Anniversario del genocidio armeno, Delpini partecipa alla preghiera (Chiesadimilano.it 20.04.18)
L’Arcivescovo presente al momento di raccoglimento in ricordo del milione e mezzo di vittime, in programma alle 11 nella chiesa armena di via Jommelli 30. L’archimandrita Tovma Khachatyann: «A Milano il cuore della nostra Comunità in Italia»
di Annamaria BRACCINI
![](data:;base64,<svg xmlns='http://www.w3.org/2000/svg' width='1600' height='900'></svg>” alt=”” width=”568″ height=”320″ data-ofi-src=”http://www.chiesadimilano.it/wp-content/uploads/2018/04/IMG-20180420-WA0015.jpg” /></a><figcaption></figcaption></figure>
<p>Martedì 24 aprile, nel giorno in cui gli Armeni, in tutto il mondo, ricordano il genocidio del loro popolo, avviatosi con i primi arresti tra il 23 e il 24 aprile 1915 ad opera dell’Impero ottomano, l’Arcivescovo pregherà alle 11 con i fedeli della Chiesa apostolica armena di via Jommelli. Una scelta che richiama i legami di amicizia con la Chiesa ambrosiana e il radicamento a Milano della Comunità armena, come spiega l’archimandrita Tovma Khachatyann che da 5 anni, oltre a guidare la realtà milanese, ricopre anche la carica di Vicario generale della Chiesa armena per l’Italia.</p>
<p><strong>Da quanto tempo la vostra Comunità è attiva in città?<br />
</strong>Occorre una premessa. Infatti, da tanti secoli, sia a Milano sia in altre città italiane, sono attestate presenze armene. Possiamo però dire che Milano è diventata il cuore della Comunità italiana tra il 1956 e il 1958.</p>
<p><strong>Perché proprio Milano?<br />
</strong>È una questione molto complessa da definire e ricostruire. Forse ha a che fare con la posizione geopolitica della metropoli, con il suo essere al centro dell’asse nord-sud ed est-ovest dell’Europa o con la sua importanza di città nota nel mondo per il lavoro e per gli studi. Anche oggi moltissimi giovani arrivano dall’Armenia, e dai diversi luoghi della diaspora, per frequentare qui soprattutto le Università. Tanti di loro poi rimangono, magari sposando un italiano o un’italiana, oppure semplicemente perché si trovano bene. Bisogna però notare che, causa la disoccupazione degli ultimi anni e la crisi economica, tanti vanno via. Nell’insieme, si può dire che i nostri giovani subiscono tutte quelle influenze e tendenze che interessano anche i loro coetanei italiani.</p>
<p><strong>La chiesa in via Jommelli – dove arriverà per la preghiera l’Arcivescovo accompagnato dal vicario episcopale di settore monsignor Luca Bressan – a quando risale?<br />
</strong>La chiesa è stata fondata, costruita, consacrata nel 1958. Da allora è il centro della Chiesa apostolica armena. Quindi non è certo molto antica, ma è interessante notare come sia l’unico luogo di culto in Italia che ha la forma e tutte le particolarità di una vera chiesa armena. Infatti solo in Armenia possiamo vedere di questo tipo di architetture. In Italia ci sono altre 26 chiese e monasteri che portano il nome di “armeno” – per esempio San Biagio degli Armeni, perché San Biagio era il vescovo dell’Armenia minore nel IV secolo, o San Gregorio Armeno -, ma, nel tempo hanno perso la loro struttura e forma propria.</p>
<p><strong>Quanti sono i fedeli che frequentano a Milano?</strong></p>
<p>Come ho detto, la Comunità più organizzata e concentrata è quella della città, poi ve ne sono altre. Si calcola che ci siano circa 5000 armeni nel vostro Paese, ma sono molto sparsi. A Milano siamo circa 800, tra cui un centinaio di giovani registrati, ma ognuno ha un suo impegno: chi studia, chi lavora, chi sta cercando un’occupazione o si sta preparando a partire.</p>
<p><strong>Tre anni fa avete ricordato il vostro genocidio nella celebrazione in Duomo con il cardinale Scola, allora Arcivescovo…<br />
</strong>Certo. Ogni anno il 24 aprile è, per noi, il giorno della memoria. Tre anni fa, quando fu la ricorrenza del centenario, abbiamo chiesto la benedizione del cardinale Scola e abbiamo vissuto in Cattedrale una solenne celebrazione ecumenica, vista l’importanza della ricorrenza, composta da canti liturgici e preghiere armene e cattoliche. C’erano tanti armeni e altrettanti ambrosiani. E, proprio alla vigilia del centenario, il <em>katholikos </em>di tutti gli Armeni, sua santità Karekin II, aveva dichiarato Santi tutti i martiri del genocidio della nostra gente. Da allora in poi, vogliamo sottolineare che ricordiamo una festa in senso religioso, ma anche in senso politico e sociale: come diceva lo slogan del centenario, «Ricordo ed esigo» la giustizia e il riconoscimento di ciò che è stato. Attendiamo con molta gioia l’arcivescovo Mario: pregare con la guida della Chiesa ambrosiana è un onore e conferma, ancora una volta, il clima fecondo di amicizia e di dialogo ecumenico che condividiamo. Non a caso, facciamo parte del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano da molti anni.</p>
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