Armeni, cioè cristiani. Il viaggio del Papa alle radici della fede (Aleteia 30.05.16)

Ci sono dei villaggi in Armenia dove, dopo 80 anni di comunismo e ateismo, “le persone hanno ancora il rosario in mano e dicono: noi siamo cristiani”. Dove d’inverno con la neve e le stradine chiuse i preti fanno ore di cammino a piedi per celebrare una Messa. “E la gente ci tiene perché ha la fede”. La fede è quello che troverà Papa Francesco nella sua visita “al primo paese cristiano”, come recita il motto del viaggio. Tre giorni, seimila chilometri, per immergersi in questa fede. Il rettore del Pontificio Collegio Armeno di Roma, padre Nareg Naamo ha seguito da vicino i preparativi. La visita è “attesa sia dallo Stato sia dalle Chiese apostolica e cattolica”. Tra l’altro una delegazione di entrambe le Chiese è stata a Roma per preparare la visita. Il Papa incontrerà il Catholicos Karekin II, capo della Chiesa apostolica armena, già il primo giorno. L’ultimo giorno i due firmeranno una dichiarazione congiunta, come già avvenne 15 anni fa nel corso del viaggio di Giovanni Paolo II. Tra la Chiesa cattolica e quella apostolica “non ci sono più gli ostacoli di un tempo. Non c’è tanta differenza dottrinale, se non il primato del Papa” spiega padre Naamo. Soprattutto tra i fedeli e nella diaspora l’unità è ormai un fatto. Ma alla domanda se sia tempo di una unità anche formale la risposta è “no comment”.