Nella Basilica di S. Giuseppe artigiano, anticamente dedicata a S. Biagio d’Amiterno, la solenne Festa di S. Biagio (laquilablog 30.01.20)

Il 3 febbraio 2020, si celebra la festa di S. Biagio, vescovo e martire. In Città all’Aquila, nella basilica di S. Giuseppe Artigiano, anticamente denominata S. Biagio d’Amiterno, dalla sua riapertura al culto, ogni anno si celebrano solennemente i festeggiamenti di S. Biagio con il solenne rito della benedizione della gola e del pane di S. Biagio e in particolare. Quest’anno la S. Messa solenne in onore del Santo vescovo martire, sarà celebrata alle ore 18:30 da don Federico Palmerini, amministratore parrocchiale della Parrocchia Personale Universitaria e sarà animata dai giovani della Pastorale Universitaria della nostra Arcidiocesi, essendo la Basilica di S. Giuseppe Artigiano, la sede principale della Parrocchia Universitaria. Al termine della Solenne celebrazione eucaristica, saranno benedetti e distribuiti ai presenti, i pani di S. Biagio.

Nelle parrocchie della diocesi, i festeggiamenti di S. Biagio si caratterizzano oltre che nella benedizione della gola con le candele incrociate, benedette il giorno precedente, cioè nella festa della Presentazione di Gesù al tempio, detta anche Candelora, anche con la benedizione, in alcuni luoghi delle ciambelle di San Biagio e in altri con la benedizione dei pani di S. Biagio.

Le Ciambelle di San Biagio, un dolce preparato in occasione di questa festa, sono delle ciambelle dolci preparate con l’aggiunta di semi di anice o di finocchio e alcuni altri ingredienti come la farina, lo zucchero, il latte, l’olio di semi e sono decorate con dei canditi rossi. Simboleggiano la gola del bambino, liberata dalla lisca di pesce con il miracolo di S. Biagio e sono decorate con canditi rossi per ricordare il colore del sangue del martirio del Santo Vescovo. Mentre, i Pani di S. Biagio, simboleggiano la gola di cui San Biagio è protettore e vengono mangiati per devozione, infatti il Santo salvò la vita di un ragazzo che stava morendo soffocato da una lisca di pesce. I pani della festa di San Biagio sembrano un preludio anticipatorio della “Cena di San Giuseppe”, che si celebra solennemente nella Basilica di S. Giuseppe Artigiano all’Aquila, il 19 marzo di ogni anno.

San Biagio, venerato tanto in Oriente quanto in Occidente, era un medico armeno, vissuto nel III secolo d.C. Si narra che compì un miracolo quando una madre disperata gli portò il figlio morente per una lisca conficcata in gola. Negli atti del martirio, si testimonia che il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente liberato il bambino dalla lisca conficcata nella sua gola, prima di morire martire. Questo Santo, era Vescovo di Sebaste d’Armenia quando nell’Impero romano si concede la libertà di culto ai cristiani, nel 313, sotto Costantino e Licinio, cioè imperatori. Licinio che governava l’Oriente, fece scoppiare una persecuzione contro i cristiani, sembrerebbe per dare risposta alle ingerenze dell’imperatore d’occidente Costantino e S. Biagio muore martire intorno all’ anno 316 d.C. Il corpo di Biagio è stato deposto nella sua cattedrale di Sebaste; ma nel 732 d.C. una parte dei resti mortali viene imbarcata da alcuni cristiani armeni alla volta di Roma, ma una improvvisa tempesta tronca il loro viaggio a Maratea (Potenza) e qui i fedeli della Città, accolgono le reliquie di San Biagio in una chiesetta, che poi diventerà l’attuale basilica a lui dedicata.

don Daniele Pinton

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