LA GUERRA PER IL NAGORNO KARABAKH: INTERVISTA ALL’AUTORE
È appena uscito per Mattioli 1885 editore un nuovo libro che racconta la vicenda del Nagorno Karabakh (Artsakh) con l’aggiornamento fino agli ultimi drammatici giorni.
Non possiamo che rallegrarci per questa nuova uscita perché la sofferenza del popolo armeno dell’Artsakh non può essere dimenticata e bisogna mantenere accesi i riflettori su quanto accaduto e soprattutto su quello che potrebbe ancora succedere. Abbiamo rivolto alcune domande all’autore, Emanuele Aliprandi.


Racconto le vicissitudini di un popolo alla disperata ricerca di una pace nella propria terra natale e che invece ha solo conosciuto il dramma di un esodo forzato tra guerre e tregue, interessi regionali e ipocriti attori internazionali, passando per nove mesi di assedio per fame fino agli ultimi drammatici giorni della repubblica di Artsakh, della fuga precipitosa di un intero popolo che abbandona ogni cosa per non cadere nelle mani del nemico.


Aliyev in gioventù era un giocatore d’azzardo, il padre Haidar fece chiudere tutti i casinò del Paese. Forse l’attuale presidente vuole ancora rischiare, sente la fortuna (e soprattutto la congiuntura internazionale) dalla sua parte.
Reclama le exclave di epoca sovietica in Armenia, vuole il Syunik (Zangezur) ovvero l’Armenia del sud, proclama come “terre storiche azerbaigiane” vaste porzioni del Paese confinante fino addirittura alla capitale Erevan. Potrebbe essere solleticato dal dare una nuova spallata al vicino… E poi c’è la questione interna.








Però, a metà ottobre è uscito un rapporto dell’ombudsman dell’Armenia che evidenzia come su molti corpi di cittadini del Karabakh (resti trovati dalle squadre di ricerca della Croce Rossa e portati in Armenia) vi fossero evidenti segni di torture e mutilazioni.
Insomma, la gente è scappata da lì perché non si fidava a restare.


Aliyev è stato abile nello sfruttare la situazione contingente creatasi con la guerra in Ucraina e il relativo intreccio di alleanze e interessi con Turchia e Russia. Però tutto finisce prima o poi (si spera) e allora l’utilità di certi personaggi potrebbe venire meno: quanto vorrà rischiare?