ALESSANDRIA – La Musica Armena: fra tradizione e contemporaneità

SABATO 7 FEBBRAIO 2015 ORE 14.00/17.00

AUDITORIUM M. PITTALUGA

La Musica Armena: fra tradizione e contemporaneità

a cura del Prof. MAURIZIO REDEGOSO KHARITIAN

Nell’anno del 100° anniversario del Genocidio Armeno che verrà celebrato quest’anno , si intende proporre un percorso musicale che tocca particolarmente da vicino l’Italia e le sue più importanti Istituzioni musicali. Dopo le ultime ondate di deportazioni avvenute negli anni ’20 del XX secolo, molte famiglie armene si sono rifugiate in varie località italiane.

Il nostro paese già era legato alla cultura armena con la presenza dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni (che ospita un monastero armeno), il Collegio Pontificio Armeno, ed altre centri culturali presenti in diverse città. L’Armenia è terra dalla antichissima civiltà che ha espresso eccellenze in tutte le forme d’arte fra le quali naturalmente la musica. Musica che si può certamente intendere come extra-europea in quanto racchiude diverse anime, oltre quella armena, dell’area caucasica e mediorientale (persiana, azera, araba, georgiana, turca, ebraica). Questo progetto si rivolge a studenti, docenti, musicologi ecc. ai quali viene offerto uno sguardo originale ed autentico di una cultura ancora misconosciuta. Verranno proposti ascolti registrati e dal vivo (alla viola) delle diverse tradizioni armene (popolare, sacra, contemporanea). Si tratterà inizialmente della figura emblematica e decisiva di Padre Komitas, colui che ha reso accessibile in Occidente la conoscenza di uno sterminato patrimonio di canti e melodie grazie ad una fedele trascrizione dalla notazione “stenografica” tipicamente armena a quella su pentagramma occidentale.

Si farà un passo indietro con Sayat Nova, il principe dei trovatori armeni che ci ha lasciato centinaia di poemi musicali. Passeremo al ‘900 storico con Aram Khatchaturian, tenuto in gran conto dal regime sovietico e che ha potuto esprimere l’anima del suo paese in tutte le sue opere. Fino ad arrivare ai contemporanei guidati dal grande Tigran Mansurian. Questa iniziativa si pone come obiettivo la diffusione di una cultura musicale che, grazie anche ai suoi strumenti tipici (primo fra tutti il duduk), ha avuto negli ultimi anni accesso anche a forme di musica popolare moderna in tutto l’Occidente. La conseguenza di questa proposta potrà certamente essere quella di favorire un ulteriore scambio musicale fra compositori ad Est e ad Ovest del mondo: le dinamiche culturali della nostra era sono sempre invitate e sollecitate infatti a nuove forme di integrazione.

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