Da Yerevan a Mosca, il business dei vestiti di marca (Osservatorio Balcani e Caucaso 31.03.23)

Molti cittadini russi acquistano in Armenia – e rivendono in Russia – ciò che non si può trovare in patria, causa sanzioni

31/03/2023 –  Armine Avetisyan

Il 24 febbraio 2022, il mondo è stato sconvolto dalla notizia dell’avvio della guerra russo-ucraina, un conflitto che ha già causato decine di migliaia di morti da entrambe le parti e ha provocato la più grande crisi di rifugiati in Europa dalla Seconda guerra mondiale.

In seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, gli Stati Uniti, l’Unione Europea e altri paesi occidentali hanno imposto nuove sanzioni e ampliato le esistenti. Tra queste il divieto per una serie di banche russe di utilizzare il sistema di pagamento internazionale SWIFT, il che ha innescato una crisi finanziaria in Russia e un massiccio boicottaggio internazionale.

Il 9 dicembre 2022, il Canada ha imposto nuove sanzioni contro la Russia accusandola di violazioni dei diritti umani. La decisione include sanzioni contro 33 attuali o ex alti funzionari russi e sei entità coinvolte in presunte “violazioni sistematiche dei diritti umani” contro i cittadini russi che hanno protestato contro l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Passo dopo passo i grandi marchi internazionali dell’abbigliamento, elettrodomestici e prodotti alimentari hanno iniziato ad abbandonare il paese.

“Sono venuto a Yerevan per la prima volta alla fine del 2022. Il primo acquisto che ho fatto è stata la Coca-Cola, all’aeroporto, mi mancava molto il suo sapore”, racconta Lena, 25 anni, da poco trasferitasi a Yerevan da Mosca.

“A dicembre sono venuta a trascorrere qui un periodo di vacanze, ho incontrato i miei amici che si erano trasferiti qui prima e ho capito che era possibile iniziare una nuova fase della mia vita trasferendomi in Armenia”, racconta.

Lena di professione è stilista, ha trovato un lavoro in Armenia, ma ha iniziato anche ad occuparsi di commercio al dettaglio.

“Aiuto i miei conoscenti a Mosca a comprare vestiti e scarpe di marca. Ad esempio, se qualcuno vuole un articolo che non è disponibile in Russia, lo compro qui in Armenia e a volte dalla vicina Georgia e lo spedisco a Mosca. Il mio servizio non è gratuito, ovviamente la percentuale che trattengo è minima, ma guadagno una certa somma che mi permette di pagare l’affitto della mia casa qui”, dice Lena.

È lei stessa a sottolineare come molti altri connazionali si guadagnano da vivere così. A suo avviso il numero di cittadini russi che si trasferiscono in Armenia, fanno acquisti a Yerevan e consegnano in Russia è in crescendo. Oggi in Armenia esistono diversi servizi di consegna. In media, i più veloci consegnano in una settimana gli articoli in qualsiasi punto della Russia direttamente all’indirizzo indicato. Il servizio ha un costo di circa 20 euro per spedire un kg di merce. Lena però non si lamenta della tariffa, dice che non è male per la sua attività.

“Consegno soprattutto vestiti: in un kg ci stanno molte cose. Inoltre, è anche sicuro consegnare in questo modo. I pacchi vengono trasportati rapidamente e senza danni e consegnati direttamente a casa del cliente. Vale sicuramente la pena pagare un po’ di più, ma lasciare il cliente soddisfatto”.

A differenza di Lena, il quarantenne Igor – che vive in Armenia da un anno – preferisce effettuare le consegne in Russia tramite veicoli che trasportano passeggeri. Dice che, anche se l’ordine può arrivare tardi, è più conveniente.

“Ho un accordo personale, non posso parlare di prezzi, ma sono soddisfatto. Spedisco caffè e vitamine. Sono merci pesanti, non posso permettermi la consegna per via aerea, altrimenti non ci guadagnerei nulla”, dice. Ciononostante, sottolinea Igor, ogni volta che deve effettuare una consegna via aerea c’è la fila: “Ci sono almeno 2-3 persone in fila. Non dico che tutti facciano affari, che guadagnino soldi, no, ma molte persone comprano articoli di marca dall’Armenia e inviano regali ai loro parenti che vivono lì. Sai, quando ero bambino, ricordo che gli armeni venivano a vivere e lavorare nel nostro paese e compravano da noi regali da portare in Armenia, dicendo che questo e quello non c’erano in Armenia. Ora i tempi sono cambiati, veniamo in Armenia per lavorare e comprare diverse cose, perché non sono disponibili in Russia”, osserva l’uomo con una risata.

In generale, secondo il ministero dell’Economia dell’Armenia il reinsediamento netto di cittadini russi in Armenia è stato, nell’ultimo anno, di 108-110 mila persone: cioè molti russi si sono trasferiti in Armenia e sono rimasti a risiedervi permanentemente.

Vai al sito