Morta Goar Vartanyan: la spia che salvò Churchill, Roosevelt e Stalin (Ilgiornale 29.11.19)

Goar Vartanyan, la spia russa che contribuì al fallimento di un complotto nazista per uccidere i “big three” – Franklin D.

Roosevelt, Winston Churchill e Iosip Stalin – si è spenta all’età di 93 anni.

Una storia singolare quella di lady Vartanyan, nata nell’Armenia sovietica e protagonista in diversi scenari mondiali a difesa degli interessi russi.

Secondo il Cremlino, il contributo più importante nella sua lunga carriera da spia è certamente quello contro il complotto nazista per assassinare Churchill, Roosevelt e Joseph Stalin nel 1943.
Secondo fonti dei servizi russi, Goar Vartanyan e il suo defunto marito, Gevork, furono coinvolti nel sabotaggio dell’Operazione Salto in Lungo – Weitsprung – un complotto nazista per uccidere i “tre grandi”, mentre i leader alleati erano a Teheran per il loro primo incontro durante la Seconda Guerra Mondiale. Un attentato che, se realizzato, avrebbe potuto compromettere gli esiti del conflitto bellico e, probabilmente, delle democrazie occidentali.

In estrema sintesi, il piano fu teorizzato dall’agente segreto tedesco Ernst Kaltenbrunner e vagliato e confermato da Adolf Hitler, grazie a diverse informazioni sottratte da un codice decifrato della US Navy, dal quale si era appreso la data e il luogo – Teheran – della conferenza dei tre leader, fissata per metà ottobre del 1943. A supporto dell’operazione sul campo fu coinvolto l’agente Elyesa Bazna, sotto il nome in codice “Cicerone”, che trasmise i dati chiave relativi la conferenza. Una falla nel fragile sistema di sicurezza adottato provocò presto la scoperta del piano da parte dei servizi segreti sovietici, grazie alle figure dei coniugi Vartanyan.

Nel 1981 uscì nei cinema europei la produzione internazionale “Nido di spie”, ispirata liberamente alle vicende del fallito attentato.

Vartanyan è morta lunedì e sarà sepolta nel cimitero di Troyekurovskoye a Mosca, secondo l’agenzia di stampa filogovernativa russa Ria Novosti. Suo marito era morto nel 2012 all’età di 87 anni.
Dmitry Peskov, segretario stampa del presidente russo Vladimir Putin, ha dichiarato mercoledì in una conferenza stampa che il leader russo ha espresso le sue profonde e sentite condoglianze a riguardo. Peskov ha affermato, inoltre, che questo singolare duo di spie ha notevolmente influenzato il corso della storia europea e non.

Goar Vartanyan nacque a Gyumri – nell’allora Armenia Sovietica – il 25 gennaio 1926, la sua famiglia si trasferì in Iran all’inizio degli anni ’30. Dopo aver aderito ad un gruppo antifascista all’età di 16 anni, ha lavorato con Gevork, il futuro marito, per smascherare agenti tedeschi con notevole diligenza e ottimi risultati. Nel 1951, i Vartanyan si trasferirono in URSS e si ritiene abbiano avuto lunghe carriere nel servizio di intelligence sovietico. Gevork Vartanyan, a tal proposito, ricevette il premio “Eroe dell’Unione Sovietica” per i suoi servizi resi. Fonti giornalistiche russe confermano che l’SVR – Služba vnešnej razvedki – l’agenzia di intelligence russa che ha preso il posto del KGB dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica – ha affermato che la coppia venne coinvolta in numerosi “lavori di intelligence attiva” in “condizioni estreme in molti paesi e scenari”.

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Addio alla zarina delle spie russe, Goar Vartanyan: con il marito sventò attacco nazista a Churchill, Roosvelt e Stalin (Il Messaggero 28.11.19)

«Senza di loro – è stato l’omaggio del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov – la storia del mondo sarebbe stata molto diversa». E in effetti se non ci fosse stata lei, Goar Vartanyan e suo marito Gevorg, Winston Churchill, Franklin Delano Roosvelt e Stalin sarebbero rimasti uccisi nel loro primo incontro, nel 1943, a Theran. E invece lei, la  zarina di tutte le spie russe, con il compagno agente segreto anche lui, li salvò dall’attentato e la storia cambiò.
Ora questa figura a dir poco mitica dell’intelligence sovietica, è morta all’età di 93 anni: sarà sepolta nel cimitero di Troekurovsky, accanto al marito, scomparso nel 2012 a 87 anni. Per lei si sono scomodati tutti, da Vladimir Putin ai vertici dell’Svr, i servizi segreti esteri russi, che hanno ricordato come le «gesta» di Goar e di suo marito sono già state «cantate» in una lunga galleria di libri e film.

Vartanyan, originaria dell’Armenia, si trasferì con la famiglia in Iran nei primi anni ’30 ed entrò a far parte del gruppo antifascista – capeggiato dal suo futuro marito – a 16 anni. Insieme, a guerra ormai scoppiata, si destreggiarono nel complesso gioco dello spionaggio mediorientale sino ad avere una parte rilevante nello sventare il piano nazista (l’operazione Long Jump) concepito per assassinare i tre grandi nel corso del loro primo incontro, nel 1943, a Teheran. Ovviamente nessuno, a parte chi di dovere a Mosca, lo sapeva – com’è d’obbligo negli apparati d’intelligence: primeggiare nell’ombra. Capacità rara che venne adeguatamente ricompensata. Nel 1951 i coniugi Vartanyan furono così portati nell’Urss e nel 1956 si diplomarono con successo presso l’Istituto di Lingue Straniere di Yerevan, nella natia Armenia.

Il resto è materiale da leggenda: 30 anni di servizio continuo in giro per il mondo nelle vesti d’innocua coppia sposata, probabilmente parte del programma top-secret sovietico di “spionaggio profondo”, ovvero slegato dai più tradizionali incarichi legati alle sedi diplomatiche, ai media o alle import-export. Nome in codice: “Anita ed Henri”. Nel 1986 il ritorno in patria, tra medaglie e riconoscimenti (benché il posto d’onore, nella beatificazione pubblica, sia sempre stato riservato a Gevorg). Il loro lavoro, dicono gli esperti, è stato tanto riservato e cruciale che non verrà mai declassificato. Putin, fa sapere il Cremlino, ha espresso le sue condoglianze ai parenti e agli amici di Goar Vartanyan, che conosceva bene e di persona, come del resto suo marito. Tra spie, del resto, vige sempre un certo cameratismo.
Ma c’è chi mette in discussione la leggenda. «Il fallito piano nazista, denominato Long Jump,  per uccidere i tre statisti è  un mito del Kgb che fu pubblicato dopo che la guerra era conclusa»: lo spiega alla testata americana Radio Free Europe lo storico dello spionaggio Alexander Vassiliyev. «Finora – afferma l’esperto – non è stata ottenuta nessuna prova che indichi i preparativi nazisti per gli omicidi a Teheran». Secondo Vassiliyev, «molti storici credono che Stalin diffuse le voci sull’operazione terroristica a Teheran per avvicinarsi a Roosevelt e ridurre l’influenza di Churchill». Già nel 2012, il Wall Street Journal scriveva che «il piano tedesco non è mai stato esposto nei dettagli e alcuni storici dubitano che sia persino esistito». Secondo il Cremlino, invece, la vicenda è autentica, e senza i Vartanyan «la storia del mondo sarebbe stata molto diversa»

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