L’Armenia in preda al coronavirus ricorda il genocidio del suo popolo (Euronews 24.04.20)

Il genocidio degli armeni da parte degli ottamani fra il 1915 e il 1923 è stato commemorato secondo un protocollo imposto dalla pandemia a Yerevan. Presenti il premier Nikol Pashinyan e consorte in una cerimonia riservatissima presso il momoriale del genocidio, nella capitale armena.

Una ferita antica non sanata

“Il riconoscimento sincero della verità e del passato sono requisiti essenziali per sostenere la giustizia, la dignità umana, combattere l’impunità e stringere la solidarietà internazionale – ha dichiarato il ministro degli esteri armeno Zohrab Mnatsakanyan,- Ancor oggi ci inchiniamo davanti alla memoria dei santi e dei martiri del genocidio armeno riaffermando il nostro impegno per la promozione della giustizia storica e la prevenzione di nuovi genocidi”.

Gli armeni sostengono che fino a 1,5 milioni di persone furono uccise durante la prima guerra mondiale mentre l’Impero ottomano stava crollando, una richiesta sostenuta da molti altri paesi. Il presidente Sarkisian ha affermato che “il riconoscimento del genocidio armeno da parte della Turchia e l’eliminazione delle sue conseguenze è una questione di sicurezza per l’Armenia.

Alle prese col coronavirus

Giovedì l’Armenia ha spento i lampioni stradali mentre i cittadini hanno acceso candele…poi si sono sentiti i rintocchi delle campane… la capitale è rimasta silenziosa nella penombra.

Il mese scorso, l’Armenia – che conta 1.401 casi di coronavirus con 22 morti – ha dichiarato lo stato di emergenza oltre ad aver imposto il confinamento nazionale per rallentare la diffusione dell’infezione.

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