Armenia, l’avamposto cristiano in pericolo (Evangelici.it 14.11.23)

In Armenia, meno di due mesi fa, si è consumato un dramma umanitario: centomila residenti del Nagorno Karabakh hanno abbandonato la loro terra in seguito all’invasione del vicino Azerbaigian, che rivendica i propri diritti sulla regione. Politica e media non hanno dato il giusto peso agli sviluppi di un conflitto ultradecennale giunto forse a una svolta irreversibile, soprattutto per i centomila in fuga, che «non hanno scelto di abbandonare una terra alla quale sono legati da secoli, non hanno scelto di abbandonare le loro antichissime chiese e i loro monasteri, che saranno distrutti con i bulldozer: sono stati costretti a farlo per salvarsi la vita», sottolinea sulla Stampa Lucetta Scaraffia.

L’UE, denuncia Scaraffia, «non ha mosso un dito per protestare contro gli azeri, per fermare la cacciata di un popolo antico dalla terra che occupava da millenni. Anzi, insistono con il chiamare gli armeni del Nagorno Karabakh separatisti, sposando il punto di vista azero», e probabilmente non è irrilevante il peso del gas che compriamo dall’Azerbaigian e dal suo padrino, quell’Erdogan che può contare sulla minaccia di liberare “valanghe di immigrati verso i nostri confini”.

Però, rileva ancora Scaraffia, oltre alle questioni geopolitiche ed economiche, forse c’è anche qualcosa di più, ossia «la difficoltà per noi europei secolarizzati di sentire quegli antichi cristiani, ancora appassionatamente legati alla loro tradizione religiosa, vicini a noi, simili a noi, quindi avamposto orientale di una cultura europea da difendere. Ci stiamo dimostrando indifferenti alla loro sorte… soprattutto che siano disposti a morire per non rinnegare la loro fede».

Nulla ci smuove, «sembra proprio che il dolore degli armeni infastidisca tutti, e tutti pensino che comunque non sono affari che ci riguardano come europei. Invece ci riguardano e ci riguarderanno». Mappa alla mano non sfugge che l’Armenia (insieme alla Georgia) è un cuneo cristiano in un’area islamica, e «i turchi infatti non nascondono il progetto di passare alla conquista dell’intera Armenia, considerata una inutile enclave incuneata nel mondo islamico». Se il silenzio è la nostra risposta, ci aspettano tempi difficili.

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