“Bene il ricordo di Norma Cossetto, ora ricordiamo anche il genocidio armeno” (Varesenews 30.01.20)

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Alessandro Franzetti sul tema delle dedicazioni di alcuni spazi ed edifici comunali

Ho letto sulla stampa con vivo interesse che, su proposta delle donne presenti in amministrazione a Luino, la giunta comunale ha deliberato di intitolare il “Parco a Lago” a Norma Cossetto, giovane martire vittima dei comunisti di Tito, che subì violenze indicibili e fu infoibata solo per il suo essere italiana.

Approvo quest’attribuzione, anche perché nel 2014 fui promotore insieme al sindaco Pellicini di un convegno e di una mostra a Palazzo Verbania dedicati alle foibe, dove furono coinvolte diverse classi del Liceo “Sereni” e che ebbe come ospite il giovane Giacomo Fortuna, dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, e sono contento che a Luino, dopo il cippo a ricordo delle vittime delle Foibe posto in Piazza Crivelli Serbelloni dinanzi al Municipio, il nostro bellissimo “Parco a Lago” sia dedicato a una donna (già questa cosa è per me molto significativa) che per molti anni fu dimenticata, ingiustamente e vergognosamente.

Sarebbe stato ancora più bello se, insieme alle donne presenti nella maggioranza che governa la nostra Città, fosse coinvolta nella proposta di intitolazione anche la consigliera Enrica Nogara, che si è sempre distinta per un’azione politica volta alla tutela dei deboli e delle minoranze.

Quando sono stato consigliere nel primo mandato Pellicini, ho promosso tre intitolazioni (all’eroe della Resistenza Edgardo Sogno, partigiano monarchico e liberale, al prof. Luigi Alfré preside del Liceo di Luino per molti anni e al fabbricatore di organi delle nostre Chiese Francesco Carnisi), e questo perché ritengo che una buona memoria storica e civile condivisa, si debba poggiare su sicuri riferimenti a grandi del passato, e questo come esempio per tutti, in particolare per le nuove generazione.

A mio parere ora è il momento di ricordare anche un’altra figura femminile che è stata molto importante anche per Luino: Laura Solera Mantegazza.

Nel 2016 vi fu un’iniziativa pubblica in cui fu presentato un volume dedicato a Laura Solera Mantegazza e Anna Bono Cairoli e il sindaco Andrea Pellicini dichiarò di aver “ letto con piacere questo libro, da considerarsi un tributo a due donne incredibili che hanno fatto il Risorgimento. Il grande valore della Solera sta proprio nel fatto che soccorre sia garibaldini che austriaci: questo è un gesto meraviglioso”.

L’ing. Carlo Alessandro Pisoni, che era uno dei promotori dell’incontro, fece sapere agli astanti che “il socio del Magazzeno Storico Verbanese, l’ingegner Roberto Troubetzkoy, gli aveva comunicato la mattina stessa una buona notizia: su richiesta del Magazzeno Storico Verbanese e del socio Troubetzkoy, infatti, il dottor Andrea Corneo, presidente della Società Italiana della Camelia (che sul lago Maggiore, a Oggebbio ha una delle più importanti sue sedi), si è attivato per individuare una camelia a cui possa essere attribuito il nome di “Laura Solera Mantegazza”: il colore del fiore sarà un bianco screziato di rosso”.

A questo punto, oltre a una camelia ritengo sia il caso di dedicare alla Solera Mantegazza un luogo pubblico, per esempio il tratto di lungolago situato tra Palazzo Verbania e piazza Libertà, un vero polmone verde che sarebbe stupendo fosse dedicato a una figura così importante per il Risorgimento.

Inoltre, in aggiunta a ciò, ritengo doveroso intitolare un luogo pubblico significativo ai martiri del primo genocidio del ‘900, e cioè il popolo armeno.

Tra il 1915 e il 1916  l’Impero Ottomano deportò ed eliminò 1,5 milioni di armeni.

L’Italia riconobbe il genocidio armeno e invitò la Turchia a fare i conti con la propria storia nel 2000, con una mozione proposta dall’on. Giancarlo Pagliarini firmata da 165 parlamentari.

Solo 29 paesi hanno riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno, da sempre negato dalla Turchia.

Quindi propongo al sindaco e alla giunta comunale di ricordare sia la splendida figura di Laura Solera Mantegazza, sia i martiri del genocidio armeno, per troppi decenni caduti nel dimenticatoio.

Alessandro Franzetti

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