La nuova scuola in Armenia ricorda Verona e «L’Arena» (L’Arena 28.08.17)

«Scuola Verona-L’Arena, ottobre 1989». La storia continua, sull’asse Verona-Armenia. I sogni, come le idee, camminano sulle gambe degli uomini. E Garen Kökciyan, 57 anni, ingegnere armeno nato a Istanbul, in Turchia, residente dal 1978 ad Avigliana (Torino), ne dà la prova. Il suo grande sogno, alimentato e sostenuto da numerosi amici e benefattori, si è realizzato.

Così venerdì, 1 settembre, nel nord ovest dell’Armenia, nel villaggio rurale di Krasar, a duemila metri di altitudine, con 550 abitanti, s’inaugura una nuova scuola in pietra, per cento allievi. Fatta costruire per iniziativa di Kökciyan sul luogo di quella distrutta dal terremoto del 7 dicembre 1988, che colpì l’Armenia causando oltre 25mila morti e 700mila senzatetto. Su una popolazione, allora – quando l’Armenia era ancora Stato dell’Unione Sovietica; è indipendente dal 1991 – di circa tre milioni e mezzo di persone.

Verona e la sua gente sono pure protagonisti, a distanza, di questo sogno diventato realtà. Già, perché a Krasar c’è dall’ottobre 1989 una scuola in cartongesso, appunto la «Scuola Verona», un prefabbricato, finanziata e fatta costruire dal nostro giornale. L’Arena promosse infatti una raccolta di fondi per sostenere la popolazione colpita dal violento sisma e scelse di aiutare Krasar, dov’era crollato l’edificio scolastico.

ALL’EPOCA tra l’altro operava nello Stato caucasico monsignor Claudio Gugerotti, prete veronese del Don Mazza, allora responsabile del settore armeno della Congregazione delle Chiese orientali e poi per dieci anni nunzio apostolico in Armenia, Georgia e Azerbaigian. Un rappresentante della Santa Sede, dunque, ora nunzio in Ucraina, a Kiev, dopo esserlo Stato in Bielorussia. Fu anche lui a facilitare numerosi contatti tra Verona e l’Armenia. Gugerotti fu promotore della costruzione dell’ospedale Redemptoris Mater, ad Ashotsk, a 2.200 metri, poco distante da Krasar e dalla Georgia, donato da papa Giovanni Paolo II utilizzando fondi della Caritas italiana.

GRAZIE alla sottoscrizione de L’Arena per la scuola furono raccolti trecento milioni di lire, con offerte di varia entità. Da qualche milione provenienti da istituti e grandi donatori, fino alle cinquemila lire degli alunni di scuole elementari. I primi a rispondere all’appello, per dare un aiuto ai loro coetanei rimasti senza scuola.

Il nostro giornale, con vari reportage nel 1989, e poi nel 1995 e anche nel 2005, raccontò della scuoletta – in cui in quasi trent’anni hanno studiato duemila ragazzi – da qualche anno in parte inagibile a causa di infiltrazioni d’acqua e per problemi al riscaldamento. Essendo essa in un luogo in cui d’inverno si arriva anche a 30-40 gradi sotto zero. Ed è proprio leggendo cinque anni fa un nostro reportage su L’Arena, da Krasar, che l’ingegnere Garen Kökciyan venne a conoscenza della storia e valutò di costruire una nuova scuola, in muratura.

«DA ALLORA visitai più volte Krasar, ponendo rimedio a problemi strutturali, con alcuni interventi tampone alla scuola in prefabbricato», dice Kökciyan, «e poi mi attivai per costruire una nuova scuola in pietra». L’ingegnere così sottopose la proposta alla Banca mondiale, a Yerevan, la capitale dell’Armenia, e all’Armenian Territorial Development Fund, un fondo per lo sviluppo del territorio armeno. Il progetto prese corpo e venne firmato l’accordo con i benefattori. Il tutto approvato dal governo armeno.

L’opera, costata 360mila euro, di cui il 75 per cento finanziati dalla Banca mondiale e per il resto da vari donatori, sia armeni che italiani ed europei, ora è diventata una realtà. Come anticipato in un articolo pubblicato da L’Arena il 3 gennaio 2016 – il promotore giunse a Verona per illustrare il progetto al nostro giornale insieme al professore universitario Barik Sivazliyan, presidente dell’Unione Armeni d’Italia – la targa «Scuola Verona, L’Arena, ottobre 1989» verrà collocata all’ingresso della nuova scuola. Che è a un centinaio di metri da quella in cartongesso.

«IN QUESTO modo il popolo armeno ricorderà per sempre L’Arena e i cittadini veronesi, che hanno permesso di mantenere l’istruzione per quasi trent’anni in quello sperduto villaggio e anche per ragazzi abitanti nei paesi vicini», spiega ancora Kökciyan. La scuola in cartongesso, che fu costruita dall’azienda Ofma, di Udine, non verrà però smontata, ma continuerà a servire la comunità, come sala per incontri.

SAREMO PRESENTI, per L’Arena, invitati dal promotore, all’inaugurazione di venerdì, a Krasar. Dove ci saranno gli alunni, anche di villaggi vicini, le famiglie, i promotori e le autorità locali. Ci sarà anche Bruno Panziera, ex giornalista de L’Arena, che seguì nel 1989 la sottoscrizione e le varie fasi del progetto della scuola in prefabbricato. Raccontando poi, con il fotografo Maurizio Brenzoni, le varie fasi dell’impresa. Ma la storia di solidarietà del nostro giornale continua. Venerdì verrà consegnata ai dirigenti scolastici una somma di denaro, messa a disposizione dalla Società Athesis, editrice de L’Arena, per finanziare l’acquisto di libri e quaderni per gli studenti della “Nuova Scuola Verona”. Un edificio a un piano, in pietra, con 12 aule per classi più una palestra, costruito con criteri antisismici. Ai ragazzi verrà consegnato anche un opuscolo con tutti gli articoli dal 1989 a oggi, sulle imprese a Krasar e ad Ashotsk. Verrà letto anche un saluto del sindaco di Verona, Federico Sboarina.

DALLA RACCOLTA FONDI, alla scuola in cartongesso, al sogno, fino a oggi, alla nuova scuola. Per gli armeni di oggi e di domani. «Per me è un cerchio che si chiude», ammette Kökciyan, emozionato in vista dell’inaugurazione. È un dono alla sua terra madre, segnata nel corso della lunga sua storia dal martirio – il genocidio di un milione e mezzo di armeni, compiuto un secolo fa dai turchi, seguito dalla diaspora – e dalle sofferenze del terremoto. Ma i sogni e il cuore, sostenuti da mani e gambe, aiutano a colmare il vuoto. E a rinascere.

Enrico Giardini