Armenia-Azerbaigian: trilaterale a San Pietroburgo con Putin, impegno a progressi concreti verso pacificazione politica (Agenzianova 20.06.16)

Mosca, 20 giu 18:48 – (Agenzia Nova) – La Russia prova ad assumere un ruolo di mediazione diretta nel conflitto fra Armenia e Azerbaigian relativo alla regione contesa del Nagorno-Karabakh: il presidente Vladimir Putin ha accolto oggi a San Pietroburgo gli omologhi armeno e azero, rispettivamente Serzh Sargsjan e Ilham Alyev. Secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, i tre capi di stato hanno concordato sulla necessità di dare nuovo impeto al processo di pace nel Nagorno-Karabakh. “I presidenti dei tre paesi hanno concordato su una dichiarazione trilaterale che esprime l’impegno nel cercare progressi concreti per la pacificazione politica”, ha dichiarato Lavrov. L’incontro tripartito, secondo quanto riferito del Cremlino, si è svolto a porte chiuse. All’inizio della giornata il presidente della Federazione Russa ha tenuto due incontri separati con gli omologhi che il suo portavoce, Dmitrj Peskov, aveva definito all’inizio di questa giornata “non semplici”.

“La sfida principale ora è garantire che non riprendano i combattimenti”, ha dichiarato Peskov. L’iniziativa russa esula dal formato regolare dei negoziati, gestiti dal Gruppo di Minsk (composto da Stati Uniti, Russia e Francia), che si era riunito l’ultima volta lo scorso 16 maggio. Gli incontri separati sono stati, inoltre, un’occasione per discutere delle relazioni bilaterali fra i due paesi e la Federazione russa. Durante l’incontro fra Putin e Sargsjan, infatti, si è discusso dei rapporti fra Mosca ed Erevan e dell’interscambio commerciale, sottolineando in questo caso la situazione favorevole della cooperazione in campo economico.

“Durante la bilaterale abbiamo discusso in modo molto accurato di alcune questioni. All’inizio del nostro incontro in formato allargato vorrei dire che noi, nonostante tutte le difficoltà dell’economia locale e globale, stiamo osservando un incremento del fatturato. Si può dire che sono aumentate significativamente, e di alcune volte, le forniture di prodotti agricoli al mercato russo da parte armena. La cosa ci rende molto felici. Spero che questa tendenza si verificherà nell’interscambio di tutte le materie prime sensibili per noi”, ha dichiarato il presidente russo, secondo cui “si può osservare che nel quadro del processo di integrazione i rapporti bilaterali si stanno sviluppando più intensamente di quanto non fosse in precedenza su base bilaterale”.

Il presidente armeno Sargsjan ha riportato il discorso sulla questione del Nagorno-Karabakh. “Dal momento che l’incontro è principalmente dedicato al Nagorno-Karabakh, non voglio soffermarmi sull’ordine del giorno delle nostre questioni bilaterali. In tutti i settori la comunicazione è rafforzata, infatti, non c’è alcun problema”, ha affermato Sargsjan, aggiungendo: “La nostra posizione sul Karabakh è nota a tutti: vogliamo che il problema sia risolto pacificamente. Voglio ringraziare voi e gli altri dirigenti del Gruppo di Minsk per l’attenzione e lo sforzo che riponete in tale questione”. Tuttavia, per volontà di una delle parti in causa, ha detto il presidente armeno, “questi conflitti non possono essere risolti. E saremmo certamente felici se oggi si fosse in grado di andare avanti sull’attuazione degli accordi che abbiamo raggiunto a Vienna, ovvero sulla creazione di meccanismi per indagare le violazioni del cessate il fuoco. Questo creerebbe uno stato d’animo favorevole alla negoziazione”.

Durante l’incontro fra il presidente russo e l’omologo azero Alyev, oltre alle modalità di soluzione del problema nella regione contesa del Nagorno-Karabakh, si è discusso dello stato delle relazioni bilaterali e della cooperazione in campo umanitario. “Il problema per il quale ci siamo riuniti è ben noto (…) il problema del Nagorno-Karabakh. Ma vorrei approfittare del nostro incontro e per parlare delle relazioni bilaterali. E soprattutto, sullo sfondo del Forum economico di San Pietroburgo appena concluso che vorrei sottolineare che, a causa di motivi a noi noti, purtroppo abbiamo riscontrato un declino dell’interscambio, nel corso dell’ultimo anno e di quello attualmente in corso, dove si riscontra anche un crollo dei prezzi dell’energia”, ha dichiarato il presidente russo. “Vorrei approfittare del nostro incontro di oggi per parlare di tutto ciò che riguarda i nostri rapporti bilaterali, compresi gli aspetti umanitari”, ha detto Putin.

Il presidente azero ha ringraziato l’omologo russo per l’invito e si è congratulato per il successo del Forum economico appena concluso ricordando che nel corso dell’evento “è stato firmato un documento sulla creazione in Azerbaigian di un grande impianto energetico, che sarà in parte finanziata da una banca russa”. Alyev ha proseguito il discorso sul tema principale dell’incontro. “Il tema dei colloqui di oggi è la soluzione del conflitto armeno-azero del Nagorno-Karabakh. Vi ringrazio per aver preso l’iniziativa di tenere una riunione, così come per il ruolo costruttivo che la Russia gioca nella questione. Il conflitto si è trascinato a lungo. Come dichiarato dalle autorità russe e dagli altri co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’Osce, lo status quo è inaccettabile. Sosteniamo pienamente questa affermazione. Ma affinché lo status quo sia cambiato, c’è bisogno di avviare la liberazione del territorio azero, che è sotto occupazione da oltre 20 anni”, ha detto il presidente dell’Azerbaigian, il quale ha poi affrontato il tema sollevato dall’omologo russo sul calo dell’interscambio.

“Credo che il calo del fatturato sia un fenomeno temporaneo. Siamo alla ricerca di modi per farlo ripartire. Abbiamo anche una collaborazione attiva nel settore dell’energia e buone prospettive per la cooperazione nel settore dei trasporti”, ha aggiunto Alyev. A Vienna il 16 maggio, si è svolto un incontro tra i presidenti di Armenia e Azerbaigian con la partecipazione dei ministri degli esteri dei paesi co-presidenti del Gruppo di Minsk (Stati Uniti, Russia e Francia). Armenia e l’Azerbaigian il 2 aprile scorso avevano lamentato reciproche aggressioni lungo la linea di confine. In particolare il ministero della Difesa azero aveva denunciato dei bombardamenti attuati dalle Forze armate dell’Armenia, mentre il ministero della Difesa di Erevan aveva riferito di “azioni offensive” dal lato azero.

L’aggravarsi della situazione ha subito una battuta d’arresto con il cessate il fuoco del 5 aprile. Tuttavia, periodicamente emergono reciproche accuse di attacchi. Il conflitto tra Armenia e Azerbaigian per l’area contesa è iniziato nel febbraio 1988, quando la regione autonoma del Nagorno-Karabakh ha dichiarato la propria indipendenza dalla Repubblica sovietica dell’Azerbaigian. Nel settembre 1991, a Stepanakert – autoproclamata capitale – è stata annunciata la costituzione della Repubblica del Nagorno-Karabakh. Nel corso del conflitto sorto in seguito alla dichiarazione unilaterale di indipendenza, l’Azerbaigian ha perso de facto il controllo della regione: Stepanakert, infatti, conta poco più di 50 mila abitanti, tutti di origine armena, dato che quelli di origine azera sono stati costretti a lasciare la città in seguito al conflitto.

Dal 1992, proseguono i negoziati per la soluzione pacifica del conflitto all’interno del Gruppo di Minsk, formato che opera sotto l’egida dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). L’Azerbaigian insiste sul mantenimento della sua integrità territoriale, mentre l’Armenia protegge gli interessi della repubblica separatista, dal momento che la Repubblica del Nagorno-Karabakh, in quanto non riconosciuta come entità statale, non fa parte dei negoziati. (Rum)