ARMENIA. DICHIARAZIONE SULLA PROVOCAZIONE AZERA NEL CORRIDOIO DI LACHIN (Notizie Geopolitiche 15.12.22)

La mattina del 12 dicembre 2022, un gruppo di persone dalla Repubblica dell’Azerbaigian, presentandosi come attivisti ambientalisti, hanno montato delle tende vicino Shushi, bloccando il movimento normale e senza ostacoli nel Corridoio di Lachin, creato dalla dichiarazione trilaterale firmata dal Primo Ministro Ministro della Repubblica d’Armenia, dal Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian, dal Presidente della Federazione Russa il 9 novembre 2020, al fine di garantire il collegamento tra il Nagorno-Karabakh e l’Armenia.
I preparativi propagandistici per la chiusura del Corridoio Lachin sono iniziati mesi fa ed è ovvio che questa provocazione sia stata organizzata dagli organi statali dell’Azerbaigian, con l’obiettivo di isolare il Nagorno-Karabakh dalla Repubblica di Armenia e quindi dal mondo esterno.
A seguito di questa operazione, i residenti del Nagorno-Karabakh sono stati privati del diritto alla libera circolazione, il Nagorno-Karabakh sta affrontando l’imminente minaccia di una crisi alimentare e umanitaria.
La situazione che si è creata è in diretto contrasto con il punto 6 della Dichiarazione Trilaterale del 9 novembre 2020, secondo cui:
a) il Corridoio Lachin rimarrà sotto il controllo del contingente di mantenimento della pace della Federazione Russa,
b) la Repubblica dell’Azerbaigian garantirà la circolazione sicura di cittadini, veicoli e merci in entrambe le direzioni lungo il corridoio Lachin.
Pertanto, l’Azerbaigian viola gravemente l’obbligo internazionale da esso assunto. Questo comportamento dell’Azerbaigian non solo dimostra la sua mancanza di intenzione di affrontare i diritti e la sicurezza del popolo del Nagorno-Karabakh e di dialogare con Stepanakert a tal fine, ma testimonia anche, ancora una volta, che Baku ufficiale continua a perseguire la politica della pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh.
Il blocco del Corridoio Lachin è l’espressione pratica dei numerosi segnali d’allarme che l’Azerbaijan ha adottato una politica di genocidio contro gli armeni del Nagorno-Karabakh. Le periodiche violazioni e provocazioni del regime di cessate il fuoco da parte delle forze armate azere sulla linea di contatto nel Nagorno-Karabakh rendono più sostanziale la minaccia esistenziale per gli armeni nel Nagorno-Karabakh.
Karabakh, l’instaurazione di pace e stabilità durature nella regione e per la coesistenza pacifica dei popoli.
Sottolineiamo che gli impegni internazionali, compreso il rigoroso rispetto degli impegni assunti dalla Dichiarazione Trilaterale del 9 novembre, l’astensione dall’uso della forza o dalla minaccia dell’uso della forza, il rigoroso rispetto del regime di cessate il fuoco, il movimento ininterrotto nel corridoio di Lachin sotto la supervisione delle forze di pace russe sono fondamentali per il risoluzione politica del problema del Nagorno-Karabakh, l’instaurazione di pace e stabilità a lungo termine nella regione e per la convivenza pacifica dei popoli.
Richiamiamo l’urgente attenzione dell’intera comunità internazionale, compreso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Copresidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE e gli Stati membri, che le azioni dell’Azerbaigian possono portare a un disastro umanitario su larga scala. Sottolineiamo la necessità di avviare o riavviare i meccanismi internazionali per garantire i diritti e la sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh e a tal fine avvieremo le consultazioni con i partner internazionali nel prossimo futuro.

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MINISTERO DEGLI ESTERI DELL’AZERBAIGIAN: L’ARMENIA DOVREBBE INTERROMPERE DICHIARAZIONI E AZIONI CONTRO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE DELL’AZERBAIGIAN