MILANO – 22 marzo 2025 – Presentazione libro “Rinascita 101 poesie armene 1890-1989”
CASA ARMENA
HAY DUN

CASA ARMENA
HAY DUN

Grazie al festival le Parole di Hurbinek, che ci invitava a riflettere sulla parola ‘razza’, dopo quasi vent’anni siamo tornati a Osip Mandel’stam e al suo Viaggio in Armenia dove si legge: “Non c’è nulla di più istruttivo e gioioso che immergersi nella compagnia di persone di una razza diversa dalla nostra”. Ma perché un piccolo libro del “più grande poeta in lingua russa del Novecento, sottratto alla conoscenza dei suoi contemporanei” (P. P. Pasolini) ci sembra così importante?
Dietro l’apparente appartenenza a un genere – il “diario di viaggio” ma anche la “letteratura di missione”– nella pagine di Viaggio in Armenia si cela una scrittura che si fa “grafico di una costante diserzione”. E proprio in questa diserzione emerge il carattere politico di un libro che a un primo sguardo può apparire mite e perfino svagato; e però evoca un’Armenia fuori dal tempo e disattende le aspettative dei suoi committenti, sfuggendo al compito di celebrare i presunti successi del primo piano quinquennale sovietico. La sfida al nuovo potere non lascia spazio a ulteriori dilazioni, e con la pubblicazione del Viaggio – prima ancora della celebre poesia su Stalin, ‘il montanaro del Cremlino’, per cui fu ufficialmente incriminato – Osip Mandel’štam si consegna definitivamente nelle mani dei suoi carnefici, portando così a compimento il suo destino.
Segreta riflessione sul tempo, la memoria e la morte – e straordinaria metafora di resistenza e di vitalità – Viaggio in Armenia è un sereno, luminosissimo addio; un rito d’addio. Il testo ideale per tratteggiare il profilo di un artista che si dichiarava ostile a tutto ciò che è personale, in tempi intossicati dall’inganno dei reality e dall’illusione del biografismo.

Galleria Santa Croce – Cattolica
Martedì 18 – Mercoledì 19 e Giovedì 20 marzo 2025 ore 21.00
VIAGGIO IN ARMENIA
Silvio Castiglioni
liberamente tratto dal libro di Osip Mandel’stam, Adelphi edizioni, a cura di Serena Vitale
riduzione e adattamento Silvio Castiglioni e Giovanni Guerrieri
interprete Silvio Castiglioni
oggetti, scene e costumi Giulia Gallo
immagini Patrizio Esposito
regia Giovanni Guerrieri
una coproduzione Celesterosa / I Sacchi di Sabbia, per il festival Le Parole di Hurbinek 2025
col sostegno di Mic, Regione Toscana, Regione Emilia-Romagna
in collaborazione con Armunia e Comune di Cattolica

Lunedì 17 marzo, alle h. 19 c/o Associazione Culturale Itzokor
Via Pietro Martini n. 19 Cagliari (quartiere Castello)

2022 – 1h57 – dramma – V.O in armeno con sottotitoli in italiano
Nel 1948, Charlie torna in Armenia dopo essersi rifugiato negli Stati Uniti a causa delle persecuzioni ottomane. Trova un paese sotto il giogo sovietico. Ingiustamente imprigionato, Charlie cade nella disperazione, fino a quando, dalla sua cella, segue la vita di un guardiano di prigione. La sua vita si intreccerà in modo inaspettato con quella dell’uomo. Goorjian firma una storia ingenua e ricca di umorismo sulla storia dell’Armenia.
Premio per il Miglior lungometraggio al Festival del Film di Woodstock nel 2022
Selezionato dall’Armenia per l’Oscar al Miglior Film internazionale nel 2024
In collaborazione con l’Ambasciata dell’Armenia in Italia
Quartetto d’archi Avetis
Anush Nikogosyan primo violino
Karmen Tosunyan secondo violino
Viola di Hayk Ter-Hovhannis
Violoncello di Mikayel Navasardyan
Il Quartetto d’archi Avetis è un ensemble armeno di recente formazione. Composto da musicisti con un’ampia esperienza nella musica da camera e tutti parte dell’Orchestra Filarmonica Nazionale Armena, la sua missione è valorizzare il repertorio per quartetto d’archi e promuovere le opere dei compositori armeni. Oltre alla loro intensa attività concertistica, i suoi membri sono impegnati nella divulgazione e nell’educazione alla musica classica attraverso visite regolari nelle scuole e nelle varie regioni del loro Paese. Nel 2024 l’ensemble si è esibito in festival quali Primavera Chigiana, Trame Sonore e Yerevan international Music Fest.
Il programma presenta brani di compositori rappresentanti delle scuole nazionali di stampo romantico: oltre ai più noti Borodin e Dvořák, il ceco Josef Suk e Padre Komitas (1869-1935), un sacerdote ottomano-armeno, musicologo, compositore, arrangiatore, cantante e direttore di coro, considerato il fondatore della scuola nazionale di musica armena e riconosciuto come uno dei pionieri dell’etnomusicologia.
Per maggiori informazioni: https://www.teatrocomunalemodena.it/
Tel. +39 059 2033