A Gerusalemme scoppia la crisi tra cristiani armeni e coloni israeliani, proteste in corso per espropri nel Quartiere Armeno (Il Messaggero 19.11.23)

Forti tensioni tra cristiani e coloni israeliani a Gerusalemme. La guerra a Gaza è come se avesse fatto saltare un tappo. Il campanello d’allarme è costituito dalla situazione venutasi a creare nel quartiere armeno, all’interno della Città Vecchia, dove ogni centimetro quadrato di territorio è da sempre sottoposto a vincoli strettissimi e di fatto immodificabili. Tutto è iniziato sottotono lo scorso 4 novembre quando i residenti armeni hanno protestato pacificamente contro la costruzione illegale di non ben precisate strutture (destinate a essere probabilmente un hotel di lusso) all’interno del loro quartiere. La questione è degenerata quando si sono presentati dei coloni armati chiedendo l’intervento della polizia. A difesa degli armeni sono scesi in campo anche gli ortodossi, i cattolici, i copti e i protestanti con una nota congiunta di solidarietà, nella speranza di fare muro e impedire la distruzione o lo stravolgimento di un luogo secolare. Intanto i coloni israeliani con ruspe e scavatrici si sono piazzati dentro il secolare Giardino delle Mucche, un’area piuttosto vasta dentro al quartiere armeno, tra le tutele dell’Unesco.

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Il quartiere armeno, che rappresenta per estensione un sesto della città vecchia, è stato abitato da armeni fin dal IV secolo durante l’inizio dei pellegrinaggi cristiani a Gerusalemme. Preservare questo patrimonio per loro non è solo una questione di importanza locale ma assume una valenza globale.

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All’origine di questa crisi c’è un controverso accordo siglato anni fa dal Patriarca armeno, per il tramite di un prete traffichino che proprio per questo venne cacciato. Il contratto (si parlava di un affitto per 99 anni) fu impugnato e invalidato dal tribunale israeliano quest’estate, tuttavia l’imprenditore australiano di origine ebraica (che aveva firmato il contratto) assieme ad un gruppo di coloni israeliani (con i quali era in affari)  si sono presentati ugualmente con ruspe e altri macchinari chiedendo l’espulsione degli armeni dal Giardino delle Mucche. Il progetto dichiarato è di far sorgere in questo comprensorio un hotel di lusso che metterebbe non solo in pericolo diverse case armene, ma in prospettiva abolirebbe uno spazio di pertinenza cristiana ritenuto “vitale” dal patriarcato.

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La presenza dei coloni armati nel quartiere armeno, ha intensificato le tensioni tra ebrei della destra estrema e i cristiani. Dall’anno scorso a quest’anno, prima che scoppiasse la guerra a Gaza, tutti i cristiani (cattolici, ortodossi, copti, armeni, protestanti) sono stati oggetto di continue e pesanti provocazioni, episodi aggressivi, profanazioni a chiese e danneggiamenti ad altri luoghi sacri. Statue di madonne fracassate a bastonate, sputi e offese a preti di passaggio, ostacoli vari e molestie continue.

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Con una nota congiunta i Patriarcati cristiani chiedono alle autorità di fare chiarezza e ripristinare l’armonia poiché questo contenzioso sta mettendo in pericolo la presenza fisica e spirituale del Patriarcato armeno e della Comunità armena di Gerusalemme. La polizia di Gerusalemme ha però chiesto agli armeni locali di lasciare l’area.