Il violoncello di Narek Hakhnazaryan ambasciatore culturale dell’Armenia. Voce d’Italia

Una splendida realta’ dal grande futuro

Successo per il concerto alla Iuc con la pianista Oxana Shevechenko

 

Martedì 3 febbraio 2015 la stagione  dell’ Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma aveva in programma un concerto affidato al nuovo astro della musica, il violoncellista, Narek Hakhnazaryan accompagnato dalla pianista kazaka Oxana Shevechenko.

E’ stato un concerto di grande interesse non solo per motivi strettamente musicali, dei quali parleremo dopo, ma anche per motivi storico-sociali.

Il bravo violoncellista Narek Hakhnazaryan, di origini armene, è stato scelto dal proprio paese come ambasciatore ‘culturale’ per porre all’attenzione del mondo quella che è stata una delle tragedie del suo popolo, il cosidetto Genocidio degli Armeni perpetrato nel 1915 dai turchi verso gli armeni dell’Anatolia e del resto dell’Impero Ottomano,  forse il primo esempio dell’epoca moderna di sistematica soppressione di una minoranza etnico-religiosa.

Una campagna di eliminazione di massa che non scaturì soltanto dall’ideologia, chiaramente razzista, del Partito dei Giovani Turchi, ma che ebbe origine già nell’800 a causa di quelle contrapposizioni religiose tra i mussulmani ottomani e curdi e la minoranza cristiana armena.

La notte tra il 23 e 24 aprile del 1915 iniziarono i primi arresti e le prime repressioni degli armeni, un’operazione di distruzione sistematica che lasciò più di un milione di vittime; un fatto poco conosciuto che l’ambasciatore di Armenia a Roma, Sargis Ghazaryan, ha voluto ricordare prima del concerto, soprattutto quest’anno, quando il 24 aprile si celebrerà il centenario di questi tristi avvenimenti che, per essere posti all’attenzione del mondo, è stato scelto come vettore culturale proprio Narek Hakhnazaryan, l’artista più illustre di questa nazione.

Ora veniamo alla musica. Innanzi tutto gli esecutori. Narek Hakhnazaryan è giovanissimo, classe 1988, ed è balzato all’attenzione del mondo musicale per aver vinto nel 2011 il Primo Premio e la Medaglia d’Oro al XIV Concorso Internazionale Caikovskij un prestigioso riconoscimento che gli ha spalancato le porte delle sale da concerto più famose del mondo.

La pianista kazaka Oxana Shevechenko ha una storia analoga perché, sempre nel 2011 e nello concorso è risultata Miglior Pianista Accompagnatore, suonando proprio con lo stesso Hakhnazaryan.

All’Aula Magna dell’Università la Sapienza si è, quindi, ricomposto questo speciale ‘duo’ che si è cimentato in un programma di estremo interesse che metteva in contrapposizione grandi capolavori, per violoncello e pianoforte, dell’800 e del ‘900; nella prima parte l’ Adagio e Allegro op. 70 di Schumann, la grande Sonata n. 5 in re maggiore op. 102 n. 2 di Beethoven e l’ Introduzione e Polacca Brillante in do maggiore op. 3 di Chopin. Nella seconda parte la Sonata n. 1 in re minore di Debussy e la Suite Italienne di Stravinskij.

Narek Hakhnazaryan ha fornito una prova ‘gigantesca’ in quanto a calore ed espressività del suono del violoncello percepito da noi ascoltatori in modo assolutamente emozionante, per la strepitosa cantabilità che il violoncellista ha impresso a tutta l’esecuzione esaltando le palpitazioni romantiche dell’Adagio di Schumann e la giocosità della trascinate Polacca chopiniana così come la mestizia di quei sentimenti di morte che caratterizzano la prima sonata di Debussy e lo strepitoso , quasi magico e coinvolgente, senso del ritmo della tarantella della suite di Stravinskij.

Oxana Shevechenko è stata l’accompagnatrice ideale di questa nuova stella che, ne siamo certi, illuminerà la musica nel terzo millennio, confermando tutti i pregi del loro sodalizio artistico che parte da quel 2011 e che ha trovato splendida realizzazione nella Sonata n. 5 di Beethoven, riuscendo ad esaltare le caratteristiche strutturali che il compositore ha impresso a questo capolavoro, dove i due strumenti dialogano alla ‘pari’ donando al violoncello lo spunto per estrinsecare tutte le sue potenzialità espressive che si materializzano nel movimento centrale Adagio con molto sentimento d’affetto che è stato uno dei vertici esecutivi di tutta la serata.

Il pubblico si entusiasmato all’ascolto di questo meraviglioso concerto, applaudendo a lungo i due giovanissimi interpeti cha hanno ringraziato con tre bis di grande rilievo, le vistusistiche Variazioni siu un tema di Rossini di Niccolò Paganini, una delicata ninna nanna di Aram Kachaturjan e Vocalise di Sergeij Rachmaninoff adattada per violoncello e pianoforte dalla stessa Shevechenko.

Claudio Listanti
claudio.listanti@voceditalia.it