Il Papa in Armenia ricorderà il genocidio (Il Giornale d’Italia 22.06.16)

Il Santo Padre ha dato appuntamento ai discendenti di alcuni superstiti del “Metz Yaghern”, il genocidio che vide soccombere gli Armeni nell’impero ottomano nel 1915, che vennero accolti da Benedetto XV a Castel Gandolfo. Il viaggio di Francesco sarà dal prossimo venerdì 24 giugno e durerà fino alla domenica 26: in quell’occasione il Papa si recherà in preghiera nella cattedrale apostolica di Etchmiadzin, nella capitale Yerevan, salutato dal Catholicos Karekin, e incontrerà il presidente Serz Sargsyan. Durante il viaggio il Pontefice  visiterà il memoriale Tzitzernakaberd a Yerevan.

Ha detto padre Lombardi di questo viaggio, il ventiduesimo del Pontefice: “Il Papa visita tre paesi del Caucaso partendo dall’Armenia: per diversi motivi si sono dovute separare le due tappe, tra gli altri motivi perché il patriarca georgiano doveva essere a Creta in questi giorni”. Alla fine di  settembre infatti in programma ci sono due altre mete: la Georgia e l’Azerbaigian. Dice ancora padre Lombardi che tra le motivazioni del viaggio in Armenia c’è anche la volontà del Pontefice di ricambiare la visita che Catholicos armeno gli ha fatto. Inoltre il Santo Padre intende mostrare il suo affetto alla comunità armena e incoraggiare la locale realtà cattolica.  A seguire l’evento ci saranno seicento giornalisti, tra questi la figlia di un pastore evangelico armeno, Evangelina Himitian. Suo padre fu amico di Bergoglio, la Himitian – i cui nonni, coma ha voluto precisare padre Lombardi, furono vittime della persecuzione ottomana, alla quale fortunosamente scamparono – è tra l’altro autrice della biografia “Il Papa della gente”. La visita di Bergoglio al Metz Yaghern è prevista per la mattinata di sabato 25 giugno: accompagnato dal Catholicos incontrerà un gruppo di bambini che porteranno ricordi dell’anno del genocidio, quindi entrerà nella camera centrale e reciterà una preghiera in italiano  e il Padre Nostro, di fronte alla fiamma perenne. Sarà piantato un arbusto e poi il Papa incontrerà i discendenti di alcuni perseguitati.

La vicinanza della Chiesa a quella mattanza di un secolo fa ha dei precedenti: Benedetto XV, come abbiamo detto, incontrò i discendenti di alcune vittime a Castel Gandolfo, mentre Giovanni Paolo II firmò insieme a Karekin II una dichiarazione comune a Etchmiadzin nel 2001: richiamandosi a questo, Francesco   parlò dell’immane tragedia come del “primo genocidio del XX secolo”. Era l’aprile del 2015, a San Pietro ci fu una cerimonia in concomitanza con la ricorrenza del centenario del genocidio armeno. Questo scaldò non poco gli animi in Turchia, che ha sempre avversato la definizione di “genocidio” al punto di richiamare per mesi ad Ankara il proprio ambasciatore presso la Santa Sede. Lombardi ha voluto precisare a chi gli faceva notare che usa più la parola “Metz Yeghern” che genocidio, che “la parola Metz Yeghern è anche più forte di quello che dice la parola genocidio, e io preferisco usare questa parola proprio per non essere intrappolato dalle domande che non fanno che ruotare attorno all’uso di una parola. Nessuno di noi nega che ci siano stati massacri orribili, lo sappiamo molto bene e lo riconosciamo, e andiamo al memoriale per ricordarlo, ma non vogliamo fare di questo una trappola di discussione politico-sociologico perché andiamo alla sostanza”. Il termine Metz Yaghern, del resto, in effetti è decisamente evocativo: come ha tenuto a specificare Antranig Ayvazian, che nel genocidio ha perso l’intera sua famiglia eccetto suo padre, che esso “significa un grande sradicamento della popolazione nel sangue”, e ha anche precisato che si aspetta che la Turchia riconosca questo “sbaglio storico”.

Dopo questo che è un atto dovuto e giusto, nel pomeriggio di sabato Francesco visiterà Gymuri che alla fine degli anni Ottanta subì un violento terremoto. Lì il Santo Padre celebrerà una  Messa, visiterà un orfanotrofio e poi la cattedrale armeno apostolica delle Sette Piaghe e quella armeno cattolica dei Santi Martiri. Seguirà l’incontro ecumenico e la preghiera per la pace a Yerevan. La domenica Bergoglio incontrerà i quattordici vescovi cattolici armeni nel Palazzo apostolico di Etchmiadzin e parteciperà alla liturgia nella Cattedrale armeno apostolica. Infine una preghiera nel Monastero di Khor Virap dove, dice la tradizione, venne imprigionato per dodici anni il fondatore del Cristianesimo in Armenia Gregorio l’Illuminatore.

Emma Moriconi

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