Ferrara capitale della fantasia, ecco il festival nel nome dell’Ariosto (Lanuovaferrara.it 08.06.21)

FERRARA. L’antica capitale del Ducato Estense torna a essere, il 10 e 11 giugno, la casa di Orlando, Carlo Magno, Angelica, Ruggero, Bradamante, Agramante, Rinaldo, Medoro, Astolfo e diviene finalmente capitale della fantasia grazie alla prima edizione di Fe.Fant il Festival della Fantasia, che porta la firma del poeta Davide Rondoni, direttore artistico, con la Fondazione Zanotti.

«E così Ferrara si propone di esaltare e indagare la fantasia, una “attitudine” umana oggi tanto necessaria quanto messa in questione, almeno apparentemente, da surrogati e da nuove capacità della tecnologia e da vari strumenti. La fantasia, capacità di immaginazione, resta una virtù chiave in tutti i campi. E specialmente oggi, nel momento in cui una grave prova socioeconomica richiede anche fantasia per trovare rimedi e risposte. la fantasia è il regno dell’arte, dell’invenzione, un modo per arrivare alla verità. E per stare nell’eternità, come scriveva Jorge Luis Borges», spiega l’ideatore e curatore, il poeta e scrittore Davide Rondoni.La fantasia aiuta a indagare e scoprire mondi personali e universali, a guardare alla realtà nella sua complessità, a tessere legami con luoghi e accadimenti lontani, a costruire ponti di vicinanza e solidarietà con altri popoli nel rispetto della loro cultura, della loro storia, delle loro tragedie. E proprio in occasione di Fe.Fant, la scrittrice, poetessa e saggista italiana di origine armena Antonia Arslan, che ha dedicato gran parte della sua opera alla cura della memoria del popolo armeno e delle barbarie del genocidio – autrice fra gli altri di “Masseria delle allodole” (2004), tradotto in venti lingue e diventato un film dei fratelli Taviani, “La strada di Smirne” (2009), “Il rumore delle perle di legno” (2015) e “Lettera a una ragazza in Turchia” (2016), “La bellezza sia con te” (2020) – riceverà la cittadinanza onoraria della città di Ferrara “a una scrittrice coraggiosa, contro ogni negazionismo”, come si legge nella motivazione del Sindaco, Alan Fabbri. La consegna nel cortile del Castello Estense, giovedì 10 giugno alle 21,15.

Antonia Arslan sarà poi protagonista di un incontro, venerdì 11 giugno nel Giardino delle Duchesse alle 16, in dialogo con Siobhan Nash-Marshall, docente al Manhattanville College di New York.
Dieci appuntamenti sulla fantasia e sulle sue contaminazioni e intrecci con i grandi temi della contemporaneità, ospitati negli splendidi spazi del Giardino delle Duchesse e del Castello estense. Si apre con il linguista e neuroscienziato Andrea Moro e il rettore dell’Università di Ferrara, Giorgio Zauli che parleranno di “Fantasia e cervello” (Giardino delle duchesse, giovedì 10 giugno alle 17,30).
“Da Pirandello a De Pisis, da Ariosto a Bassani”, attraverso le parole dei grandi maestri della letteratura italiana, Gioele Dix, raffinatissimo attore, autore e regista, ci racconterà la sua visione della fantasia, dell’immaginazione, dell’ingegno, in una lettura scenica giocosa e coinvolgente, sempre giovedì 10 giugno alle 20, nel cortile del Castello.

E poi l’incontro dedicato all’”ispiratore e motore” di Fe.Fant, Ludovico Ariosto “e la fantasia al lavoro”: ne parleranno Vittorio Macioce, giornalista e scrittore, Andrea Gareffi, professore di letteratura all’università di Tor Vergata di Roma, e Paolo Castelli, imprenditore e designer, alle 18.30 nel Giardino delle Duchesse.
Nel pomeriggio di venerdì 11 giugno, l’incontro su “Fantasy, fiction, immaginazione e visione”, con Roberta Tosi, critico d’arte e studiosa di Tolkien, Antonio Monda, scrittore e direttore del Festival del Cinema di Roma e Sara Taglialagamba, studiosa di Leonardo da Vinci. Alle 19 al Castello, è atteso il concerto di Ambrogio Sparagna, con la carovana artistica BandaDante e l’Orchestra di musica popolare dell’Auditorium di Roma che ripercorrerà il lungo viaggio di Dante attraverso il canto dei pastori, e il ritmo e la forza della musica popolare italiana. Lo spettacolo è un omaggio a Dante e al suo viaggio d’amore e di mistero utilizzando nel concerto le terzine della sua poesia e cantandole nello stile della tradizione popolare degli Appennini.

Fe.Fant, Festival della Fantasia con la direzione artistica di Davide Rondoni realizzato e promosso dalla Fondazione Zanotti in collaborazione con il Comune di Ferrara e l’Assessore al Bilancio e Contabilità, Partecipazioni, Commercio e Turismo, Matteo Fornasini, la Regione Emilia-Romagna, l’Ufficio Scolastico Regionale, l’Università degli Studi di Ferrara, Ascom Confcommercio, Cultura e Futuro Urbano.

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Erdogan e i droni. Affari di Stato e affari di famiglia (Tempi.it 08.06.21)

Una nuova stella brilla nel firmamento dell’industria di Difesa e se Ankara si prepara a raccogliere il primo successo significativo raggiunto in questo settore, c’è chi si preoccupa e chi vede nuova possibili tensioni geopolitiche all’orizzonte. Sta di fatto che la moltiplicazione dei conflitti nella regione mediterranea allargata, alla quale abbiamo assistito negli ultimi anni e dove la Turchia ha sempre cercato di ricoprire un ruolo da protagonista, ha portato anche al perfezionamento e l’utilizzo sempre più esteso di droni, ossia veicoli aerei senza pilota.

Questi velivoli, che vengono considerati uno dei mezzi più importanti nelle guerre del futuro, sono stati e sono impiegati da Ankara in Libia, Siria, ma soprattutto nel conflitto del Nagorno-Karabakh, dove, secondo molti esperti militari, avrebbero letteralmente fatto la differenza. Più difficili da individuare per i radar, quando operano in gruppo possono sferrare attacchi anche a grandi obiettivi.

I droni turchi

La Turchia si sta distinguendo per la produzione di queste armi, meno costose di quelle più convenzionali e adatte sia alla ricognizione sia alla difesa. Un investimento che va avanti da anni e che ha piazzato la Mezzaluna fra i leader del settore e alla ribalta per gli osservatori internazionali.

La Gran Bretagna, per esempio si è accorta da tempo che i piccoli velivoli senza pilota turchi hanno avuto un ruolo rilevante in micro conflitti in Medioriente e Nord Africa e che presto potrebbero diventare dei veri e propri “game changer”.

Gli affari della famiglia Erdogan

Ottime notizie, insomma non solo per il Paese, ma per la famiglia del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Il maggior produttore di queste micidiali e poco costose macchine da guerra, infatti, è la Baykar, di proprietà della famiglia Bayraktar. Selçuk Bayraktar, figlio del patron Ozdemir, è niente meno che il genero di Erdogan avendo sposato, nel 2016, Summeyye, secondo molti la figlia prediletta del presidente. Il suo business è iniziato nel 1984 vendendo pezzi di ricambio di auto. Adesso guida una industria il cui know-how fa gola anche ai cinesi.

Affari di Stato e affari di famiglia, insomma. Destinati però a creare non pochi problemi non solo a diverse cancellerie, ma potenzialmente anche al capo di Stato, un po’ troppo abituato a tirare la corda con i suoi alleati e che con questo nuovo asset potrebbe trovarsi a gestire situazioni di potenziale conflitto molto delicate.

Mosca allarmata

I primi Paesi che hanno ordinato i micidiali droni turchi, oltre alla stessa Ankara, naturalmente, sono stati il Qatar, Paese campione dei Fratelli Musulmani e con cui la Turchia ha rapporti molto stretti, nonché l’Ucraina e l’Azerbaigian. E qui c’è il primo problema, perché queste forniture hanno fatto storcere il naso, e non poco, a Mosca. I rapporti con Kiev sono seri, con la Russia che, di recente, è tornata ad ammassare truppe sul confine ucraino e potrebbe essere non poco infastidita dalle potenzialità di questi mezzi da ricognizione, dispiegati ai suoi danni e venduti all’Ucraina dal suo alleato chiave.

Discorso diverso, ma con il medesimo risultato in Nagorno-Kabakh. La Turchia sta cercando di acquisire un maggiore peso nel Caucaso meridionale ai danni della Russia e uno dei mezzi per raggiungere il suo obiettivo è quello di rifornire il presidente Aliyev di mezzi con i quali monitorare facilmente i movimenti dell’esercito armeno nell’area.

Washington infastidita

Se Mosca è irritata, Washington di sicuro non fa salti di gioia. Il TB2, uno dei modelli di droni turchi più gettonati e che ha fatto la sua comparsa nel 2020, è in grado di competere per prestazioni con l’americano MQ-9, con la differenza che costa meno della metà. I migliori testimonial del suo valore sono gli attacchi condotti nel nord della Siria ai danni dei curdi, durante l’operazione Scudo dell’Eufrate e quelli durante la guerra civile libica, dopo che la Turchia, con un clamoroso voltafaccia, ha preso le parti dell’esecutivi di Tripoli riconosciuto della comunità internazionale contro il generale, Khalifa Haftar.

Eppure indirettamente è stata proprio Washington a spingere Ankara a produrre droni indipendentemente, perché si era rifiutata di vendergli i propri. Questo aveva spinto l’allora Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan a buttarsi in una delle industrie più rischiose ma anche importanti nel bilancio di uno Stato: quella di difesa.

Ankara pericolosa

Nel 2015 si sono fatti i test di collaudo sui primi modelli, nel mese di maggio è arrivata la notizia che la Polonia sarà il primo Paese a comprare i droni made in Turkey.

La Mezzaluna sembra sempre più sicura delle proprie potenzialità in campo geopolitico, questo successo nell’industria militare potrebbe portarla a voler pesare ancora di più nell’arena internazionale, oltre a renderla ancora più pericolosa.

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Scrittrice Antonia Arslan sarà cittadina onoraria di Ferrara (Ansa 08.06.21)

Ferrara, antica capitale del Ducato Estense, dove Ludovico Ariosto compose i versi dell’Orlando Furioso pubblicato per la prima volta nel 1516, torna a essere il 10 e 11 giugno la casa di Orlando, Carlo Magno, Angelica, Ruggero, Bradamante, Agramante, Rinaldo, Medoro, Astolfo e diviene capitale della fantasia grazie alla prima edizione di ‘Fe.Fant’, Festival della Fantasia che porta la firma del poeta Davide Rondoni, direttore artistico, con la Fondazione Zanotti. E proprio in occasione di ‘Fe.Fant’ la scrittrice, poetessa e saggista italiana di origine armena Antonia Arslan, che ha dedicato gran parte della sua opera alla cura della memoria del popolo armeno e delle barbarie del genocidio, riceverà la cittadinanza onoraria della città di Ferrara “a una scrittrice coraggiosa, contro ogni negazionismo”, come si legge nella motivazione del sindaco Alan Fabbri.

La consegna nel cortile del Castello Estense, giovedì 10 giugno.

Antonia Arslan sarà protagonista anche di un incontro, l’11 nel Giardino delle Duchesse, in dialogo con Siobhan Nash-Marshall, docente al Manhattanville College di New York.
In programma dieci appuntamenti sulla fantasia e sulle sue contaminazioni e intrecci con i grandi temi della contemporaneità: tra i protagonisti il neuroscienziato Andrea Moro, l’attore Gioele Dix, il giornalista e scrittore Vittorio Macioce, il rettore dell’Università di Ferrara Giorgio Zauli, lo scrittore e direttore del Festival del Cinema di Roma, Antonio Monda. In cartellone anche, venerdì alle 19 al Castello, un concerto di Ambrogio Sparagna con la carovana artistica BandaDante e l’Orchestra di musica popolare dell’Auditorium di Roma, che ripercorrerà il lungo viaggio di Dante attraverso il canto dei pastori e il ritmo e la forza della musica popolare italiana.

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Erevan, iniziata la campagna elettorale per le parlamentari (Asianews 08.06.21)

Vi partecipano 26 liste politiche, divise in quattro coalizioni e 22 partiti indipendenti. Crisi politica scatenata dalla sconfitta del 2020 nel Nagorno Karabakh contro gli Azeri. Proposto un governo di unità nazionale. Il rischio della guerra civile.

Mosca (AsiaNews) – Dopo lunghe contese e diatribe, il 7 giugno è iniziata in Armenia la campagna per le elezioni parlamentari anticipate, che si terranno il 20 giugno. Vi partecipano 26 liste politiche, divise in quattro coalizioni e 22 partiti indipendenti. Tutti i precedenti leader politici, compreso l’attuale premier ad interim Nikol Pašinyan, prederanno parte alla competizione.

Il primo presidente dell’Armenia indipendente post-sovietica, Levon Ter-Petrosyan, guida la lista del Partito del congresso nazionale armeno; il secondo presidente Roberto Kočaryan è a capo della coalizione “Ayastan” (antico nome dell’Armenia). Lo stesso Pašinyan si presenta con il partito “Accordo civile”. Serž Sargsyan, non è inserito nelle liste elettorali, ma il Partito repubblicano da lui guidato è nella coalizione “Ho la dignità”: il terzo presidente del Paese è molto attivo nella campagna elettorale.

Tutti i partiti e gli ex-presidenti si sono scontrati in passato sul tema dell’eredità post-sovietica: Petrosyan era il segretario del Partito comunista in Armenia al momento del crollo dell’Urss, e i suoi avversari pretendevano maggiore indipendenza dalla Russia, rivendicando un ruolo autonomo nei conflitti politici e militari del Caucaso, soprattutto con l’annessione del Nagorno Karabakh. Pašinyan ha cercato una posizione intermedia, difendendo l’indipendenza nazionale e cercando un nuovo ruolo internazionale del Paese.

Pašinyan si rimette in gioco dopo la “rivoluzione di velluto” del 2019 e la sconfitta nel Nagorno Karabakh del 2020, eventi molto contradditori. Egli non perde però la speranza di essere rieletto. Il giorno di apertura della campagna si è rivolto ai cittadini armeni con un discorso ufficiale: “Nel corso degli anni abbiamo sofferto moltissimo per la nostra Patria”. Pašinyan osserva che “vogliono convincervi a tornare indietro, che bisogna essere sottomessi nella propria patria, oppure la perderemo, ma io voglio convincervi del contrario”.

Secondo il premier uscente, quando egli ha guidato la protesta che ha portato al cambio di regime, “la nostra patria era come una macchina sull’orlo di un baratro, che noi cercavamo di guidare senza volante né ruote, senza freni né motore”. Rilanciando la speranza nel futuro dell’Armenia, Pašinyan cerca di presentare una visione di nuova rinascita dopo le catastrofi della guerra e del Covid-19: “Un futuro esiste, e noi oggi lo stiamo creando”.

Tra le tante liste che si contrappongono, rifacendosi ai drammi degli anni passati, c’è anche un partito che invoca la concordia sociale e la formazione di un governo di unità nazionale: si tratta di “Armenia Illuminata”, guidato da Edmon Marukyan. A suo parere, se le elezioni riproporranno lo scontro muro contro muro di questi anni e degli ultimi mesi, la situazione del Paese potrebbe degenerare in una specie di guerra civile.

Nella conferenza stampa di presentazione, Marukyan ha osservato che “secondo tutti i sondaggi, né il partito al governo né la formazione guidata da Kočaryan hanno reali possibilità di ottenere una maggioranza”. Il 45% degli elettori sembra ancora incerto sul voto, quindi “serve una forza che non si presenti come nemica né degli uni né degli altri, per fare un governo tutti insieme per almeno 3-5 anni”.

Se non si arriverà a trovare una formula stabile di governo, secondo tutti gli osservatori, il rischio maggiore è che le Forze armate dell’Azerbaijan, che già occupano diverse zone del territorio nazionale, avanzino molto più in profondità, mettendo in pericolo l’indipendenza stessa dell’Armenia.

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Il cardinale Sandri ricorda Patriarca Ghabroyan, freccia puntata verso Cristo (Acistampa 07.06.21)

“La sofferenza del nostro fratello Patriarca si è così intrecciata con quella secolare del suo popolo, ed insieme con quella della nativa Siria e del Libano, tanto piagati da guerre, violenze, instabilità e ultimamente dalla pandemia”.

Lo ha detto il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nella Divina Liturgia in rito Armeno in suffragio di S.B. Gregorio Pietro XX Ghabroyan, Patriarca di Cilicia degli Armeni celebrata nella Cappella delle Suore Armene dell’Immacolata Concezione a Roma, lo scorso 5 giugno.

Ad una settimana dalla celebrazione esequiale in Libano e “nella memoria liturgica, – ha detto il cardinale- nel calendario armeno, dell’uscita dal pozzo, della liberazione cioè di San Gregorio l’Illuminatore dopo i tredici anni di prigionia in cui lo aveva tenuto rinchiuso il re Tiridate: sappiamo bene come quell’evento fu preludio del battesimo del re e con lui di tutta l’Armenia, prima nazione cristiana”.

Per Sandri il Patriarca Ghabroyan “è stato capace di essere questa freccia puntata verso Cristo nella vita personale di ciascuno: attraverso un gesto, un esempio, una parola di incoraggiamento o di correzione, una domanda, o magari affidandoci un ministero o un servizio nella Chiesa”.

Ha poi offerto un ricordo personale: “la determinazione che mi comunicò nel voler far conoscere il pensiero e l’opera di San Gregorio di Narek: se il suo predecessore di venerata memoria S.B. Nerses Bedros XIX aveva partecipato alla proclamazione a Dottore della Chiesa, il Patriarca Ghabroyan non ha risparmiato nel distribuire, almeno nell’edizione francese, i testi del vostro e nostro grande santo. 

Un secondo motivo lo ha ricordato il Santo Padre Francesco nel messaggio inviato per la celebrazione del funerale: la promozione della causa di beatificazione e canonizzazione del Patriarca Cardinale Agagianian. Siamo consapevoli che quando si intraprende un tale strada, lo si fa non per cercare una gloria umana, ma perché si ha la certezza morale che nella vita e nelle opere di un uomo si sia riflettuta in modo puro la stessa potenza di Dio, al quale solo vanno la gloria e l’onore”.

In attesa della elezione del nuovo Patriarca, ha detto Sandri, “capace di custodire il suo gregge,  e di valorizzare in unità e comunione tutte le straordinarie risorse della Chiesa Armeno Cattolica”  preghiamo perché “una vera e propria fioritura dello Spirito conduca la Chiesa Armeno Cattolica verso quell’orizzonte di bene che certamente il Signore prepara se rimaniamo in ascolto di Lui e in cerca di Lui, superando ogni logica o schieramento umano”.

Ed ha concluso: “Allora anche noi come San Gregorio l’Illuminatore usciremo dal pozzo di una prigionia in cui non sono soltanto gli altri a porci, ma a volte ci cadiamo da soli. Potremo rivedere la luce, potremo contemplare il monte Ararat, come ha fatto Papa Francesco al termine della sua visita in Armenia del 2016, dal Monastero di Khor Virap, che sorge sulla prigione di San Gregorio l’Illuminatore. Che le colombe che il Papa lanciò nell’azzurro del cielo insieme a S.S. Karekin II siano segno dello Spirito che faccia tornare a volare la vostra amata Chiesa. E il nostro caro Patriarca Gregorio Pietro XX Ghabroyan di certo intercederà dal cielo per queste intenzioni”.

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Congregazione Chiese Orientali: Divina Liturgia in rito Armeno con S.E. Leonardo Sandri (Assadakah 07.06.21)

Armenia: premier Pashinyan cede l’incarico al vice per partecipare a campagna elettorale (07.06.21)

Erevan, 07 giu 15:08 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro ad interim dell’Armenia Nikol Pashinyan, lascerà temporaneamente l’incarico dal 7 al 18 giugno. Lo riferisce il portale web del governo. Il vice primo ministro ad interim Tigran Avinyan sostituirà Pashinyan mentre sarà in vacanza per la campagna elettorale in vista delle elezioni parlamentari anticipate che si terranno il 20 giugno prossimo. È ufficialmente iniziata oggi la campagna elettorale in Armenia per le consultazioni parlamentari che si terranno il 20 giugno prossimo. Alle elezioni partecipano 26 sigle politiche, di cui 22 partiti e quatto coalizioni. La campagna elettorale durerà sino alla mezzanotte di venerdì 18 giugno, quando scatterà il silenzio elettorale in vista del voto. Le urne apriranno ufficialmente il 20 giugno ma sarà possibile effettuare il proprio voto anche per via telematica dall’11 al 13 giugno (Rum)

FANTARACCONTI – Il Divin Armeno (Fantacalcio 07.06.21)

38° giornata di Serie A, ultima sofferta giornata di fantacalcio per i primi 3, in lotta per il primo posto. Per l’occasione ci siamo riuniti tutti davanti una TV con una pizza in mano per rendere onore ad una stagione ricca di colpi di scena, le ultime partite decisive erano: Tutt Fort-Loserpool e UNCICCIORISORTO-abbiamoGIAperso, con Tutt Fort momentaneamente terzo e gli altri 2 rispettivamente primo e secondo, io allenatore di Loserpool lottavo per salvare la faccia e non scendere in penultima posizione.

Come al solito mi sono affidato ai soliti Vlahovic, Berardi e Mkhitaryan. Siamo alla prima partita di giornata, Vlahovic contro il Crotone, come tutti i suoi fantallenatori speravo in un suo bonus che però non arriva, in compenso mi sono scansato un pericolosissimo Simy. Passiamo all’Inter: io con l’unico portiere rimasto, Musso, spero in un miracolo che anche questa volta non arriva, ha preso 1!

Ero in grande svantaggio e la situazione poteva solo peggiorare, il primo brivido viene da Young lasciato fortunatamente in panchina dal mio avversario. Arriviamo così a Domenica sera, siamo tutti riuniti in attesa di svelare chi sia il fantacampione. Iniziamo con il Torino e il suo Bremer che sforna un gol inaspettato, naturalmente contro di me; nella stessa partita abbiamo pure l’assist di Letizia, sempre contro di me.

La situazione era un po’ disastrosa, il mio avversario era a due passi dalla vittoria, ma la speranza è l’ultima a morire e dal nulla si risveglia Berardi con un assist e quando meno ce lo aspettavamo un rigore segnato contro una Lazio in vantaggio numerico!

La situazione era delicata, il mio avversario era ancora in vantaggio anche se bastava un minimo di bonus a centrocampo per poter ribaltare la partita e con essa l’intero fantacalcio. Nel frattempo nell’altra partita UNCICCIORISORTO, il favorito per il primo posto, pareggiava col doppio rigore di Kessie.

Siamo al’85’, la Roma attacca, era ancora sotto di un gol, ad un certo punto il telecronista di Spezia-Roma disse una frase che diede vita all’unico minuto interminabile di silenzio della serata: “PASSIAMO A LA SPEZIA!”

*silenzio di tomba*

HA SEGNATO MKHITARYAN!!!!!” 

Il delirio assoluto, eravamo tutti in estasi per un gol che avrebbe modificato le sorti del fantacalcio, eravamo in visibilio, come se l’Italia avesse vinto i mondiali, durante i festeggiamenti rivolgo il mio sguardo al mio avversario: era pallido, sconsolato e rassegnato…..

La sua faccia era la faccia di colui che si è visto portare via da sotto il naso non solo il primo posto ma anche il secondo visto che l’altra partita è finita con un pareggio, come d’altronde è finita anche la nostra…..

Per un gol del Divin Armeno il primo posto gli fu tolto, e arrivando terzo rimase sconsolato…..

E così si è chiusa un’altra stagione, così com’era iniziata, col Divin Armeno che da spettacolo e ribalta le sorti delle partite.

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Presentazione credenziali dell’Amb. Di Riso al Presidente della Repubblica di Armenia (Esteri.it 07.06.21)

L’Ambasciatore della Repubblica Italiana presso la Repubblica di Armenia, Alfonso Di Riso, ha presentato oggi le Lettere Credenziali al Presidente della Repubblica Armen Sarkissian.

Porgendo le proprie congratulazioni e gli auguri di successo al nuovo Ambasciatore, il Presidente ha affermato che si aspetta un lavoro congiunto attivo per espandere ed arricchire l’agenda della cooperazione bilaterale.

Il Presidente Sarkissian ha sottolineato che le relazioni tra Armenia e Italia sono costruite su solide basi secolari e che i due paesi e i due popoli si assomigliano con i propri valori.

L’Ambasciatore Alfonso Di Riso ha trasmesso al Presidente armeno i calorosi saluti e auguri del Presidente Mattarella. L’Ambasciatore ha affermato di essere pronto a compiere maggiori sforzi per promuovere le tradizionali relazioni amichevoli tra i due Paesi in vari settori.

Sottolineando l’importanza della prevista visita di Stato in Italia del Presidente Armen Sarkissian, che era stata rinviata a causa della pandemia Covid-19, l’Ambasciatore è fiducioso che essa darà un nuovo impulso per l’espansione della cooperazione bilaterale.

Il Presidente armeno e l’Ambasciatore d’Italia hanno discusso il livello attuale e il potenziale di sviluppo delle relazioni armeno-italiane. In particolare, sono state sottolineate le grandi opportunità di cooperazione in ambito economico-commerciale, tecnologico, scientifico-educativo e culturale.

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Armenia-Azerbaigian: Erevan denuncia nuovi lavori d’ingegneria di Baku al confine (Agenzia Nova 07.06.21)

Erevan, 07 giu 15:19 – (Agenzia Nova) – Questa mattina, le forze armate azerbaigiane hanno tentato nuovamente di effettuare dei lavori di ingegneria lungo il confine armeno-azerbaigiano nella zona di confine del villaggio di Verin Shorzha della provincia di Gegharkunik. Lo ha riferito il ministero della Difesa armeno in una nota. “Le unità armene si sono attivate, chiedendo di interrompere immediatamente questi lavori e rimuovere le attrezzature ingegneristiche, dopodiché tali attività sono state interrotte e l’attrezzatura è stata rimossa nella parte azerbaigiana del confine”, si legge nella nota del ministero armeno. Il 12 maggio, il ministero della Difesa armeno ha riferito che le Forze armate azerbaigiane hanno tentato di avviare delle attività per “delimitare i confini” in una delle aree di frontiera della provincia armena di Syunik. Da quel momento è in corso una nuova crisi fra i due Paesi: da un lato, l’Armenia chiede l’immediato ritiro dei militari azerbaigiani entro il loro lato del confine; dall’altro, le autorità di Baku che sostengono che la frontiera in quell’area non sia pienamente delimitata e ritengono di non aver commesso alcuna violazione. (segue) (Rum)

Vaccini in Armenia: la campagna claudicante (Osservatorio Balcani e Caucaso 07.06.21)

Fino ad un mese fa le persone vaccinate in Armenia erano poche migliaia. Dopo una presa di posizione del primo ministro Pashinyan le somministrazioni sono infine decollate anche se la questione vaccini rimane, nel paese, altamente divisiva

07/06/2021 –  Armine Avetysian Yerevan

La campagna di vaccinazione è partita in Armenia nel mese di aprile. I vaccini utilizzati sono AstraZeneca, il russo Sputnik V e il cinese CoronaVac. La vaccinazione è gratis e su base volontaria ed attualmente in Armenia sono in molti ad essere in dubbio se vaccinarsi o meno.

La terza ondata pandemica che ha subito l’Armenia sta pian piano scemando. Il numero di casi e di decessi sta diminuendo di giorno in giorno. Un mese fa vi erano 1000 nuovi casi al giorno, oggi siamo a 100. Anche il numero delle morti è conseguentemente in calo. Sino ad ora sono stati 223.000 in totale i casi di coronavirus registrati nel paese, con più di 4000 decessi.

Come conseguenza della decrescita dei contagi una serie di centri medici aperti per la cura dei pazienti covid stanno ora chiudendo. Ve ne erano 23 in totale, con 2600 posti letto, 13 nella capitale e 10 nelle varie regioni armene. Quattro di questi ultimi sono già stati chiusi.

Ciononostante gli specialisti continuano a sottolineare che l’unico modo per evitare una quarta ondata è una campagna di vaccinazione efficace.

“Non sono ancora vaccinato. Mi vaccinerò certamente in futuro ma ho ancora da decidere con quale vaccino. Non sarà possibile andare oltre questa pandemia senza la vaccinazione”, afferma Sanam Hovhannisyan, operatore sanitario. Che sottolinea come sia importante che i cittadini abbiano libertà di scelta.

AstraZeneca e CoronaVac sono a disposizione di tutti, a prescindere dall’età, mentre il vaccino russo è destinato ai gruppi più vulnerabili della popolazione, tra i cittadini di età compresa tra i 18 e i 54 anni.

“C’è paura nei confronti della vaccinazione in Armenia. È per questo che l’intero processo sta andando a rilento. Le ragioni stanno nella scarsa consapevolezza della gente e nella campagna anti-vaccini”, spiega lo specialista di salute pubblica Davit Melik-Nubaryan.

“Spero che la vaccinazione non divenga mai obbligatoria, altrimenti non so cosa farò”, afferma Anna, 30 anni, che non vuole vaccinarsi dicendo che il vaccino rischia di nuocere alla sua salute. Secondo Anna non è stato ancora studiato a sufficienza e non è sicuro non vada ad impattare negativamente in futuro sulla sua qualità della vita.

“Mi protegge dal Covid-19 adesso, ma poi?. Nessuno sa se causa effetti collaterali. Io sono incinta, ci sono molti testi in internet che dicono che i vaccini causino infertilità. Lo so che non sono provati dal punto di vista scientifico ma tutto questo mi rende insicura”, racconta la donna.

L’unica cosa che preoccupa Anna è che, nel caso non si vaccini, non potrà viaggiare in molti stati, ad esempio in Europa: “Ho capito che pian piano il green pass diverrà obbligatorio e capisco che, nel caso una persona non lo abbia, rimarrà rinchiusa in Armenia. Questo mi rende triste. Pianificavo un viaggio in Europa per la fine dell’anno, ma se non avrò fatto il vaccino, non potrò. Cerco di convincermi che cambierà, che queste richieste verranno rimosse”.

Diversamente da Anna, sua sorella si è vaccinata un mese fa. Dice di sentirsi molto bene e che a breve le verrà somministrata la seconda dose. “Chi mi sta attorno è diviso su due posizioni molto diverse tra loro: c’è chi dice che i vaccini fanno male e chi sostiene che senza vaccini non si uscirà da questa pandemia. Ma il problema è che il numero di miei amici che intendono vaccinarsi è molto basso”, racconta la ragazza.

In modo di intensificare la campagna vaccinale è sceso in campo anche il primo ministro Nikol Pashinyan. Durante un consiglio dei ministri, circa un mese fa, ha invitato tutti i membri del governo a vaccinarsi. “Dobbiamo iniziare noi. Dobbiamo vaccinarci tutti. Il numero di cittadini vaccinati è, in tutto il mondo, segnale della qualità di un paese, dal punto di vista economico, politico, di civiltà”, ha dichiarato. Una dichiarazione a cui sono seguite le vaccinazioni delle élite istituzionali del paese: ministri, parlamentari, alti funzionari si sono vaccinati postando foto della somministrazione.

In Armenia ci si può vaccinare sia presso i tradizionali centri sanitari sia in cliniche vaccinali mobili, create nei quartieri più popolosi della capitale e nelle altre principali città dell’Armenia. Qui, ogni cittadino, può ottenere dapprima le principali informazioni in merito, gli viene poi fatta una visita medica e infine l’eventuale somministrazione.

Attualmente sono circa 30.000 le persone vaccinate in Armenia, su 3 milioni di abitanti. Prima della presa di posizione, un mese fa, del primo ministro erano poco più di 2500.

Gli operatori sanitari sottolineano che il numero di persone che desiderano essere vaccinate cresce di giorno in giorno. C’è anche sempre più attività nei punti mobili di vaccinazione. In questi punti vengono spesso vaccinati anche i turisti. Anche per loro la somministrazione è gratuita.

Parallelamente alla campagna di vaccinazione vengono progressivamente attenuate le misure introdotte per limitare la pandemia: dal 1° giugno non è più obbligatorio indossare la mascherina all’aperto. E per i cittadini vaccinati, dal 1° luglio non sarà più obbligatorio indossare la mascherina negli ambienti chiusi.

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