Artsakh Blockade. L’Armenia Chiede l’Intervento della Corte Internazionale di Giustizia. (Stilum Curiae 04.01.23)

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il blocco del corridoio di Lachin è arrivato al 24mo giorno, e l’Armenia si è rivolta alla Corte Internazionale di giustizia per chiedere che l’Azerbaijan ponga fine a questa azione, che intrappola oltre cento ventimila persone nell’Artsakh e che sta ponendo le premesse per un disastro umanitario nel Caucaso. Stilum Curiae si è occupato della questione qui e anche qui. Buona lettura, e condivisione.

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L’Armenia si è rivolta alla Corte internazionale di giustizia chiedendo al tribunale delle Nazioni Unite di intervenire per porre fine al blocco del corridoio di Lachin, giunto al 19° giorno.

L’Armenia ha dichiarato alla Corte che “il 12 dicembre 2022, l’Azerbaigian ha orchestrato un blocco dell’unica strada che collega i 120.000 abitanti di etnia armena del Nagorno-Karabakh con il mondo esterno, impedendo così a chiunque e a qualsiasi cosa di entrare o uscire”, ha affermato la Corte, che ha sede all’Aia, in un comunicato.

 

 

“Il blocco è in corso dalla data della richiesta e non ci sono segnali che indichino che sarà revocato a breve”, ha dichiarato l’Armenia nella sua richiesta.

“L’Azerbaigian deve cessare di orchestrare e sostenere le presunte ‘proteste’ che bloccano la libera circolazione ininterrotta lungo il corridoio di Lachin in entrambe le direzioni. L’Azerbaigian deve garantire la libera circolazione ininterrotta di tutte le persone, i veicoli e le merci lungo il Corridoio di Lachin in entrambe le direzioni”, ha dichiarato l’Armenia, chiedendo alla Corte che le sue misure provvisorie “abbiano la priorità su tutti gli altri casi”.

In un’altra mossa, l’Armenia sta cercando di ratificare il trattato istitutivo dei tribunali penali internazionali, per fornire un’altra via legale internazionale per agire contro l’Azerbaigian.

Sebbene l’Armenia abbia firmato il cosiddetto Statuto di Roma nel 1998, il Parlamento armeno non ha ancora ratificato lo statuto del tribunale. Nel 2004 la Corte Costituzionale ha ritenuto che il trattato fosse in contrasto con la Costituzione armena, che prevede la sovranità nazionale sugli affari giudiziari.

Giovedì il governo armeno ha chiesto alla Corte Costituzionale di verificare se gli emendamenti alla Costituzione siano ora conformi alle disposizioni dello Statuto di Roma.

Il ministro della Giustizia armeno Grigor Minasyan ha dichiarato che la ratifica parlamentare del trattato consentirebbe a Erevan di appellarsi alla Corte penale internazionale per gli attacchi militari dell’Azerbaigian al territorio armeno, lanciati dal maggio 2021.

“Le conseguenze di quell’aggressione sono ancora presenti perché le truppe azere sono ancora dispiegate in varie parti del territorio sovrano dell’Armenia”, ha affermato Minasyan, aggiungendo che il tribunale dell’Aia può occuparsi del caso anche se Baku non accetta la sua giurisdizione, secondo quanto riportato da Azatutyun.am.

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