Antonia Arslan e l’Armenia. La fede tiene unita la diaspora (Radio Vaticana 22.06.16)

La scrittrice Antonia Arslan (madre italiana, padre armeno), autrice di saggi e romanzi tra cui il best seller “La masseria delle allodole” (Rizzoli, 2004), racconta alcuni tratti della storia e della cultura del popolo che il Papa si appresta a visitare.

“E’ stato proprio l’entusiasmo con cui i lettori italiani hanno seguito questo libro a dare origine alla curiosità dirompente per scoprire l’Armenia. C’era voglia di avere più informazioni su un paese misterioso ma certamente vicino, che è solo una piccola parte del Regno di Armenia”, spiega Arslan, soffermandosi sul fatto che è nel Dna degli Armeni il Cristianesimo. E parla anche del cammino di progressivo avvicinamento della Chiesa Apostolica armena a quella latina.

L‘Armenia si presenta come un paese in perenne tensione“, precisa Giancarlo La Vella, inviato Radio Vaticana in Armenia. “Tanti anni sotto il dominio sovietico lasciano il segno, poi da un lato le frizioni con la Turchia per il massacro del 1915 che ha sterimnato oltre un milione di persone, dall’altro le questioni terrioriali con l’Azerbaigian per la regione del Nagorno Karabakh. E ancora, non bisogna dimenticare altri territori che ai tempi dell’Urss Stalin (quando era plenipotenziario di Lenin per il Caucaso) concesse ad altri Paesi, territori a maggioranza armena. Insomma, una terra povera, affascinante, la cui diaspora non dimentica la comune fede religiosa“.

In quella che io amo definire la ‘patria perduta’ c’erano moltissime chiese che sono state scientificamente distrutte tra il 1920 e nei decenni successivi – riprende Antonia – senza nessuna necessità ma esclusivamente per togliere la memoria degli armeni dalla propria patria. Così, ovunque la diaspora è andata, se ci sono le condizioni, si costruisce una chiesa e una scuola. Ricordiamoci infatti che gli armeni sempre sono stati altamente alfabetizzati. Anche le bambine armene lo erano nel 1915 in Anatolia, prima della tragedia, cosa che non si può dire per esempio dell’Europa di allora”.

Cosa attendersi dal Viaggio apostolico del Papa

“Gli armeni chiedono – non essendo stati minimamente riconosciuti per tanto tempo – un abbraccio di consolazione, di sapere che non sono abbandonati”, conclude la scrittrice. “Che non spariscono, che ci sono”.

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Papa: in Armenia come servo del Vangelo, pellegrino di pace (Radio Vaticana 22.06.16)