autocratico di Ilham Aliyev di creare condizioni disumane per gli Armeni a breve termine e costringerli a partire. E quegli armeni che, nonostante il trattamento disumano, rimangono nel Nagorno-Karabakh, alla lunga saranno costretti ad andarsene a causa degli scontri. L’Azerbajgian cambierà anche la composizione etnica del Nagorno-Karabakh insediando gli Azeri.
Penso che il Vice Segretario di Stato americano abbia calcolato la probabilità di uno scenario così estremo e richieda che il Presidente dell’Azerbajgian fornisca garanzie approvate a livello internazionale. Questa posizione degli Stati Uniti impedisce la possibilità di una nuova guerra da parte dell’Azerbajgian, oltre a sconvolgere lo scenario di sottomissione forzata degli Armeni del Nagorno-Karabakh attraverso un attacco militare. Naturalmente, l’Azerbajgian cercherà di infrangere questo divieto imposto dagli Stati Uniti e cercherà l’aiuto di Russia e Turchia, con le quali hanno cambiato lo status quo attraverso la guerra dei 44 giorni del 2020, e hanno anche spinto gli Stati Uniti e l’Unione Europea fuori dal Caucaso meridionale.
Ma ora gli Stati Uniti stanno facendo sul serio, non solo aumentando il loro ruolo nella risoluzione del conflitto del Nagorno.Karabakh, ma anche creando nuovi formati di cooperazione con l’Armenia, anche nel campo della sicurezza.
L’Azerbajgian cercherà di attuare il processo di integrazione degli Armeni del Nagorno-Karabakh insieme alla Federazione Russa. Credo che le forze di mantenimento della pace russe svolgeranno un ruolo nell’attuazione del piano di integrazione dell’Azerbajgian. La Russia propone di integrare il Nagorno-Karabakh nell’Azerbajgian senza garanzie internazionali di diritti e sicurezza.
Nel frattempo, la formula proposta dagli Stati Uniti è più stabile e forte. La posizione delle nuove autorità del Nagorno-Karabakh è di fondamentale importanza qui. Devono decidere se negoziare con Baku secondo il formato russo o occidentale. In ogni caso, possiamo affermare che gli Stati Uniti danno al Nagorno-Karabakh l’opportunità di gestire il proprio destino ottenendo garanzie internazionali più forti. Il Nagorno-Karabakh non dovrebbe cedere alle pressioni russe. Quali saranno gli sviluppi lo si vedrà nel prossimo futuro» (Roberto Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

Gli Stati Uniti proteggono la democrazia e i diritti umani per gli Armeni del Nagorno-Karabakh. La reazione isterica e aggressiva dell’Azerbajgian allo sviluppo promettente. Il sanguinoso piano di Ilham Aliyev è sull’orlo del fallimento

«L’Azerbajgian è diventato molto isterico a causa delle dichiarazioni rilasciate al Senato dal Vice Segretario di Stato americano Yuri Kim. Gli USA stanno contrastando i piani dell’Azerbajgian di occupare il Nagorno-Karabakh con la forza, distruggere le forze di difesa armene, massacrare e deportare gli Armeni. Il sanguinoso piano dell’Azerbajgian è sull’orlo del fallimento. Yuri Kim non ha difeso l’Armenia, ma ha respinto lo scenario di una soluzione del conflitto con la guerra.
Poiché Ilham Aliyev ha pianificato un’operazione militare contro gli Armeni del Nagorno-Karabakh, è naturale che l’Azerbajgian abbia percepito in modo aggressivo la dichiarazione pacifista del funzionario americano. L’Azerbajgian intendeva lanciare uno scenario militare, che gli Stati Uniti stanno ora impedendo. Gli Stati Uniti insistono sul fatto che non tollereranno la pulizia etnica o altre atrocità contro il popolo del Nagorno-Karabakh. Washington ha centrato l’obiettivo. Gli Stati Uniti rivelano il piano dell’Azerbajgian e dicono che è intollerabile.
Il Portavoce del Ministero degli Esteri azerbajgiano, Ayhan Hajizade, ha affermato che la terminologia «popolo armeno del Nagorno-Karabakh» contraddice l’integrità territoriale e la sovranità dell’Azerbajgian: «L’inclusione di un riferimento ai “diritti e alla sicurezza del popolo armeno del Nagorno-Karabakh” nel trattato di pace contraddice l’integrità territoriale e la sovranità dell’Azerbajgian, poiché contiene un termine utilizzato appositamente dall’Armenia per incoraggiare il separatismo nel nostro territorio».
Ho studiato il panorama mediatico azerbajgiano. Esperti e giornalisti pagati dal governo di Ilham #Aliyev dichiarano che gli Stati Uniti minacciano l’Azerbajgian. Gli azerbajgiani temono che gli Stati Uniti stiano vietando loro il processo di instaurazione di “legge e ordine” nel Nagorno-Karabakh attraverso l’esercito azerbajgiano.
Gli esperti di Ilham Aliyev notano che il rafforzamento degli Stati Uniti in Armenia rappresenta una minaccia per l’Azerbajgian tanto quanto per l’Iran, che si oppone all’attacco azerbajgiano al territorio armeno. Ricordo che Yuri Kim ha anche affermato che gli Stati Uniti dovrebbero aumentare il sostegno allo sviluppo dell’Armenia, così come la cooperazione in materia di difesa con l’Armenia.
L’Azerbajgian teme che l’influenza degli Stati Uniti stia aumentando a causa dell’indebolimento della posizione della Russia in Armenia. Considerano questo un serio ostacolo allo scatenamento di nuove guerre contro l’Armenia e il Nagorno-Karabakh. L’Azerbajgian non ha abbandonato il piano di occupazione dei territori per creare il “Corridoio di Zangezur” nella regione di Syunik. Anche l’innalzamento della bandiera americana in Armenia sconvolge questo piano dell’Azerbajgian. Credo che gli Stati Uniti saranno un meraviglioso alleato in termini di sicurezza e valori, e che la sicurezza e la stabilità nel Caucaso meridionale saranno ulteriormente rafforzate grazie al contenimento dei fattori russo e cinese. A proposito, è una coincidenza interessante che la Cina e la Georgia siano diventate partner strategici e stiano lanciando una serie di progetti economici, mentre gli Stati Uniti alzano la bandiera in Armenia, parlando pubblicamente della necessità di aumentare gli aiuti all’Armenia nel campo della sicurezza e della difesa e di attuare il partenariato. Questo è il modo giusto per approfondire la cooperazione armeno-americana. Questo è ciò di cui ho scritto molte volte.
Ma torniamo all’Azerbajgian. L’Azerbajgian è rimasto molto turbato dall’espressione “popolo del Nagorno-Karabakh” utilizzata dal Vice Segretario di Stato americano, Yuri Kim. Gli Azeri vedono un pericolo quando gli Stati Uniti considerano intollerabili «le atrocità contro il popolo del Nagorno-Karabakh e la pulizia etnica», così come quando gli Stati Uniti affermano che «i diritti e la sicurezza degli Armeni del Nagorno-Karabakh devono essere protetti, perché è una componente chiave di qualsiasi accordo di pace, e anche l’Azerbajgian dovrebbe fornire garanzie approvate a livello internazionale».
Quando l’Azerbajgian afferma che la terminologia «popolo armeno del Nagorno-Karabakh» contraddice l’integrità territoriale e la sovranità dell’Azerbajgian, temono che gli Stati Uniti vogliano ottenere uno status altamente autonomo per gli Armeni del Nagorno-Karabakh. Gli Stati Uniti in realtà non accettano il piano dell’Azerbajgian di effettuare la pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh. Gli Stati Uniti dicono all’Azerbajgian che non tollereranno la pulizia etnica e le atrocità contro l’Artsakh. Gli Stati Uniti affermano che l’Azerbajgian dovrebbe fornire garanzie approvate a livello internazionale agli Armeni del Nagorno-Karabakh. Attuando questi protocolli, gli Stati Uniti ostacolano i piani dell’Azerbajgian di occupare con la forza il Nagorno-Karabakh, distruggere le forze dell’esercito di difesa, massacrare e deportare gli Armeni. Gli Stati Uniti danno istruzioni specifiche a Baku non solo di non sottomettere il Nagorno-Karabakh con la guerra, ma obbliga Baku a fornire garanzie approvate a livello internazionale ai nativi Armeni.
Penso che gli Stati Uniti si siano resi conto che l’Azerbajgian sta deliberatamente facendo fallire dei negoziati costruttivi e, insieme alla Russia, sta cercando di spopolare il Nagorno-Karabakh. Washington impedisce quel terribile piano.
L’ingresso del camion russo nel Nagorno-Karabakh aveva lo scopo di allentare la pressione di Stati Uniti e Unione Europea sull’Azerbajgian riguardo all’apertura del Corridoio di Lachin. Yuri Kim ha affermato che gli Stati Uniti sono preoccupati per il continuo blocco del Corridoio di Lachin e per le conseguenze che questo blocco ha sulla popolazione del Nagorno-Karabakh. Pertanto, gli Stati Uniti avvertono l’Azerbajgian e la Russia che non permetteranno che il blocco degli Armeni del Nagorno-Karabakh continui e di sottometterli con la forza sottoponendoli alla fame.
La Russia ha già proposto un piano per integrare il Nagorno-Karabakh nell’Azerbajgian. Non viene offerta alcuna garanzia internazionale per garantire i diritti e la sicurezza degli Armeni del Nagorno-Karabakh. Nel frattempo, gli Stati Uniti affermano che l’Azerbajgian dovrebbe fornire garanzie approvate a livello internazionale agli Armeni del Nagorno-Karabakh. L’uso dell’espressione «popolo del Nagorno-Karabakh» da parte degli Stati Uniti è già una rivendicazione di status per l’Azerbajgian. Ma l’Azerbajgian vuole privare gli Armeni del Nagorno-Karabakh dei loro diritti fondamentali a mangiare e bere, ad avere gas, elettricità, a ricevere un’istruzione e un lavoro adeguati, ad andare in e venire dall’Armenia.
Baku vuole distruggere il Nagorno-Karabakh come unità etnica governata dagli Armeni, commettere atrocità contro di loro e sottoporre il Nagorno-Karabakh alla pulizia etnica. Baku ha calcolato che se oggi non riesce a soggiogare il Nagorno-Karabakh con la guerra, a lungo termine intende creare dure condizioni di vita e costringere gli Armeni a lasciare il Nagorno-Karabakh.
Gli Stati Uniti chiedono di fornire agli Armeni del Nagorno Karabakh garanzie approvate a livello internazionale, la cui attuazione significherà l’esclusione della pulizia etnica da parte dell’Azerbajgian. Ciò è contrario all’ideologia statale dell’Azerbajgian, secondo la quale gli Armeni non dovrebbero rimanere nel Nagorno-Karabakh. Questo è il motivo per cui l’Azerbajgian risponde in modo aggressivo alla dichiarazione pacifica del Vice Segretario di Stato, Yuri Kim.
È ovvio che gli Stati Uniti stanno inasprendo la loro retorica, che è una conseguenza del comportamento aggressivo dell’Azerbajgian, delle azioni volte a sconfiggere i negoziati e della chiara prova dei preparativi per la guerra.
L’Azerbajgian per due volte non ha incontrato i rappresentanti del Nagorno-Karabakh secondo il formato proposto dagli Stati Uniti. Non accetta il negoziato con Stepanakert attraverso un meccanismo internazionale in un Paese terzo. L’Azerbajgian intende attuare uno scenario militare, che gli Stati Uniti stanno ora impedendo. Gli Stati Uniti si mostrano come un leader globale che, come membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, considerano intollerabili la pulizia etnica e le atrocità nel Nagorno-Karabakh. Si dice spesso che i valori dei diritti umani e della democrazia non trovano posto nella geopolitica, ma vediamo che gli Stati Uniti proteggono la democrazia e i diritti umani nel caso degli Armeni del Nagorno-Karabakh.
Penso che gli Stati Uniti dovrebbero far capire all’Azerbajgian che dovrebbe tornare a negoziati costruttivi e spiegare chiaramente che ci saranno conseguenze negative per Baku, se si passasse ad uno scenario di guerra contro gli Armeni in collaborazione con la Russia. Vediamo il chiaro posizionamento degli Stati Uniti come mediatore reale e produttivo nel processo Armenia-Azerbajgian. Questo è uno sviluppo importante» (Roberto Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

Da luglio gli Armeni hanno organizzato un sit-in 24 ore su 24, 7 giorni su 7 davanti alla sede delle Nazioni Unite in Armenia a Yerevan. Hanno raccolto scorte di olio d’oliva e farina per la popolazione dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh che sta morendo di fame sotto il blocco del’Azerbajgian.

La crisi del pane raggiunge il culmine nell’Artsakh sotto assedio totale. E i mediatori internazionali continuano ad affrontare questo genocidio come un normale conflitto che mantiene la parità e chiude un occhio davanti alla fame genocida di un intero popolo. È inquietante il mito secondo cui la Russia è troppo impegnata conl’Ucraina per revocare il blocco, che si ripeta indiscriminatamente, mantenendo viva l’illusione che la Russia sia un alleato dell’Armenia, mentre lo è dell’Azerbajgian.
A tarda notte una donna anziana dell’Artsakh, in piedi sotto la pioggia, tiene stretto un pane. È in fila da giorni, ma non riesciva a procurarsi il pane.

L’Azerbajgian per due volte aveva accettato il trasferimento della salma di Helen Dadayan nell’Artsakh, ma in seguito ha annullato la propria decisione, chiedendo che i documenti di trasferimento specifichino l’Azerbajgian come destinazione.
La 21enne Helen Dadayan, residente nell’Artsakh, ha perso tragicamente la vita insieme ad altre 11 persone in un incidente stradale il 14 agosto scorso vicino al villaggio di Lanjik sull’autostrada Yerevan-Gyumri nell’Armenia occidentale. I suoi resti sono all’obitorio di Goris da circa un mese, in attesa di raggiungere l’Artsakh assediato dove vive la sua famiglia. Lo zio di Helen, Mushegh Safaryan, che si trova a Goris, ha menzionato i progressi nel trasferimento del suo corpo nell’Artsakh con la mediazione del nuovo comandante delle forze di mantenimento della pace e delle autorità dell’Artsakh. Tuttavia, la richiesta dell’Azerbajgian di coinvolgere il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha causato problemi burocratici, incentrati sulla destinazione da menzionare nei documenti. Safaryan sperava in un’imminente decisione della Corte Europea dei Diritti dell’uomo (CEDU) in merito al trasferimento. Oggi, la CEDU ha respinto la petizione.
L’amico di Helen da 14 anni, Astghik Alaverdyan, ha detto: «Se la strada per l’Artsakh non fosse stata chiusa, saremmo stati entrambi a Chartar molto tempo fa.

Giovani volontari in Karabakh consegnano cibo a chi ne ha bisogno

Negli ultimi due mesi, Nare, 16 anni, residente nel Nagorno-Karabakh, si è offerta volontaria per aiutare a consegnare cibo ai bisognosi. La grave carenza di cibo, medicine e altre forniture nell’Artsakh/Nagorno-Karabakh è il risultato del blocco illegale imposto da 9 mesi dall’Azerbajgian. La mancanza di carburante fa sì che le risorse disponibili possano essere acquisite solo da coloro che sono in grado di percorrere lunghe distanze a piedi. Per i malati e gli anziani questo è impossibile nella maggior parte dei casi.
Inizialmente, Nare aveva il compito di consegnare il pane dai panifici agli anziani e i malati, che non erano in grado di stare in lunghe file per tente ore, ma con l’aggravarsi della carenza di pane, la missione è cambiata. Ora, Nare e il team consegnano cibo da una mensa locale, facendo tutto il possibile per sostenere la loro comunità (Civilnet, 14 settembre 2023
(Nostra traduzione italiana dall’inglese).

Il video.

«Nell’Artsakh, i bambini in età scolare arrivano a lezione malnutriti. Al mattino a colazione non c’è quasi nulla. Quando hanno fame durante la lezione, si accontentano di mezzo pezzo di pane portato da casa» (Ani Abaghyan, giornalista di Artsakh).

«Buon pomeriggio. Giorno 279 sotto blocco» (Ani Abaghyan, giornalista di Artsakh).

Il Primate della Diocesi di Artsakh ha ricevuto la Baronessa Cox

Il Vescovo Vrtanes Abrahamyan, Primate della Chiesa Apostolica Armena ha ricevuto la Baronessa Caroline Cox, con i membri dell’Organizzazione cristiana per i diritti umani International Christian Solidarity (CSI) e dell’Humanitarian Aid Relief Trust (HART). Era presente anche Azatuhi Simonyan, Consigliere del Presidente della Repubblica di Artsakh con incarichi speciali.
Il Vescovo Abrahamyan ha rivolto parole di benedizione e gratitudine alla Baronessa Caroline Cox, fedele amica del popolo dell’Artsakh, e a tutti i presenti per la loro preoccupazione per il popolo dell’Artsakh.
Sono state discusse le questioni relative all’ulteriore cooperazione con la Diocesi di Artsakh e all’attuazione dei programmi di assistenza umanitaria.
Gli ospiti si sono informato anche del destino dei monumenti storici e culturali nel territorio dell’Artsakh occupato dall’Azerbajgian, alla profanazione delle chiese Apostoliche Armene e alla politica di desacralizzazione delle chiese da parte dell’Azerbajgian.

Il simbolo ∀ sui veicoli militari dell’esercito azero, che si stanno muovendo verso il confine con l’Armenia.

Del simbolo ∀ sui veicoli militare dell’esercito azero, che si stanno muovendo verso il confine con l’Armenia, abbiamo riferito il 5 [QUI], il 9 [QUI] e il 15 settembre 2023 [QUI] . Ieri ha scritto della questione il Telegraph.

Le forze azerbajgiane che utilizzano simboli in stile russo si stanno ammassando al confine con l’Armenia
di James Kilner
The Telegraph, 15 settembre 2023

(Nostra traduzione italiana dall’inglese)

L’esercito dell’Azerbajgian sta rafforzando le sue forze vicino all’Armenia e ha dipinto i suoi veicoli con “segni di guerra” simili a quelli usati dall’esercito russo prima di invadere l’Ucraina.
L’intelligence open source condivisa con il Telegraph dal Center for Information Resilience (CIR) sembra sostenere le affermazioni armene secondo cui l’Azerbajgian si sta preparando alla guerra.
Oltre all’intensificazione dell’attività nelle basi Azerbajgiane, il CIR ha affermato di aver rilevato anche un aumento dei voli tra l’Azerbajgian e un aeroporto militare in Israele, uno dei suoi alleati, e l’opposizione alle manovre militari dell’Iran, alleato dell’Armenia.
“È possibile che si tratti di movimenti di routine, ma l’analisi di altri dati open source disponibili potrebbe ulteriormente indicare un rafforzamento militare”, ha affermato Kyle Glen, un investigatore del CIR.
I simboli militari azeri sono una “A” rovesciata e una “F” stilizzata e sono stati dipinti principalmente sui camion della fanteria dell’esercito e sui veicoli corazzati.
L’Azerbajgian non ha spiegato i simboli, ma l’esercito russo ha utilizzato i simboli “V” e “Z” come identificatori dei gruppi di battaglia prima di invadere l’Ucraina nel febbraio 2022 e, come in Russia, anche i nazionalisti azeri hanno adottato questi segni militari come avatar e loghi.
Per il governo armeno le intenzioni dell’Azerbajgian sono chiare.
“Siamo preoccupati che possa scoppiare una nuova guerra, o almeno un aumento dell’aggressione su larga scala”, ha affermato Vahan Kostanyan, Vice Ministro degli Esteri dell’Armenia. L’Azerbajgian lo ha precedentemente negato. Il suo Ministero degli Esteri non ha risposto alle richieste di commento del Telegraph.
Il fulcro del rafforzamento delle forze armate è l’area di confine attorno al Nagorno-Karabakh, un territorio montuoso grande all’incirca quanto il Somerset su cui Azerbajgian e Armenia hanno conteso e combattuto sin dalla disgregazione dell’Unione Sovietica nel 1991.
In una guerra durata cinque settimane nel 2020, sono state uccise circa 7.000 persone. L’Azerbajgian ha sconfitto l’Armenia nella guerra, utilizzando per la prima volta i droni turchi, prima che il Cremlino intervenisse per imporre un cessate il fuoco.
Ma gli analisti dicono che con il Cremlino distratto dall’invasione dell’Ucraina e l’influenza occidentale limitata nel Caucaso meridionale, il Presidente dell’Azerbajgian Ilham Aliyev sta ora cercando di portare a termine l’ambizione di una vita di cacciare tutti gli Armeni dalla regione del Nagorno-Karabakh. “Siamo a un punto pericoloso e siamo solo a un paio di passi da un nuovo conflitto”, ha detto Thomas de Waal, membro senior del think tank Carnegie Europe.
La guerra in Ucraina ha anche distrutto le alleanze tradizionali, fratturando il Caucaso meridionale intrinsecamente instabile.
Il più importante alleato e partner commerciale dell’Armenia è stata la Russia e il Cremlino era visto come un garante dell’indipendenza armena. In base all’accordo di pace del 2020 che ha fermato la guerra, ai soldati russi è stato assegnato un ruolo di mantenimento della pace e il Cremlino mantiene una delle sue più grandi basi militari all’estero fuori Gyumri, la seconda città dell’Armenia.
Ma l’Armenia ha accusato il Cremlino di ignorare l’aggressione azera perché non ha appoggiato l’invasione dell’Ucraina e ha spostato la sua attenzione diplomatica verso l’Occidente. Nikol Pashinyan, il Primo Ministro armeno, questo mese ha inviato sua moglie a Kiev con aiuti umanitari e ha ospitato soldati americani per un’esercitazione militare, facendo infuriare il Cremlino.
Il Signor de Waal ha detto che il cambiamento diplomatico dell’Armenia è comprensibile. “Se la Russia non ti protegge, qual è l’utilità del rapporto?”, ha detto.
Se la guerra in Ucraina è stata un disastro per le relazioni dell’Armenia con la Russia, è stata un grande vantaggio per l’Azerbajgian, che ha aumentato le sue forniture di gas all’Europa. I leader dell’Unione Europea sono volati a Baku per stringere la mano ad Aliyev e hanno accolto i diplomatici azeri a Brussel, rendendo molto più difficile per loro fermarlo. L’Azerbajgian ha anche ricostruito i suoi legami danneggiati con la Russia, acquistando ulteriore gas russo per integrare le sue forniture all’Unione Europea.
Un altro grosso grattacapo, dicono gli analisti, è che qualsiasi potenziale nuova guerra intorno al Nagorno-Karabakh potrebbe avere implicazioni più ampie e renderla più esplosiva della guerra del 2020. Oltre a Israele, la Turchia è un alleato dell’Azerbajgian e il Pakistan è un fornitore di armi. L’Armenia ha sviluppato un’alleanza con l’Iran, anche se ha insistito sul fatto che non si tratta di un’alleanza militare, e acquista armi dall’India.
Negli ultimi due anni la pressione si è accumulata intorno al Nagorno-Karabakh. Ci sono regolarmente scaramucce mortali lungo il confine, ma ora sono saldamente concentrate su un unico tratto di strada lungo 20 miglia chiamato Corridoio di Lachin che collega l’Armenia continentale con l’altopiano montuoso.
Da dicembre l’Azerbajgian ha bloccato il Corridoio di Lachin, prima utilizzando manifestanti ambientalisti civili e poi installando un blocco che impedisce anche ai convogli umanitari di raggiungere la città di Stepanakert, il tutto sorvegliato da soldati russi vigili e impassibili.
Circa 120.000 Armeni vivono su questo altopiano montuoso, dentro e intorno a Stepanakert, che ora è isolato dal resto del mondo.
Luisine, che vive a Stepanakert, dice che il pane, la carne e le forniture mediche sono strettamente razionate e che le persone sono tornate a una forma di esistenza di sussistenza medievale.
“Sono tre giorni che non c’è pane”, ha detto al telefono. “Quando cammino per le strade sento i bambini che implorano il cibo e le loro madri che piangono perché non hanno risposte”.
I negozi di Stepanakert sono spogli e non c’è caffè, tè o tabacco. Gli agricoltori trasportano i prodotti di base al mercato a piedi o con l’asino e il carro.
Quando Luisine ha visitato il mercato principale della città questa settimana, ha detto che erano in vendita solo gelsi freschi e succo di gelso. “È terrificante in questo momento”, ha detto.
Il governo armeno ha accusato l’Azerbajgian di “genocidio”. L’Azerbajgian ha affermato di aver installato un posto di blocco per fermare il contrabbando di armi e di aver offerto un percorso alternativo per raggiungere la città.
Per Anjelika è chiaro che un’altra guerra è imminente. Ha detto che l’Azerbajgian vuole cacciarla dal suo villaggio, a poche miglia da Stepanakert, e suo figlio è stato arruolato nell’esercito di etnia armena locale.
“Le cose sono terribili. Molto male”, ha detto, insistendo sul fatto che non se ne andrà. “Non è rimasto più nulla, né burro, né sale, né cereali, né verdure, né prodotti per l’igiene. Niente”.

«Putin, il re armeno Tigran il Grande e il sangue armeno-azero. Per comprendere quanto sia assurda la politica della Russia nei confronti dei rapporti tra Armenia e Azerbajgian, farò un piccolo esempio. Recentemente, Putin si è lamentato del fatto che l’Armenia abbia riconosciuto l’integrità territoriale dell’Azerbajgian, che è stata registrata su carta a Praga nell’ottobre 2022.
“Ora il presidente Aliyev mi dice: beh, sai, l’Armenia ha riconosciuto che il Karabakh è nostro, che la questione dello status del Karabakh non esiste più, è stata risolta. Questa non è la nostra decisione, questa è la decisione dell’attuale leadership dell’Armenia. Non c’è niente da dire qui, se l’Armenia stessa riconosce che il Karabakh fa parte dell’Azerbajgian, allora cosa dovremmo fare”, ha detto Putin.
In altre parole, Putin sostiene che l’Armenia non avrebbe dovuto riconoscere l’integrità territoriale dell’Azerbajgian affinché la Russia potesse avviare negoziati con l’Azerbajgian sullo status del Nagorno-Karabakh. Putin afferma che l’Armenia non avrebbe dovuto accettare la Dichiarazione di Alma-Ata sulla creazione della CSI nel 1991 come base dell’integrità territoriale dell’Azerbajgian e dell’Armenia.
In altre parole, secondo la Russia, l’integrità territoriale dell’Armenia dovrebbe rimanere in dubbio, e il confine armeno-azerbajgiano dovrebbe rimanere incerto. Perché se gli ex confini amministrativi dell’URSS non vengono riconosciuti come confini statali, la demarcazione e la delimitazione saranno impossibili.
Se l’Armenia aderirà alla proposta di Putin e non riaffermerà la Dichiarazione di Alma-Ata da essa firmata nel 1991, secondo la quale i confini amministrativi delle ex repubbliche dell’URSS furono trasformati in confini statali, vorrà dire che resterà giuridicamente sconosciuto dove Il confine dell’Armenia dovrebbe iniziare e finire. L’Azerbajgian utilizzerà questo come una falsa giustificazione per invadere i territori dell’Armenia, avvenuta il 13 settembre 2022. E la Russia è d’accordo con la narrativa dell’Azerbajgian secondo cui l’avanzata delle truppe azere nel territorio dell’Armenia è una conseguenza della mancata delimitazione del confine armeno-Azerbajgiano.
Cosa vuole Putin? La Russia ha bisogno che il confine armeno-azerbajgiano rimanga incerto e che l’Azerbajgian continui i suoi attacchi militari contro l’Armenia. La preoccupazione della Russia non è affatto l’Artsakh e il suo status. Putin ha rilasciato due dichiarazioni dopo l’annuncio del 9 novembre 2020 e ha riconosciuto il Nagorno-Karabakh come parte dell’Azerbajgian.
Inoltre, il 22 febbraio 2022, la Russia ha firmato una dichiarazione di rapporti di alleanza con l’Azerbajgian, con la quale riconosce l’integrità territoriale dell’Azerbajgian e si impegna con Baku a combattere i movimenti separatisti in Azerbajgian.
La Russia vuole che il confine armeno-azerbajgiano non acquisisca una base legale, che non venga effettuata la demarcazione, affinché l’Azerbajgian possa continuare ad aggredire l’Armenia, dopodiché, secondo i calcoli del Cremlino, le truppe russe verranno schierate sul confine armeno-azerbajgiano.
Ho informazioni che Mosca voleva che le truppe russe fossero schierate al confine durante il processo di demarcazione armeno-azerbajgiano. Tuttavia, tale processo non è ancora iniziato e l’Armenia ha annunciato che intende schierare guardie di frontiera armene sul confine armeno-azerbajgiano dopo la demarcazione e ritirare attrezzature militari pesanti e truppe. Questo è un altro fattore per impedire l’allargamento dell’influenza russa in Armenia.
In altre parole, il mancato riconoscimento da parte dell’Armenia dell’integrità territoriale dell’Azerbajgian e i periodici conflitti consentiranno alla Russia di avere una presenza militare sul confine armeno-azerbajgiano e di tenere sotto controllo Baku e Yerevan. Questo è il vero obiettivo di Putin, non che sia preoccupato per il destino del Nagorno Karabakh.
Se la Russia non avesse voluto che la sovranità dell’Azerbajgian si estendesse sul Nagorno-Karabakh, non avrebbe dovuto fornire insieme alla Bielorussia all’Azerbajgian il 67% dell’arsenale militare azero nel 2011-2020. Inoltre, la Russia non avrebbe dovuto pianificare e attuare la guerra contro il Nagorno-Karabakh insieme all’Azerbajgian e alla Turchia, di cui il Ministro della Difesa russo era apertamente orgoglioso.
E qual è l’assurdità? Dalle parole di Putin si capisce che la Russia è contraria a delimitare giuridicamente il confine armeno-azerbajgiano e a considerare come confini statali i confini amministrativi delle repubbliche armena e azerbajgiana dell’ex Unione Sovietica.
Ma quando l’Azerbajgian ha attaccato l’Armenia il 13 settembre 2022, la Russia ha sostanzialmente giustificato l’aggressione dichiarando che la ragione di quell’attacco è che il confine armeno-azerbajgiano non è delimitato e dovrebbe essere delimitato. Ciò ha legittimato la tesi dell’Azerbajgian secondo cui, poiché il confine armeno-azerbajgiano non è delimitato, le forze armate dell’Azerbajgian si muovono liberamente.
Vediamo che in un caso la Russia critica l’Armenia nel riconoscimento dell’integrità territoriale dell’Azerbajgian, cioè negli sforzi per concretizzare il confine armeno-azerbajgiano, nell’altro caso, dice che la ragione dell’attacco dell’Azerbajgian del 13 settembre 2022 è che il confine armeno-azerbajgiano non è delimitato.
In altre parole, come immagina la Russia la demarcazione del confine armeno-azerbajgiano senza riconoscere l’integrità territoriale e i confini dell’altro? Come è possibile avviare la demarcazione senza specificare su quali basi tale confine dovrebbe essere riconosciuto? Dopotutto, Putin stava dicendo che esiste una mappa presso lo Stato Maggiore delle Forze Armate russe, in base alla quale dovrebbe essere effettuata la demarcazione.
L’Armenia oggi afferma che gli ex confini amministrativi dell’URSS, divenuti confini statali dopo la firma della Dichiarazione di Alma Ata, dovrebbero costituire la base della demarcazione. L’Armenia propone di utilizzare come base la mappa del 1975.
La Russia, in attesa della demarcazione armeno-azera, accusa l’Armenia di aver accettato gli ex confini dell’URSS come base giuridica per la demarcazione.
A proposito, Putin vuole che si prende come base i confini dell’Armenia ai tempi di Tigran il Grande? Lo sanno la Turchia, l’Azerbajgian, l’Iran e la Georgia? Con questa battuta voglio mostrare quanto sia assurda la politica della Russia nel Caucaso meridionale. In realtà, capiamo tutti che il conflitto irrisolto del Nagorno Karabakh e la mancanza di demarcazione del confine tra Armenia e Azerbajgian sono la base di continui conflitti ed esplosioni, il che costituisce un ambiente meraviglioso per la Russia per rafforzarsi nel Caucaso meridionale, per mantenere Armenia e Azerbajgian sotto controllo a scapito del sangue di Armeni e di Azeri.
Per la Russia è importante la guerra costante, il sangue e la presenza russa. Ingannare e manipolare non è un problema per Putin» (Roberto Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, prima della sua partenza per gli Stati Uniti per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha annunciato la sua proposta di convocare un incontro che coinvolga i leader di Russia, Azerbajgian e Armenia per affrontare la situazione dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh.
Durante il briefing pre-partenza, Erdoğan ha delineato il suggerimento della Turchia per un incontro trilaterale o addirittura quadrilatero sull’Artsakh/Nagorno-Karabakh), al quale la Turchia parteciperebbe insieme a Putin, Aliyev e Pashinyan. Ha sottolineato che questo incontro coinvolgerà i leader attivamente impegnati nella questione, piuttosto che quelli estranei ad essa. Erdogan ha anche rivelato la sua intenzione di discutere questa proposta con Aliyev e ha osservato che fino ad ora non c’è stata alcuna risposta, né negativa né positiva, da parte delle parti coinvolte nella proposta della Turchia.

È come presentare un appello per la pena di morte davanti allo stesso giudice, giuria e boia.

Non devono esserci negoziati sull’Artsakh senza l’Artsakh e senza la presenza di garanti internazionali (USA e Francia, Membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite).

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]