Il Presidente Mattarella in Armenia (Rassegna 31.07.18)

Terminata la Visita di Stato nella Repubblica d’Armenia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Quirinale.it).

Il Capo dello Stato, accompagnato dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Enzo Moavero Milanesi, è giunto a Jerevan il 30 luglio dove è stato accolto, al Palazzo Presidenziale, dal Presidente della Repubblica d’Armenia, Armen Sarkissian: dopo la cerimonia di benvenuto, i due Presidenti hanno avuto un colloquio al termine del quale hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa. Nell’occasione sono state firmate intese bilaterali.

Mattarella ha visitato quindi il Museo Matenadaran, prima di partecipare al Pranzo di Stato offerto in suo onore dal Presidente Sarkissian.

Il 31 luglio mattina il Presidente Mattarella e il Presidente Sarkissian hanno deposto una corona al Memoriale di Tsitsernakaberd. Successivamente il Capo dello Stato si è recato all’Assemblea Nazionale dove ha incontrato il Presidente dell’Assemblea, Ara Babloyan. Con il Presidente della Repubblica d’Armenia ha poi inaugurato il Centro Regionale per la Conservazione, la Gestione e la Valorizzazione del Patrimonio Culturale alla Galleria Nazionale.

A colazione si è svolto l’incontro con il Primo Ministro della Repubblica d’Armenia, Nikol Pashinyan.

Nel pomeriggio, dopo il saluto ad una rappresentanza della collettività italiana e al personale dell’Ambasciata d’Italia, il Presidente Mattarella è stato rivevuto da Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, alla Santa Sede di Etchmiadzin.

Prima di far rientro a Roma il Capo dello Stato ha visitato il Museo dei Tesori Sacri.


Mattarella in Armenia evita la parola genocidio, prima visita di Stato di un presidente italiano (Il Messaggero)

Yerevan – La fiamma nel braciere arde perenne a ricordo di un milione e mezzo di armeni, cristiani, vittime del primo genocidio del Novecento, avvenuto 103 anni fa sotto l’Impero Ottomano. Il presidente italiano Sergio Mattarella stamattina ha deposto una corona di fiori a Tsitsernakaberd, la Collina delle Rondini, dove è stato eretto negli anni Sessanta il memoriale del genocidio, tappa obbligata per tutti i capi di Stato che arrivano a Yerevan. E’ la prima visita di Stato in Armenia di un presidente italiano ma nei discorsi di Mattarella si è evitato accuratamente la parola «genocidio», probabilmente per non urtare la Turchia, anche se naturalmente si è parlato di pace e di riconciliazione in un’area del mondo ancora turbolenta e sottoposta a tante pressioni.

Poi Mattarella, nel parco della Memoria, ha piantato anche un albero, esattamente come hanno fatto Giovanni Paolo II e Papa Francesco durante le loro visite (ma facendo menzione dei fatti genocidiari e chiamandoli con il loro nome). In compenso, stavolta, sono stati evocati i legami di amicizia tra i due Paesi che hanno fatto fare un balzo al capitolo del commercio che ammonta a 70,8 millioni di dollari, praticamente un aumento del 42,6% rispetto l’anno scorso. I rapporti vanno a gonfie vele. «Oggi piantando un albero nel parco
 della memoria, abbiamo messo una targa che auspica che dalle
sofferenze del passato emerga insuperabile e forte la spinta
alla pace e alla collaborazione tra i popoli e tra gli stati in
futuro. Mi auguro che queste lezioni della storia vengano sempre
comprese e tenute a mente» ha detto il presidente 
Mattarella, sorvolando sulla dolorosa pagina storica costata la vita a 1 milione e mezzo di persone tra il 1915 e il 1920, attraverso deportazioni in massa nel deserto,  campi di concentramento e gli svuotamenti di intere aree abitate dalla minoranza armena, i cui beni furono poi incamerati con una legge approvata in quegli anni dal parlamento ottomano.

Nel pomeriggio la visita di Stato di Mattarella è proseguita, includendo una tappa ad Etchimiadzin, sede del Catholicos, Karekin II. Anche lì nessun cenno del riconoscimento esplicito del genocidio, né delle comuni radici cristiane. «Armenia e Italia sono legate da un rapporto
particolare, visto che sono due paesi portatori di civiltà 
antiche». Ha parlato solo di civiltà antiche, un implicito riferimento al fatto che l’Armenia è stato il primo paese al mondo ad abbracciare il cristianesimo, ancora prima dell’Editto di Costantino, più di 1700 anni fa. «Questo le rende più capaci di intendere i processi, i
fenomeni e i passaggi della storia e di interpretarla
adeguatamente. Ma ciò comporta anche – ha aggiunto il capo dello
Stato da Yerevan – la responsabilità di trasmettere quella
sensibilità  nella comunità internazionale. E’ insieme un
patrimonio e una responsabilità».

La visita di Mattarella cade in un periodo molto tribolato per la politica interna armena. Dopo la vittoria del premier Pachinian, nel maggio scorso, è iniziato una specie di terremoto che ha dato origine a massicce manifestazioni di piazza – la cosidetta rivoluzione di velluto – e a una sorta di Mani Pulite, visto che il nuovo governo vuole perseguire i vecchi episodi di corruzione. Il Premier Nikol Pachinian, un giornalista di 44 anni, finito in carcere dieci anni fa e tornato ora a fare politica, si vanta di avere già recuperato 36 milioni di euro, attraverso inchieste giudiziare piuttosto rapide. In quest’ondata giustizialista sono finiti in carcere anche politici, tecnocrati e generali mentre il consenso popolare di Pachinian continua a salire.

Uno dei suoi motti preferiti è: «bisogna trovare ciascun centesimo rubato». La predicazione contro le elite gli continua ad assicurare una piattaforma sicura sulla quale poggiare la sua azione. Ma il modo sbrigativo di procedere a liquidare la vecchia guardia sta creando non pochi problemi, anche in politica estera. Qualche giorno fa è stato arrestato il generale armeno Yuri Khachaturov, segretario dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) un’alleanza difensiva tipo la Nato ma controllata dalla russia, composta da sei nazioni appartenenti alla Comunità degli Stati Indipendenti. Dell’arresto del generale non era stata minimamente informata Mosca e questo ha contribuito a creare malumori e proteste da parte del Cremlino.


Armenia, Mattarella visita il memoriale del genocidio del 1915 (Askanews)

Jerevan, Armenia (askanews) – Seconda giornata della visita di Stato in Armenia di Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato ha visitato a Jerevan il Memoriale di Tsitsernakaberd che ricorda i massacri di armeni del 1915. Accompagnato dal presidente armeno, Armen Sarkissian, Mattarella ha deposto una corona di fiori all’esterno del monumento. Poi le delegazioni hanno deposto all’interno dei garofani bianchi e hanno sostato in raccoglimento; il Presidente ha piantato anche un albero.

La targa commemorativa, in due lingue armeno e italiano, recita: “Affinché dalle sofferenze del passato nasca un avvenire di pace e di comprensione tra i popoli e gli Stati”.

E proprio in tal senso Mattarella, accompagnato a Jerevan dal ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha fimato con il presidente Sarkissian alcune intese bilaterali, tra cui l’apertura di una sezione bilingue (armena e italiana) presso la scuola numero 24 della città e il protocollo sulla cooperazione scientifico-tecnologica tra il Comitato scientifico del Ministero dell’Educazione e della Scienza armeno e il Cnr italiano.


Mattarella in Armenia depone una corona al Memoriale di Tsitsernakaberd (Corriere di Siena – Video)


Mattarella incontra il Primo Ministro d’Armenia (Corriere di Siena Video)


Mattarella a memoriale massacro armeni (ANSA)

(ANSA) – EREVAN, 31 LUG – Il presidente Sergio Mattarella ha visitato questa mattina a Erevan il Memoriale di Tsitsernakaberd che ricorda i massacri di armeni del 1915. Accompagnato dal presidente armeno Armen Sarkissian, ha deposto una corona di fiori all’esterno del monumento. Poi le delegazioni hanno deposto all’interno dei garofani bianchi e hanno sostato in raccoglimento. Mattarella ha successivamente piantato un albero.
La targa commemorativa, in due lingue armeno e italiano, recita: “Affinché dalle sofferenze del passato nasca un avvenire di pace e di comprensione tra i popoli e gli Stati”.
Nel parco in passato hanno piantato tra gli altri alberi Vladimir Putin, Francoise Hollande, papa Francesco, papa Giovanni Paolo II, Romano Prodi (come presidente della Commissione europea) e diversi presidenti europei.


Mattarella, ricordare lezioni storia (Lagazzettadelmezzogiorno.it)

EREVAN, 31 LUG – “Oggi, piantando un albero nel parco della memoria, abbiamo messo una targa che auspica che dalle sofferenze del passato emerga insuperabile e forte la spinta alla pace e alla collaborazione tra i popoli e tra gli stati in futuro. Mi auguro che queste lezioni della storia vengano sempre comprese e tenute a mente”. Lo ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella parlando con i giornalisti a Everan nel corso di una visita di Stato in Armenia. Il presidente ha poi spiegato che “Armenia e Italia sono legate da un rapporto particolare, visto che sono due paesi portatori di civiltà antiche”. “Questo le rende più capaci di intendere i processi, i fenomeni e i passaggi della storia e di interpretarla adeguatamente. Ma ciò comporta anche – ha aggiunto il capo dello Stato – la responsabilità di trasmettere quella sensibilità nella comunità internazionale. E’ insieme un patrimonio e una responsabilità”.